San Vincenzo Ferrer

San Vincenzo Ferrer

sacerdote domenicano (ca1350–1419 ) 5 aprile

 

vincenzoFerrer3Si racconta che la madre di San Vincenzo Ferrer, prima di metterlo alla luce, udì, come la madre di San Domenicolatrati di cagnoletto” nel grembo. Molti i miracoli tra i quali quello di un giovane muratore rimasto sospeso a mezz’aria fino a quando non ricevette autorizzazione dal suo superiore di poterlo salvare.

Vincenzo Ferrer nacque a Valencia, nel 1350 circa, da Guglielmo, un inglese stabilitosi in Spagna, e da madre spagnola. Costanza Miguel. Mostrò segni precoci di notevoli doti intellettuali e di non comune devozione ed entrò nei domenicani nel 1367. Non ancora ventunenne insegnava filosofia a Lérida, l’università più famosa della Catalogna; fu ordinato intorno al 1374 e insegnò a Barcellona, prima di trasferirsi a Toledo dove studiò teologia e lingua ebraica. Nel 1379 divenne priore della casa domenicana di Valencia, unico incarico che assunse nella sua vita.

Era uomo dalla forte personalità, dalle chiare convinzioni e totalmente devoto al bene del suo ordine e della Chiesa. Oltre che come teologo e scrittore, divenne famoso come abile predicatore sia nel portare molti peccatori al pentimento sia nel convertire al cristianesimo gli ebrei, tra i quali il più famoso, un certo rabbi Paolo, divenne vescovo di Cartagena.

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Era l’epoca del Grande Scisma (1378-1417) e Vincenzo inizialmente sosteneva i papi di Avignone contro i loro rivali di Roma; fu coinvolto attivamente nelle politiche ecclesiali del tempo per l’amicizia che lo legava al cardinale Pietro de Luna, che accompagnò in varie missioni legatizie in Spagna e Portogallo destinate a raccogliere sostegno a favore di Clemente VII di Avignone. Quando Pietro di Luna divenne l’antipapa Benedetto XIII, ad Avignone nel 1394, nominò Vincenzo suo consigliere e confessore, ruoli di cui questi fu inizialmente contento. Quando cominciò però a sospettare che fosse proprio Benedetto a ostacolare il cammino di unità delle due fazioni, provò, senza successo, a convincerlo a negoziare con Urbano VI a Roma; nel 1399, abbandonò Avignone per dedicarsi alla predicazione e alla missione itinerante, ispirato da una visione di Gesù affiancato da S. Francesco (4 ott.) e S. Domenico (8 ago.) e dal proposito di evangelizzare il mondo intero.

5san_vincenzo4Dal 1399 al 1412 operò in varie parti di Francia, Spagna e Italia con notevole successo; uno dei suoi primi biografi sostiene che predicò anche in Inghilterra e Scozia, ma non vi sono prove a sostegno di ciò. Le sue omelie mettevano in primo piano la necessità del pentimento e la paura dell’inferno, fino a spingere alcuni degli ascoltatori a eccessive manifestazioni di compunzione. Suo fratello fu priore della Grande Chartreuse a Grenoble e ricevette numerosi famosi postulanti mossi dalla predicazione di Vincenzo. Grandi folle andavano ad ascoltarlo; gli vennero attribuiti anche molti miracoli. San Vincenzo Ferrer Tenne una condotta caratterizzata dall’austerità dal pentimento per fare ammenda di quella che egli considerava invece essere una vita empia: «Sono piagato nell’anima e nel corpo» scrisse in un trattato sulla vita spirituale, «tutto in me puzza di corruzione a causa dell’abominio dei miei peccati e dell’ingiustizia».

I MIRACOLI DI SAN VINCENZO FERRER

Verso la fine della sua vita Vincenzo Ferrer fu nuovamente coinvolto nel tentativo di sanare il Grande Scisma: dopo il 1409 tre erano i papi rivali e quando, nel 1414, venne convocato a Costanza un concilio per affrontare il problema, egli tentò nuovamente di convincere Benedetto a dimettersi. In una famosa omelia si rivolse a quest’ultimo e a un vasto gruppo di vescovi e nobili con queste parole: «Voi, ossa aride, ascoltate la parola del Signore», condannando poi il loro orgoglio vacuo e sostenendo la necessità dell’unità della Chiesa. Fallito questo tentativo, rivolse la propria attenzione a re Ferdinando d’Aragona e lo convinse a non sostenere oltre Benedetto che fu finalmente convinto della necessità di dimettersi; cosa che fece, permettendo così al concilio di ripristinare l’unità.

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Vincenzo Ferrer trascorse gli ultimi tre anni della sua vita predicando in Normandia e
Bretagna dove morì, a Vannes, nel 1419. Fu subito venerato come santo e il suo culto si diffuse molto rapidamente, grazie anche ai miracoli che erano attribuiti alla sua intercessione in diverse località europee. Fu canonizzato nel 1455.

Degli scritti di Vincenzo Ferrer sono rimasti due trattati di filosofia, un libro sul sacrificio della Messa e un trattato sullo scisma della Chiesa; inoltre molte omelie, alcune lettere e un trattato sulla vita spirituale e su come avere sostegno nelle tentazioni contro la fede. Ha lasciato anche un trattato «nuovo e molto completo» contro «la perfidia degli ebrei» che mostra come, purtroppo, avesse opinioni simili a molti suoi contemporanei.

LE PROFEZIE DI SAN VINCENZO FERRER 

Nella Cappella Griffoni in S. Petronio a Bologna un affresco del 1473 mostra alcuni miracoli di san Vincenzo Ferrer del quale si era diffuso il culto in città, quali la Guarigione della donna storpia, la Resurrezione di una ricca ebrea, il Salvataggio di un bambino in una casa colpita da un incendio, la Resurrezione di un bambino ucciso dalla madre gravida e impazzita e la Guarigione di un ferito. Mentre due ovali custoditi nella cappella di S. Vincenzo nella Basilica di S. Maria della Sanità rappresentano, appunto, due tra i più popolari prodigi a lui attribuiti. Il primo consiste nella salvezza di un muratore che stava cadendo da un andito. Questo prodigio fu reso ancora più strepitoso in quanto S. Vincenzo Ferrer, in attesa del permesso del suo Superiore per eseguire il miracolo, mantenne il giovane sospeso a mezz’aria. L’altro dipinto narra della resurrezione di una donna a cui S. Vincenzo Ferrer ordinò poi di attestare essere lui l’Angelo dell’Apocalisse.

5SAN VINCENZO FERRERI.1Nella prima metà del XIX secolo una epidemia di colera colpì Napoli; il popolo della città ed in particolare il popolo del rione Sanità, chiese l’intercessione di S. Vincenzo Ferrer. La grazia fu accordata, l’epidemia cessò e dalla Basilica di S. Maria della Sanità, in ringraziamento al santo, partì una solenne processione con la sua statua che percorse l’intero rione. Da allora S. Vincenzo Ferrer fu annoverato fra i compatroni della città di Napoli e, poco dopo, un busto in argento fu collocato nella cappella del Tesoro di S. Gennaro nel Duomo di Napoli come ex voto da parte della città.

Ancora oggi, dopo più di 150 anni, il culto per S. Vincenzo Ferrer nel rione Sanità è molto sentito. Fino a qualche decennio fa, in occasione della processione di S. Vincenzo, che avviene l’ultima domenica di giugno ed il primo martedì di luglio, c’erano anche dei grandi festeggiamenti, la famosa festa del “munacone”, a cui prendevano parte i più importanti artisti del tempo. I festeggiamenti si chiudevano con uno splendido spettacolo pirotecnico e con “l’incendio del campanile” di Fra’ Nuvolo della Basilica di S. Maria della Sanità. Quest’ultima, proprio per il forte legame del popolo del rione Sanità a S. Vincenzo Ferrer, è conosciuta più come chiesa di S. Vincenzo che con il suo originario titolo di S. Maria della Sanità.

É INVOCATO: – per i lavori e gli incidenti sui tetti – contro epilessia, fulmini e terremoti

Fonte: il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

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