SANT’ANDREA FOURNET

SANT’ANDREA FOURNET

fondatore (1752-1834)13 maggio

SANT’ ANDREA FOURNETSe qualcuno è stanco di sentire narrazioni di pietà straordinaria dei santi durante la loro infanzia, potrà riavere sollievo dalla vicenda di Andrea Fournet. In reazione a una madre troppo pia ed insistente si dichiarò, in gioventù, tediato dalla fede religiosa.

Nacque a Saint-Pierre-de-Maillé, vicino a Poitiers, da famiglia abbastanza agiata; in reazione a una madre troppo pia e insistente si dichiarò tediato dalla fede religiosa. Non desiderava né pregare né studiare, voleva solo divertirsi, e in uno dei suoi libri si trova questa frase: «Questo libro appartiene ad Andrea Uberto Fournet, un bravo ragazzo benché non voglia diventare né prete né monaco».

A scuola godeva della fama di indolente e frivolo; gli accadde anche, di darsi alla fuga e fu riportato indietro per ricevere una bella bastonatura. Recatosi a studiare legge e filosofia a Poitiers nel 1772 continuò a condurre una vita gaudenteSi arruolò anche nell’esercito ma poi pagò per uscirne; la madre tentò di farlo impiegare come segretario ma la sua calligrafia era orribile. Nel 1774 i suoi genitori, disperatilo mandarono presso uno zio parroco in una remota zona rurale.

Non è la prima né sarà l’ultima volta nella storia dell’umanità che un giovane si comporti molto meglio una volta lontano da una madre invadente e pia. Lo zio, abilmente, riuscì a far sì che venissero alla luce le sue migliori qualità e Andrea intraprese lo studio della teologia. Nel 1776 fu ordinato prete, divenendo dapprima curato nella SANT'André-Hubert_Fournet_parrocchia dello zio e poi ricevendo un incarico in città. Nel 1781 fu nominato parroco nella sua città natale, Saint-Pierre-de-Maillc. La sua  generosità  verso i poveri e il  cambiamento della condotta di vita gli guadagnarono molti amici; la semplicità che caratterizzava il suo modo di vivere si estese anche allo stile della predicazione. Uno dei suoi ascoltatori disse che se inizialmente nessuno era in grado di capire ciò che diceva «ora possiamo seguire ogni singola parola». Giunse a donare i mobili superflui e l’argento che possedeva, mentre la madre, una sorella e il curato condividevano con lui una vita frugale in canonica.

La Rivoluzione francese ebbe effetti dirompenti nella sua vita. Si rifiutò di prestare il giuramento al governo rivoluzionario richiesto a tutti i preti, trovandosi così fuori legge. Non ci si è sufficientemente resi conto della severità di questa persecuzione.

Andrea continuò ad amministrare il suo gregge a rischio della vita: nel 1792 fu il suo stesso vescovo a mandarlo in Spagna per sicurezza ma nel 1797 tornò di notte, in segreto. I suoi persecutori continuarono a dargli la caccia. In mancanza di chiesa celebrava i divini misteri in case private, nei fienili, nelle grotte o in mezzo ai boschi. C’erano tante confessioni da ascoltare, battesimi da amministrare, matrimoni da benedire, bimbi da istruire, malati da curare e poveri da soccorrere! Una volta fu salvato da una massaia: fingendo di schiaffeggiarlo, gli disse di andarsene e di prendersi cura del bestiame. Un’altra volta si finse cadavere e fu coperto con un sudario e circondato da candele e donne in ginocchio.

L’ascesa al potere di Napoleone mise fine a questa situazione e ristabilì la pace tra Stato e Chiesa: questa tornava all’unità ma a costo di cambiamenti nella ripartizione delle diocesi e di molti altri sacrifici. Andrea riprese così il controllo della parrocchia e SANT’ ANDREA FOURNET3iniziò a predicare instancabilmente per dare nuova vita alla comunità cristiana. Svolse missioni tra il popolo e  trascorse lunghe ore in confessionale. La predicazione fu la più cara occupazione di P. Andrea. Prima di salire il pulpito era solito prostrarsi tre volte per terra e battersi il petto.

A chi l’esortava a moderarsi a cagione della sua debolezza di stomaco rispondeva: “Che importa se muoio? Dio troverà altri petti migliori del mio“. In quel medesimo tempo fondò la congregazione delle Figlie della Croce. Era direttore spirituale di S. Elisabetta Bichier des Ages, che aveva intorno a sé un gruppo di donne impegnate nell’insegnamento e nell’assistenza degli infermi e dei poveri: esse formarono il nucleo base della nuova congregazione, che S. Elisabetta (26 ago.) volle in seguito chiamare Suore di S. Andrea.

Il santo per cinque anni vi salì tre volte la settimana per celebrare la Messa, formare alla vita religiosa le aspiranti e sorvegliare il loro primo collegio, orfanotrofio e ospizio per i vecchi. Sotto la sua direzione conducevano una vita molto penitente. Infatti, digiunavano tre volte la settimanadormivano sulla nuda terra, si nutrivano di pane di segala, non facevano uso né di carne né di vino. Ciononostante la nuova famiglia crebbe tanto che i due fondatori, nel 1820, decisero di trasferirla a La Puye, a otto chilometri da Maillé, in un antico monastero di religiose Fontevriste.

SANT’ ANDREA FOURNET2All’età di sessantotto anni lasciò la parrocchia per ragioni di salute e si ritirò a la Puye, dove dedicò tutto se stesso alla nuova congregazione. Soccorse le parrocchie circostanti, fornendo la sua opera di direttore spirituale a un gran numero di preti e laici. Egli stesso praticava fino all’eroismo quanto insegnava agli altri. La sua preghiera giunse sovente all’estasi. Più volte le Figlie della Croce lo videro sollevato alcuni palmi da terra. Almeno due volte moltiplicò il grano necessario alla comunità. Per ottenere grazie speciali per sé o per gli altri faceva ogni giorno la Via Crucis inginocchiato per terra, con le braccia in croce.

La sua Messa durava non meno di quaranta minuti. Alle suore che se ne lamentavano rispondeva: “Bisogna che io preghi per tutte voi, figlie mie, e voi siete numerose!”. Devotissimo del SS. Sacramento non cedeva a nessuno, nonostante l’età avanzata, l’onore di portarlo nelle processioni del Corpus Domini. Al pensiero della grandezza di Dio si riteneva un peccatore, indegno del sacerdozio. Quando notava tra le religiose insoliti segni di venerazione esclamava: “Vecchio sacrilego! Se i miei superiori mi conoscessero, da quanto tempo mi avrebbero interdetto!”.

Fin che visse, il suo cibo fu simile a quello dei poveri ai quali donava senza misura quanto possedeva, fossero pure i pantaloni e la camicia. Quando non aveva più nulla, strappava le tende delle finestre per farne fazzoletti da naso per i miseri. Di notte dormiva sulla paglia e d’inverno non voleva che la sua camera fosse riscaldata. Indossava una veste logora e rattoppata per espiare le ricercatezze di gioventù. D’estate le mosche si posavano a nugoli su un suo occhio arrossato e SANT’ ANDREA FOURNET1lacrimante, ed egli ne sopportava la molestia per suffragare le anime del purgatorio. Non voleva che le suore si dessero ad aspre penitenze, ma egli faceva abbondante uso di cinture di ferro, di cilici e flagelli. Di quaresima consumava ordinariamente, in ginocchio, un solo pasto al giorno a pane e acqua.

Morì nel 1834 dopo una breve malattia. Nello stesso momento in cui spirò a Maillé una suora udì battere tre colpi distinti su una parete di legno mentre una voce diceva: “Me ne vado al cielo“. Al momento dell’inumazione le suore di Ancy-le-Franc scorsero per mezz’ora, in aria, una croce luminosa simile a quella di S. Andrea, sormontata da una stella. Il Fournet fu beatificato il 16-5-1926 e canonizzato il 4-6-1933 da Pio XI. Il suo corpo è venerato nella cappella delle Figlie della Croce di La Puye (Vienne), Francia, accanto a quello di S. Giovanna Elisabetta Bichier des Ages.

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler /http://www.paginecattoliche.it/

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