SANTI AQUILA E PRISCILLA

SANTI AQUILA E PRISCILLA

Sposi martiri(I sec.) 8 luglio

Santi Priscilla e AquilaSposi e Martiri, Discepoli di San Paolo, il quale afferma che gli salvarono la vita e tutte le “Chiese dei gentili” gli dovevano gratitudine.

Aquila e Priscilla (o Prisca) furono discepoli di S. Paolo (29 giù.) e, quando quest’ultimo lasciò Atene per recarsi a Corinto, «qui trovò un giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto» (At 18, 2), Aquila e la moglie Priscilla avevano dovuto lasciare l’Italia, poco tempo prima, in seguito all’ordine dell’imperatore Claudio, emesso nel 49 o 50, che proibiva ai giudei di vivere a Roma.

Paolo si recò da loro a Corinto e scoprì che Aquila fabbricava tende come lui, così «si stabilì nella loro casa e lavorava» (At 18, 3). Non è chiaro se fossero già diventati cristiani o furono convertiti da Paolo durante il suo soggiorno presso di loro. Alla partenza di Paolo da Corinto, Aquila e Priscilla andarono con lui ma si fermarono a Efeso, mentre l’apostolo proseguì perla Siria (cfr. At 18, 18-19); in sua assenza istituirono Apollo, un giudeo nativo di Alessandria, “uomo colto, versato nelle Scritture” (At 18, 24-26), che era stato ammaestrato nella via del Signore e aveva ricevuto il battesimo dai discepoli di Giovanni Battista.

Paolo chiaramente li teneva in alta considerazione. Scrivendo ai cristiani di Roma, salutava loro in particolare, come “miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa” (Rm 16.3); non è chiaro a quale incidente Paolo si stia riferendo qui, ma potrebbe essere accaduto a Efeso durante i tumulti (At 19, 23-41).

Paolo aggiunge che non era il solo ad avere con Aquila e Priscilla un debito di gratitudine “ma tutte le Chiese dei gentili”. Termina inoltre mandando i saluti anche alla comunità che si riunisce nella loro casa”. (Rm 16,5).

SS. AQUILA E PRISCILLA1Ad un certo punto la coppia Aquila e Priscilla lasciò Roma di nuovo e si trasferì a Efeso; quando Paolo scrisse da quaggiù alla Chiesa di Corinto in occasione della Pasqua del 57, incluse: “Vi salutano molto nel Signore Aquila e Priscilla, con la comunità che si raduna nella loro casa” (1 Cor 16,19). Infine quando scrive a Timoteo dalla prigione di Roma, Paolo invia loro i suoi saluti. (cfr. 2 Tm 4,19).

Niente di certo si può aggiungere a questo quadro di coppia devota, disposta a rischiare la propria vita per la fede, e che non esitò ad offrire, per tutto il tempo, il suo aiuto pratico alla Chiesa che stava nascendo.

Il Martirologio Romano aggiunse che morirono in Asia Minore, e questo concorderebbe con il fatto che Aquila e Priscilla vivevano ad Efeso, ma esiste anche una tradizione che afferma che essi subirono il martirio a Roma, una leggenda tarda che li metteva in relazione con quella che ora è la chiesa di S. Prisca sull’Aventino, conosciuta come Titulus Aquilae et Priscae.

Altri hanno posto in relazione Prisca con la Priscilla delle catacombe sulla via Salaria e prendendo occasione dal “cervices suas supposuerunt”(Rom.16,4) determinano il genere di martirio: la decapitazione. Sorprenderà forse che una coppia simile, come Aquila e Priscilla, con la loro indubbia importanza nel nuovo Testamento, non occupasse un posto più rilevane nella leggenda.

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Aquila, Priscilla e Paolo

Fonti Il primo grande dizionario dei Santi di Alban Butler http://www.istitutoaveta.it