San Bernardino Realino

San Bernardino Realino

Sacerdote della “Compagnia di Gesù”(1530-1616) 02 Luglio 

Era consultato da persone di ogni livello sociale su questioni BERNARDINOsecolari e religiose, e si guadagnò il soprannome di “padre della città” per la sollecitudine che dimostrava verso chiunque si trovasse in difficoltà o fosse malato; diversi miracoli  furono attribuiti alla sua intercessione.

Bernardino Luigi Realino nacque a Carpi, vicino a Modena, nel 1530; i genitori erano Francesco Realino ed Elisabetta Bellentani (la famiglia della madre era più importante di quella del padre). Bernardino in seguito scrisse di suo padre con riconoscenza; «Ritenne conveniente farmi studiate e non desiderava mandarmi a corte». Svolse gli studi conseguendo grandi risultati all’accademia di Modena, poi frequentò l’università di Bologna studiando arte e medicina; terminò medicina nel 1551, pensando di intraprendere la carriera medica, ma cominciò invece a studiare diritto civile e canonico, forse per desiderio di una donna di cui si era innamorato, che pensava sarebbe diventato un buon avvocato. Bernardino, a ogni modo, considerava questi studi in legge come un buon fondamento per l’amministrazione del governo e dell’ordine pubblico. Nel 1556 ricevette un dottorato utriusque juris.

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Suo padre era al servizio del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo principe della città di Trento e governatore di Milano, e Bernardino sembrava destinato a 368una carriera pubblica di successo. Occupò molte cariche importanti in varie cittàe infine divenne uditore e luogotenente a Napoli, per conto del marchese di Pescara. E’chiaro dalle sue lettere che stava anche maturando spiritualmente in quegli anni; scrisse a suo fratello; «Non desidero gli onori di questo mondo, ma solo la gloria di Dio e la salvezza della mia anima», e al padre malato; «Dio cerca sempre la bontà delle sue creature, sebbene questa carne fragile e miserabile, incline com’è al piacere, non voglia riconoscerlo».

Fu a Napoli che venne per la prima volta in contatto con i gesuiti, e dopo aver pregato molto, decise di unirsi a loro, persuaso alla fine da un’apparizione della Vergine con il Bambino Gesù in braccio. Scrisse al padre per dirgli che era stato chiamato a servire il Signore dalle cui mani sperava «di ottenere in breve tempo gioia, onore e ricompense senza limiti» e di entrare a far parte del «gregge delle anime che erano più care a Dio su questa terra, cioè la Compagnia di Gesù».

Diventò novizio nel 1564 e fu ordinato sacerdote nel 1567; presto fu nominato maestro dei novizi, un segno del rispetto che si era già guadagnato da parte dei suoi superiori. Dopo il trasferimento del noviziato da Napoli ad altro luogo, rimase in città ad assistere i poveri e gli schiavi musulmani, a predicare (anche se, a quanto pare, senza successo), ad ascoltare confessioni, ad agire come censore diocesano di libri e a dirigere una confraternita laica aristocratica. Nel 1574 si trasferì a Lecce per fondare un collegio gesuita; qui trascorse il resto della vita, svolgendo in momenti differenti l’incarico di rettore, vicerettore e insegnante ordinario. Al di fuori del collegio si fece conoscere per la gentilezza e la pazienza.BERNARDINO2

Era consultato da persone di ogni livello sociale su questioni secolari e religiose, e si guadagnò il soprannome di “padre della città” per la sollecitudine che dimostrava verso chiunque si trovasse in difficoltà o fosse malato; diversi miracoli  furono attribuiti alla sua intercessione. Continuò il suo apostolato presso i detenuti e gli schiavi, convertendone molti al cristianesimo, e, come quando era a Napoli, scoprì di essere più efficace nel consigliare le persone individualmente che nel predicare pubblicamente. Creò un sodalizio per sacerdoti come contributo alla riforma del clero secolare e religioso della città.

Morì nel 1616, fu beatificato nel 1895 e canonizzato nel 1947. S. Roberto Bellarmino (17 nov.) disse di lui: «Non ho mai udito una sola lamentela su Bernardino, benché sia stato suo provinciale; anche coloro che erano mal disposti verso la Compagnia, che coglievano ogni opportunità per parlarne negativamente, facevano sempre eccezione nel suo caso. Tutti sanno che era un santo».

Subito dopo la sua morte, il consiglio cittadino scelse Bernardino come patrono di Lecce. Certi fenomeni fisici accaduti ad alcune fiale del suo sangue, come la liquefazione, sono stati associati al suo culto e si afferma che sono ben documentati fino alla metà del XIX secolo. Tuttavia, nel 1895, un biografo non riuscì ad attestare lo stato liquido del sangue conservato come reliquia, e concluse: «Mi è sembrato conveniente omettere questi dettagli, che non hanno forse niente a che fare con la santità di S. Bernardino Realino, dato che sono un esempio validissimo di quei prodigi che sollevano un interesse e un’eccitazione sproporzionata rispetto alla loro importanza o al loro significato».

Fonte: Il primo grande libro dei Santi di Alban Butler

4 thoughts on “San Bernardino Realino

  1. San Bernardino Realino, per me si dimostrò subito un Santo, già a Napoli quando aiutava tutti e di qualsiasi religione. Non aveva bisogno di fare quella vita. Nel 1574 si trasferì a Lecce e costituì un “Collegio Gesuita”, egli fece di tutto, dal posto più importante all’insegnante, era molto paziente! Tutti, dai ricchi ai poveri chiedevano a Lui consiglio, egli era sempre a disposizione di tutti, così si rese conto che dava molto di più parlando e predicando a tu per tu che in Chiesa quando faceva la Predica. Si dice che fece diversi miracoli tra il popolo. Chi si lamentava del posto, ma nessuno ebbe mai a parlare male di Lui. Convertì molte persone. Morì nel 1616, ebbe delle visioni, pure della Santa Madre. Alla sua morte lo fecero Patrono di Lecce, tutti sapevano che era Santo! Fu Beatificato nel 1895, Canonizzato nel 1947! Per una persona simile, penso ci misero un po’ troppo di tempo!

  2. E’ proprio vero Dantina, a volte la chiesa si prende periodi un po’ lunghi per nominare dei santi, ma fortunatamente in cielo non aspettano per mandare in paradiso … ;)

  3. A me San Bernardino Realino ha fatto la grazia di non tremare più per il terremoto. era il 2012 a carpi in castello do le nove di mattina: la terra tremava e sembrava non finisse più. quando ha smesso mi era rimasto dentro un tremore assurdo… e non riuscivo più ad avere un equilibrio anche psicologico. in preda all’angoscia sono andata nella parrocchia di san Bernardino Realino e mi sono messa davanti a questa statua e guardavo il santo e poi Gesù che era in braccio a lui: gli ho chiesto di prendere in braccio anche la mia paura…. e da quel momento dopo un lunghissimo pianto non ho più avuto paura. ancora oggi quella grazia è in me. Preghiamolo lui ci protegge

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