Beata Margherita di Città di Castello

Beata Margherita di Città di Castello

(ca 1286-1320) 13 Aprile

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 Abbandonata in tenera età dai ricchi genitori, che la ritenevano una vergogna poiché cieca e storpia. Dopo la morte le furono trovate nel cuore tre perle, sulle quali erano scolpite l’immagine di Gesù, della Madonna e di S. Giuseppe.

La Beata Margherita di Città di Castello, nacque cieca e storpia nel fortilizio della Metola, presidio a difesa della valle del Metauro (PU) nelle Marche, comandato da suo padre Parisio, intorno al 1286. La madre si chiamava Emilia, stando a quanto riferiscono alcune legende. Appena l’intelligenza della bimba cominciò ad aprirsi, si vide però di quali tesori di grazia era stata arricchita. Ai genitori, benché nobili e ricchi, parve un peso troppo grave e umiliante questa figlioletta priva della vista e d’ogni bellezza, e cosi all’età di sei o sette anni i suoi genitori la portarono sulla tomba di un venerato padre francescano di Città di Castello sperando in un miracolo ma, una volta visto che la guarigione non avveniva, la abbandonarono. Margherita non pianse, non si disperò, e con un atto eroico di completa fiducia in Dio, lo invocò, quale Padre degli orfani. Fu questo il principio di mirabili ascensioni che a poco a poco fecero risplendere intorno alla povera abbandonata, un’aureola di santità.

Alcune donne del luogo la trovarono e se ne presero cura fino a quando fu adottata da due sposi, i Grigia e Venturino, e da loro beatamargheritadellametolaeducata con amore. Le monache di un convento locale le offrirono poi ospitalità e a Margherita, la quale sembra avesse già pensato di diventare suora, piacque l’idea di una vita religiosa.

Il sodalizio tuttavia durò poco perché le suore, che conducevano una vita rilassata, rimasero infastidite dalla devozione di Margherita e dopo un periodo contrassegnato da crescente durezza e qualche molestia nei suoi confronti, le ordinarono di lasciare il convento. Margherita tornò dai suoi genitori adottivi e, a quindici anni, entrò nel terz’ordine i di S. Domenico a Città di Castello. Da allora in poi la sua vita fu dedicata totalmente a Dio: si occupava della cura e dell’educazione dei bimbi del luogo, insegnando i salmi (che aveva imparato a memoria) e provando ad istillare in loro la sua devozione al santo Bambino Gesù.

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Margherita sentiva la voce di Dio e comprendeva anche i bisogni degli uomini. Dotata di una grande intelligenza e di una forte memoria faceva tesoro di ogni istruzione e conosceva a mente tutti i salmi che recitava con profonda fede e comprensione. Sentiva la gioia della preghiera che si vedeva dal sorriso del volto e in estasi parlava col Signore. Cieca, quindi non distratta, aveva un’unione intima con Dio, assorta nella contemplazione, nell’ascolto dell’ispirazione dello Spirito Santo con i suoi sette doni tanto da consigliare anche i dotti, i sapienti e teologi di Città di Castello che si rivolgevano a lei. Possedeva una scienza divina che non veniva dagli studi, ma da Dio che l’ispirava per parlare ai cuori e convertirli. Era la donna della preghiera, non di formule ma di colloquio vero con Dio.

Le furono attribuiti numerosi miracoli, tra cui la guarigione di una terziaria da un’infezione agli occhi, nonché esperienze di estasi e levitazione durante la preghiera. S’imponeva ristrettezze e severe privazioni, si autoflagellava e spesso passava la notte in preghiera. Aveva imparato a memoria l’intero Salterio e ne spiegava i più reconditi sensi. Fece, senza rumore, un gran bene alle anime, e tutti ricercavano la sua santa compagnia. Fu devotissima del mistero dell’incarnazione, e dopo morte, avvenuta il 13 aprile 1320, le furono trovate nel cuore tre perle, sulle quali erano scolpite l’immagine di Gesù, della Madonna e di S. Giuseppe.

Dopo la sua morte, beataavvenuta a circa trentatré anni, si ebbero  miracoli presso la sua tomba;  il suo culto fu approvato nel 1609. Il suo corpo incorrotto si trova nella chiesa di San Domenico a Città di Castello. Papa Paolo V, nel 1609, concesse ai Domenicani di quella città la Messa e l’Ufficio propri. Il 6 aprile 1675 Papa Clemente X estese tale privilegio a tutto l’Ordine e un nuovo reliquiario per le sue spoglie fu costruito sotto l’altare maggiore della chiesa domenicana nel 1678. Nel 1988 il locale Vescovo di Urbino e Città di Castello l’ha proclamata Patrona Diocesana dei non vedenti. Conosceva le vie di Città di Castello. Visitava malati di giorno e di notte e da sola si recava alle carceri dove scontavano la pena i detenuti e dove i condannati a morte attendevano l’esecuzione per portare loro conforto.

La sua presenza e la sua parola erano di aiuto, perché parlava loro dell’amore e della misericordia di Dio Padre, si avvertiva che quelle parole non erano prediche, ma parole divine dettate da un cuore che soffre e che ama. Sono forti i dolori fisici, ma quelli morali della tristezza del cuore, della solitudine, delle famiglie divise, dei figli traviati, dell’amore tradito, dei problemi familiari nascosti per vergogna o riservatezza sono  ancora maggiori. Margherita sensibile, segreta, intuiva o veniva a sapere o veniva chiamata, accorreva per lenire, minimizzare i dolori con il conforto della sua parola.

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler /http://www.beatamargheritadellametola.it

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3 thoughts on “Beata Margherita di Città di Castello

  1. BEATA MARGHERITA DELLA METOLA NON E’ DI ORIGINE UMBRA MA MARCHIGIANA, E’ NATA INFATTI A MERCATELLO SUL METAURO (PU) IN LOCALITA’ TORRE DELLA METOLA NEL 1286. CHIEDO DI CORREGGERE LE INESATTEZZE RIPORTATE SUL VOSTRO SITO.
    GRAZIE.

    FERRI DOTT. ANTONIO

  2. Dott. Antonio,
    dopo la sua segnalazione mi sono messa subito a cercare ulteriori notizie e ho scoperto che in effetti la valle della Metola si trova nelle Marche e non in Umbria, a Città di Castello, dove è stata invece abbandonata.
    La ringrazio per la sua segnalazione che ci ha permesso di migliorare e correggere il nostro blog.
    Buon proseguimento.

  3. Ho sentito nominare per la prima volta Margherita della Metola tra i Santi invocati specificamente per nome durante la celebrazione della Messa teletrasmessa su RAI1 ieri, 23 nov. 2014, dalla Pieve di Mercatello sul Metauro (PU).Oggi per curiosità ho cercato su internet ed ho scoperto l’esistenza di questa figura eccezionale, donna vera prima ancora che Santa. Ne sono rimasta conquistata.
    Grazie.

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