L’arresto di nostro Signore Gesù Cristo

L’arresto di nostro Signore Gesù Cristo

Dagli scritti di Anna Caterina Emmerick la cattura di Gesù. getsemani1«Mentre parlava ancora, giunse una turba, e colui che era chiamato Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo» (Luca 22,47).

Giuda era un ambizioso, e come tale aveva interpretato l’insegnamento di Gesù in senso riduttivo e materiale; aveva creduto in un regno temporale e, non vedendolo mai venire, aveva perso ogni fiducia nel Signore. La sua anima era lontana da Dio ed era giunto a rubare dalla cassa delle elemosine a lui affidata; infine, stanco di quella vita, il miserabile aveva ordito il tradimento. Egli non immaginava le tremende conseguenze che ne sarebbero derivate, cioè la morte e la crocifissione di Gesù. Durante il colloquio di Giuda con Anna e Caifa davanti al sinedrio, vidi il traditore trattato con disprezzo dai sommi sacerdoti. Fu chiesto all’Iscariota:

«Sarà possibile farlo prigioniero? Non ha numerose schiere di armati che lo proteggono?».

A questa domanda l’infame traditore rispose con spavalderia:

giuda1«Egli è solo con undici discepoli pigri e timorosi; il Nazareno stesso non ha più il coraggio di proseguire nella predicazione!».

I sacerdoti, però, erano in dubbio sull’opportunità di arrestare Gesù nel corso delle celebrazioni pasquali. Per convincerli Giuda aggiunse:

«Se non verrà catturato adesso, non vi sarà mai più possibile, perché Gesù vuole andar via e ritornare con un grande esercito per diventare re».

Queste parole ebbero l’effetto voluto: il sinedrio e i sommi sacerdoti si convinsero della necessità di catturare Gesù prima della Pasqua. Il vile traditore ricevette trenta denari d’argento e fu guardato con severo biasimo; tre farisei lo guidarono in un atrio dove si stava preparando la spedizione per la cattura del Signore. I soldati avevano ricevuto l’ordine di sorvegliare attentamente il traditore fin ché non avessero preso Gesù. Le trenta monete erano di forma oblunga, forate all’estremità rotonda e attaccate con degli anelli a una catena; recavano incisi alcuni caratteri. Giuda, per dimostrarsi un uomo pio, le offrì al tempio, ma non furono accettate perché erano il prezzo di un tradimento. Questo rifiuto lo ferì definitivamente e si sentì esasperato, ma ormai era troppo tardi per ritornare sui suoi passi. Nel frattempo un impiegato del sinedrio inviò sette schiavi a procurare il materiale per costruire la croce. I lavori furono iniziati dietro il tribunale di Caifa. Il legno della croce proveniva da un albero cresciuto presso il torrente Cedron.getsemani2

IL FILM

DELLA PASSIONE DI GESù NELL’ORTO DEGLI ULIVI E LA SUA CATTURA

http://www.youtube.com/watch?v=yzBpKilvPQM

Il drappello, che avanzava per catturare Gesù, era composto da venti soldati prelevati dalla guardia del tempio e da quella dei capi dei sacerdoti; non tutti erano ebrei, alcuni erano originari di paesi stranieri. Gli sgherri vestivano quasi come i soldati romani ed erano dotati di spade, fruste e catene, avevano con loro torce di pece, ma, per via, accesero solo una lanterna. Giuda, il miserabile, era tenuto stretto fra di loro. Sei membri del sinedrio guidavano il drappello: un sacerdote confidente di Anna, un incaricato di Caifa, due farisei e due sadducei, che erano anche erodiani. Altre trecento guardie erano state dislocate nei punti nevralgici della città, fino al monte degli Ulivi, in particolare nel piccolo borgo di Ofel.

Vidi il Signore e i tre apostoli prediletti muoversi tra il Getsemani e il monte degli Ulivi; a loro si erano affiancati gli altri otto apostoli. Spinti dalla curiosità e dall’inquietudine erano saliti lassù anche alcuni discepoli, ma si mantenevano a distanza, pronti a fuggire. Gesù, facendo segno ai suoi di starsene fermi, avanzò verso le guardie e chiese a voce alta: «Chi cercate?». «Gesù di Nazaret!», gli fu risposto dal comandante delle guardie. Il Signore con voce ferma rispose: «Io sono colui che cercate!».

A queste parole quasi tutti gli sgherri vacillarono e caddero a terra. Si rialzarono e si avvicinarono di nuovo a Gesù, in attesa del segno che avrebbe dato l’Iscariota baciando il Signore. Gesù chiese ancora una volta: «Chi cercate?». Ed essi risposero: «Gesù di giuda caravaggio il bacioNazaret!». «Sono io! Se cercate me, lasciate andare costoro», rispose il Signore. Quelli vacillarono di nuovo e, caduti a terra, si contorcevano come epilettici. Gesù disse alle guardie: «Alzatevi!». E quelli, tutti confusi, si alzarono e spinsero avanti Giuda. Sconvolto, il traditore si accostò a Gesù e lo baciò sul la guancia per dare il segnale convenuto. Lo udii dire: «Salve, Signore!». Gesù gli rispose con tristezza: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo! Sarebbe stato meglio per te che non fossi mai nato!».

Intanto, avuto il segno che attendevano, i soldati circondarono il Signore, mentre gli altri sgherri ricacciavano indietro gli apostoli che volevano liberare Gesù a tutti i costi. Pietro, il più audace di tutti, con un colpo di spada recise l’orecchio di uno dei servi del sacerdote, un certo Malco, che cadde a terra tramortito. Vi fu un grande tumulto. Gesù disse:

«Pietro, chi di spada ferisce di spada perisce. Rimetti dunque la spada dentro il fodero perché io devo compiere la volontà del Padre mio!».longino

Quindi chiese che gli fosse avvicinato Malco affinché potesse guarirlo. Accostatosi a lui pregò e, toccandolo, lo risanò perfettamente. Di fronte a tale prodigio gli sgherri rimasero stupefatti, ma subito si levò la voce dei farisei, i quali dissero che Gesù era in combutta con il diavolo. Subito dopo, le guardie, incitate dai membri del sinedrio, tentarono di arrestare gli apostoli, ma questi abbandonarono il Signore e fuggirono nella notte. Anche Giuda fuggì; però, poco avanti, fu fermato dai discepoli di Gesù, che inveirono contro di lui, finché fu liberato dai sinedristi.

Dopo la passione del Signore, tutti gli sgherri che erano caduti quando Gesù dichiarò il suo nome, si convertirono e divennero buoni cristiani, poiché il gesto del cadere e del rialzarsi è simbolo di sensibilità, pentimento e conversione a Dio. Malco si convertì subito dopo la sua guarigione. Invece Giuda, i sei sinedriti e i quattro bruti che trascinarono il Signore con le funi, non erano caduti davanti al santo nome di Gesù, perché si erano chiusi alla grazia. Le guardie legarono il Signore, accusandolo di essere in relazione con il demonio. Gesù disse loro:

«Siete venuti con aste e bastoni a prendermi di notte come se fossi un assassino, mentre invece tutti i giorni insegnavo nel tempio, e non avete mai osato mettermi le mani addosso. Adesso, però, è giunta per voi l’ora delle tenebre».

Ma gli sgherri presero a ingiuriarlo e a maltrattarlo. Gli legarono le mani in modo assai crudele, usando corde nuove fatte con rami di salice: gli bloccarono il polso della mano destra al di sopra del gomito sinistro, e il polso sinistro sul braccio destro; gli strinsero attorno alla vita un’alta cintura munita di punte e vi fissarono le mani di Gesù con lacci di vimini. Inoltre gli appesero al collo un collare, dal quale partivano jesus_arrestodue corregge che, incrociandosi su petto, scendevano legandosi alla cintura. Da queste partivano quattro funi, che erano tirate a piacimento dai quattro bruti rozzi e muscolosi. Così il Salvatore iniziò la dolorosa via della croce… Il triste corteo, con le fiaccole accese, si mise in cammino: aprivano la marcia dieci sgherri, dietro di essi veniva Gesù, ingiuriato e tirato per le funi dai quattro bruti, poi seguivano i sinedristi e le altre guardie. I discepoli e gli apostoli erano tutti fuggiti, solo Giovanni seguiva il corteo; quando le guardie tentarono di arrestarlo, egli riuscì a fuggire lasciando cadere il mantello.

Gesù venne condotto via in tutta fretta, tra crudeli martiri e vili oltraggi. Per compiacere i farisei, gli aguzzini tiravano le funi con feroce violenza aumentando le sue sofferenze. I malvagi avevano in mano altre funi piene di nodi con le quali lo frustavano come un animale che viene portato al macello, mentre lo riempivano d’insulti e lo costringevano a camminare a piedi nudi tra rovi e cespugli. In fretta raggiunsero un ponte sul torrente Cedron; non era quello attraversato da Gesù e dagli apostoli quando si erano recati al Getsemani, ma un altro. Prima ancora che giungessero al ponte, vidi Gesù cadere due volte a causa dei maltrattamenti. Arrivati al centro del ponte, i miserabili gettarono il Signore nell’acqua, «affinché spegnesse la sua sete!».

La violenta caduta l’avrebbe ucciso se non fosse stato protetto dall’intervento di Dio.
st07_jesus_arrestedSulla roccia dove cadde rimasero miracolosamente le impronte delle ginocchia, dei piedi, dei gomiti e delle dita
. Queste orme sulla roccia diventarono in seguito oggetto di venerazione da parte della prima comunità cristiana. Perfino la roccia aveva reso testimonianza al Signore ed era stata più tenera e meno incredula degli uomini! I crudeli sgherri fecero risalire Gesù sulla riva. Vidi che la sua lunga veste di lana, divenuta pesante per l’acqua assorbita, si stringeva alle sue membra. Così impacciato, impedito a camminare, il Signore cadde a terra più volte, malmenato dagli aguzzini e ingiuriato dai farisei.

Durante l’agonia spirituale del Getsemani Gesù era stato assalito da un’arsura terribile, ma non calmò la sua sete con un solo sorso d’acqua; invece lo vidi bere l’acqua del torrente Cedron e lo udii dire che si compiva un salmo profetico. Siccome i farisei avevano notato la presenza di numerosi discepoli di Gesù alle porte del piccolo sobborgo di Ofel, provvidero a rinforzare il corteo con altri cinquanta soldati che facevano parte dei trecento uomini dislocati un pò ovunque per reprimere eventuali sommosse dei seguaci di Gesù. In Ofel il Salvatore aveva risanato e consolato molta povera gente, e per tale motivo era benvoluto dalla popolazione. Dopo la Pentecoste la maggior parte degli abitanti si unì alla comunità cristiana.

gesu-arrestatoPrima di entrare nel piccolo borgo, nostro Signore fu percosso con enorme ferocia dagli sgherri seminudi. Lo vidi pallido, sfigurato, insanguinato e pieno di lividi, con i capelli sconvolti e la veste inzuppata d’acqua e di fango. Era una scena che lacerava il cuore: Gesù era caduto già sette volte e non ce la faceva più a rialzarsi. Un soldato pietoso, rivolto ai commilitoni, disse:

«Se dobbiamo condurre questo miserabile vivo davanti ai sommi sacerdoti, è opportuno allentargli i ceppi alle mani. Mettiamolo in condizione che possa aiutarsi quando cade».

Mentre gli allentavano i lacci, un altro di loro prese compassionevolmente una ciotola di corteccia, come quelle usate dai pellegrini e dai soldati, la riempì d’acqua di fonte e la porse al Signore. Gesù bevve qualche sorso e, ringraziando quel buon soldato, accennò a un altro passo profetico in cui si parla di una sorgente d’acqua viva. Nell’udire questa frase tutti gli altri, particolarmente i farisei, lo derisero, accusandolo di essere un bestemmiatore. Mi fu rivelato che i due soldati misericordiosi, toccati dalla grazia, si convertirono prima della morte del Signore. Irritati per le parole proferite da Gesù, gli sgherri ripresero a percuoterlo con straordinaria violenza.Quando il triste corteo entrò in Ofel, una folla di miracolati strinse da ogni lato il condannato e chiese ai soldati che venisse rilasciato. Al passaggio del Signore uomini e donne, mossi a compassione, si gettavano in ginocchio e gridavano:

arrestodiges«Liberatelo! Chi ci guarirà? Chi ci consolerà? Restituiteci il Messia!».

Tendendo le mani protese verso di lui, la moltitudine lo implorava in ginocchio di compiere il miracolo della sua liberazione. I soldati riuscirono a respingere solo a mala pena la folla dei devoti. Ma giunti nella valle del Cedron, il popolaccio, aizzato dai servi dei sacerdoti del tempio, urlava e imprecava contro il Signore. Vidi Gesù sospinto brutalmente verso Sion, per un sentiero chiamato “Mulo”. A colpi di bastone, pallido e in sanguinato, il Signore fu condotto alla casa di Anna.

Vidi Giovanni intento a raccontare alla Vergine gli in cessanti patimenti sofferti dal suo amatissimo Figlio, fin ché ella ruppe in singhiozzi; i due si trovavano nella dimora di Maria di Marco, nei pressi di Ofel. Gli abitanti del borgo, già sconvolti dall’aver visto il loro Maestro maltrattato e sofferente, condivisero profondamente il dolore di Maria. Pietro e Giovanni avevano seguito a distanza il corteo fino a Sion, poi li vidi entrare nella casa di alcuni messi del tribunale. Questi ultimi erano amici di Giovanni e avevano il compito di percorrere la città allo scopo di convocare i membri del sinedrio e gli eruditi del tempio Essi misero addosso ai due apostoli il mantello dei messi d’ufficio, affidando loro alcune convocazioni da consegnare. In tal modo, Simon Pietro e Giovanni ebbero libero accesso nella sala del tribunale di Caifa. Inoltre, così vestiti, gli apostoli s’incaricarono di avvertire i membri del consiglio favorevoli a Gesù, come Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che i farisei avrebbero certamente “dimenticato” di convocare.

Vidi Giuda correre lungo la costa meridionale di Gerusalemme, come se avesse voluto sfuggire al demonio. In preda al delirio, tormentato dalla più profonda disperazione, egli vagava tra i cumuli di rifiuti e le ossa degli animali sacrificati.

Fonte: http://www.diocesidicapua.it/erasmo/Biblioteca/Emmerick/CapitoloII.htm