San Benedetto da Norcia

San Benedetto da Norcia

abate e fondatore, patrono d’Europa (ca. 480-ca. 550) 11 luglio

Fondatore dell’ordine dei Benedettini e fratello di S. Scolastica.san benedetto da norcia2 Viene venerato da tutte le chiese cristiane che riconoscono il culto dei santi. Spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava. 

Le poche informazioni sulla vita di Benedetto da Norcia, patriarca del monachesimo occidentale, sono tratte dai Dialoghi di papa S. Gregorio (3 set.): nacque a Nursia (l’attuale Norcia, vicino a Spoleto nell’Italia centrale), nel 480 circa, e studiò a Roma, dove fu così sconvolto dall’immoralità della società da rinunciare agli studi e ritirarsi a Subiaco per vivere come eremita nel 500 circa. All’età di 17 anni, insieme con la sua nutrice, si ritirò nella valle dell’Aniene presso Enfide (l’attuale Affile), dove compì il primo miracolo riparando un vaglio rotto dalla stessa nutrice. Lasciò poi la nutrice e si avviò verso la valle di Subiaco, presso gli antichi resti di una villa neroniana. A Subiaco incontrò il monaco di un vicino monastero di nome Romano, che, vestitolo degli abiti monastici, gli indicò una grotta impervia del Monte Taleo (attualmente contenuta all’interno del Monastero del Sacro Speco) dove Benedetto visse da eremita per circa tre anni, fino alla Pasqua dell’anno 500.

Conclusa l’esperienza eremitica, accettò di fare da guida ad altri monaci in un ritiro cenobitico presso Vicovaro, ma, dopo un tentativo di avvelenamento, tornò a Subiaco. Qui rimase per quasi trenta anni, predicando la “parola del Signore” ed accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di dodici monasteri, ognuno con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale, che pare abbiano condotto uno stile di vita in gran parte eremitico. Visse a Subiaco per circa venticinque anni, ma a causa di rivalità locali che disturbarono la san benedetto da norcia3sua pace, raccolse un piccolo gruppo di monaci e si recò a Montecassino, vicino a Napoli, dove scrisse o almeno abbozzò la sua famosa Regola, traendo materiale da scrittori monastici precedenti come S. Basilio (2 gen.), S. Giovanni Cassiano (23 Ing.), S. Agostino (28 ago.), i Padri del deserto, e soprattutto l’autore anonimo della Regula Magistri (o Regola del Maestro). Benedetto rimase a Montecassino per il resto della vita, non diventò sacerdote, né, probabilmente, si considerava un fondatore di un nuovo ordine, e fu seppellito accanto a sua sorella, S. Scolastica (10 feb.); Dialoghi descrivono come fossero soliti incontrarsi per discutere di questioni spirituali, e contengono un resoconto commovente del loro ultimo incontro, tre giorni prima della morte di Scolastica.

Non vi è dubbio che Gregorio lo stimasse moltissimo, poiché scrisse; «Benedetto possedeva lo spirito di un uomo soltanto, il Salvatore, che riempie i cuori dei fedeli»; era il vir Dei, l’uomo di Dio prima di tutto, «le cui virtù lo hanno reso così simile a Cristo che le cose meravigliose e i segni della vita del nuovo Adamo fluiscono di nuovo nel mondo attraverso la sua vita e le sue azioni» (Ward).

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Guida anime accogliendo come ospiti persone di ogni ceto sociale, anche vescovi e laici. Re Totila incontra il santo a Montecassino dove si reca a fargli visita nel 546. La fama duratura di Benedetto poggia sulla grandezza della sua Regola, che puntualmente diventò la regola monastica in tutta l’Europa occidentale, e che, era una raccolta di tutto ciò che riteneva migliore nelle altre regole, anche se era molto di più di una semplice compilazione. Si trattava di «una guida ordinata, inclusiva e individuale della vita spirituale e amministrativa di un monastero» (O.D.C.C.), con tre punti di forza principali: era eminentemente pratica, fisicamente moderata e flessibile, ma allo stesso tempo non san benedetto da norciascendeva a compromessi sul piano spirituale, ed era l’unica regola monastica a contenere in alcuni paragrafi pregnanti «un fondo di saggezza spirituale e umana che poteva guidare gli abati e i monaci in tutte le vicissitudini della vita» (Knowles).

Per Benedetto, il monastero non era «né un penitenziario, né una scuola di gara di ascesi, ma una famiglia, una casa per coloro che cercavano Dio» (ibid), presieduta da un abate eletto dai monaci, che avrebbe dovuto «temprare tutte le cose in modo da spingere i forti a continuare, e i deboli a non rinunciare» (Regola, 64); la sua occupazione principale era celebrare assieme il divino Ufficio, mentre il resto della giornata era occupato dalla preghiera, la lettura e lo studio privato, oltre che dal lavoro manuale. All’inizio la Regola di Benedetto era solo una delle diverse a disposizione in Occidente per coloro che desideravano seguire uno stile di vita monastico: nel VII e VIII secolo, era ampiamente seguita in Francia, Inghilterra, e Germania, ma non esisteva ancora una comunità o congregazione che potesse essere chiamata “Ordine benedettino”.

Quando Carlo Magno e Luigi il Pio intrapresero la riforma del monachesimo, scelsero la Regola di Benedetto perché era la più adatta, e il secondo la impose a tutti i monasteri dei suoi territori. L’imperatore fu assistito in questa riforma da S. Benedetto di Anione (750-821; 11 feb.) che presiedette il concilio di Aachen nel 817; a ogni modo neanche allora ci fu uniformità nei dettagli, ma restava piuttosto lo spirito della regola originaria e il suo interesse per la povertà, l’obbedienza a un abate-monaco e il celibato, norme importanti per i riformatori.

Gradualmente fu attribuita una maggiore importanza alla liturgia, la cui celebrazione diventò più solenne, mentre diminuiva l’importanza del lavoro manuale. Esisteva tensione tra l’autonomia reclamata da ogni monastero e la necessità, come pensavano i riformatori, dell’azione congiunta per una giusta osservanza della regola. Lo sviluppo di numerosi gruppi di case affiliate a centri maggiori come Cluny e Gorze nel X secolo rappresentò un grande san benedetto da norcia4miglioramento, ma i tentativi di imporre dei capitoli generali e una visita centralizzata riuscirono solo parzialmente. Altri movimenti di riforma portarono all’istituzione di nuovi ordini, come i cistercensi, che cercavano di seguire la regola in modo più rigoroso senza perdere l’essenza dell’approccio di S. Benedetto, mentre i camaldolesi si concentrarono sulle componenti eremitiche della regola, formando congregazioni di eremiti che si radunavano solo per il culto e per condividere occasionalmente i pasti comunitari.

La prova dell’esistenza di congregazioni di monache che seguivano la Regola di Benedetto risale almeno al VII secolo, e molti movimenti di riforma monastica riguardarono le monache, cosicché nacque una fiorente spiritualità e una vasta cultura generale sotto la guida di stimate badesse. Esistono attualmente comunità di monache benedettine, fondate principalmente nel IX e XII secolo, che seguono la Regola di Benedetto, ma sono meno vincolate da regole di clausura, e che svolgono un attivo apostolato di carità. Uno sviluppo del XX secolo fu l’istituzione di case benedettine anglicane in Inghilterra e luterane in Svezia. La ricca varietà che caratterizza il monachesimo benedettino, maschile e femminile, contemporaneo e storico, è in se stessa un tributo alla saggezza di Benedetto, e all’equilibrio che raggiunse tra le differenti eredità monastiche su cui si basò. Gregorio affermò, nei Dialoghi, che l’autore di una simile regola non avrebbe potuto essere nient’altro che un esempio vivente del suo spirito.

Dopo aver dato inizio ad una nuova fondazione monastica, a Terracina, il 21 marzo del 547, o di qualche anno immediatamente successivo, san Benedetto muore, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica con la quale ebbe comune sepoltura; secondo il racconto di S. Gregorio Magnospirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava. Nel 577, come aveva predetto il santo, per la prima volta viene distrutta Montecassino. Per la quarta volta il monastero sarà raso al suolo il 15 febbraio 1944. Il culto si sviluppò lentamente finché aumentò l’influsso cluniacense nel X secolo. L’abbazia di Eleury reclamò le sue reliquie sin dal VII secolo, ma Montecassino si oppose molto vivamente; la data della traslazione dei suoi resti è l’11 luglio che, dal 1969, il Calendario Romano ha fissato come giorno della sua festa, per poterlo celebrare al di fuori della Quaresima. Il 24 dicembre 1964 è stato nominato da papa Paolo VI patrono d’Europa (affiancato in seguito da Cirillo e Metodio, Caterina da Siena, Brigida di Svezia ed Edith Stein).

benedetto da norciaLa più antica rappresentazione di S. Benedetto è un dipinto dell’XIII secolo nelle catacombe di Ermes a Roma; ne esiste anche uno del X secolo in San Grisogono. Monte Cassino conserva dall’XI secolo un manoscritto illuminato della sua vita, e ci sono affreschi a Subisco (XIII sec.) e nella sacrestia di San Miniato, a Firenze (tardo XIV sec). Esiste una serie estesa di scene tratte dalla sua vita, dipinte da Signorelli e dal Sodoma (1497-1505) a: Monte Olivato Maggiore, vicino a Siena. Gli episodi più comuni raffigurati nell’arte sono tratti dai Dialoghi: il primo tentativo di avvelenarlo, quando la coppa si ruppe e il veleno sprizzò come un serpente, e il secondo, quando un corvo gli portò via il pane avvelenato; e inoltre, quando si gettò nudo in un cespuglio di rovi per resistere alle tentazioni del sesso. Nelle raffigurazioni in cui è da solo, di solito indossa un abito monastico, e regge la regola, o la bacchetta per le punizioni corporali; a volte una coppa rotta o un corvo.

È INVOCATO: – contro avvelenamenti, infiammazioni, malattie contagiose, renella, erisipela, sofferenze degli agonizzanti, tentazioni diaboliche – per una buona morte – come protettore di moribondi, agricoltori, funzionari dei consorzi di bonifica agraria, chimici, ingegneri, speleologi, architetti  

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FONTIIl Primo grande libro dei santi di Alban Butler http://liturgia.silvestrini.org/santi/2012-07-11.html / http://www.abbaziadifarfa.it/san-benedetto.asp