S. SETTE FONDATORI DELL’ORDINE DEI SERVI DELLA B.V.M.

S. SETTE FONDATORI DELL’ORDINE DEI SERVI DELLA B.V.M

[XIII sec] 17 febbraio

Sviluppatosi nel 1233 in seno a una comunità laica fiorentina, SETTE FONDATORI DELL’ORDINEl’ordine dei Servi della B. V. M. (o serviti), ebbe come fondatori sette giovani provenienti dalle classi nobili e mercantili che, nel diffuso clima cittadino di ostilità, decadenza morale e inoltre intriso di catarismo, si erano dati a una vita di preghiera e carità.

Non è noto se i sette fossero già legati da vincoli di amicizia quando, tra il 1225 e il 1227, decisero di entrare nella confraternita della B. Vergine (detta anche dei “Laudesi“), il cui cappellano, Giacomo di Poggibonsi, uomo di notevole acume, li incoraggiò a dedicarsi a una vita di servizio alla B. Vergine e di crescente rinuncia al “mondo”. Buonfiglio Monaldi, il più anziano dei sette, aveva il ruolo di guida; vi erano poi Alessio Falconieri, Benedetto dell’Antella, Bartolomeo degli Amidei, Ricovero Uguccione, Gerardino Sostegni e Giovanni Bonagiunta (i loro nomi variano tuttavia a seconda delle fonti). Quattro di essi erano sposati (ma due già vedovi) e tre celibi.

Ispirati da una visione della Vergine Maria avuta durante la festa dell’Assunzione (15 ago.), decisero di ritirarsi in solitudine: chi aveva famiglia trovò per essa una sistemazione e, ottenuto il consenso del vescovo, si stabilirono in una casa fuori Firenze chiamata la Carmazia. Il luogo si rivelò però non sufficientemente appartato: erano infatti costantemente assediati da visitatori fiorentini, venuti ad ammirare la vita di preghiera e di penitenza da essi condotta. Fu così che nel 1233 si trasferirono ancor più lontano, nella solitudine del Monte Senario; costruiti una semplice chiesa e un eremo, vivevano in grande austerità.

I visitatori riuscirono nuovamente a raggiungere l’eremo e molti esprimevano il desiderio di unirsi a loro, benché essi rifiutassero di accettare novizi. La fama della loro santità raggiunse il cardinale  Castiglione che, insieme al vescovo di Firenze, fece loro visita. Fu in quest’occasione che li rimproverò di vivere alla stregua di animali selvatici e li invitò perciò a moderare le austerità prendendosi maggiormente cura del corpo, dal momento addoloratache «il nemico delle anime spesso si cela sotto l’apparenza di un angelo di luce» (cfr 2 Cor 11, 14). Essi pertanto domandarono al vescovo di dar loro una regola di vita; costui, ritiratosi per riflettere sul da farsi, chiese che nel frattempo iniziassero ad accettare novizi. Ai sette che pregavano per essere illuminati sulla via da seguire apparve la Madonna con un abito nero e un angelo che reggeva una pergamena recante la scritta «Servi di Maria». Decisero perciò che quello sarebbe stato il loro nome e che avrebbero seguito la Regola di S. Agostino; la scelta fu ratificata nell’aprile del 1240. A essi si unì anche il loro precedente cappellano dei “laudesi”. Ricevettero il nuovo abito dal vescovo di Firenze, che si rallegrò nel constatare che avevano iniziato a condurre una vita meno austera, e tutti iniziarono il cammino per il sacerdozio, eccetto Alessio che umilmente chiese di essere dispensato dagli ordini maggiori per la propria indegnità.

VIGILIA DE DOMINA La preghiera dei servi di Maria

La nuova comunità attirò numerosi postulanti e crebbe tanto rapidamente da poter essere paragonata ai recenti ordini mendicanti piuttosto che ai più antichi ordini monastici (ma formalmente venne considerata un ordine mendicante solamente nel 1424). Nuove fondazioni furono aperte inizialmente a Siena, Pistoia e Arezzo; successivamente a Cafaggio, Firenze e Lucca. La Santa Sede tuttavia, allarmata dal numero sempre maggiore di ordini che si andavano diffondendo, non espresse alcun riconoscimento ufficiale fino al 1259 e l’approvazione formale giunse solo nel 1304 con papa Benedetto XI (7 lug.).

Buonfiglio, eletto superiore generale, rimase in carica fino al 1256, chiedendo poi di essere sostituito a causa dell’età ormai avanzata. Morto in pace durante un capitolo della comunità nel 1261, fu sostituito da Giovanni Bonagiunta, il più giovane dei sette san bonfigliofondatori, che tuttavia morì non molto tempo dopo la nomina durante la lettura in cappella del Vangelo del giorno; a lui succedette Amedeo (Bartolomeo degh Amidei), nominato in precedenza priore della casa di Cafaggio, e poi tornato già anziano come terzo superiore generale al Monte Senario dove morì. Manetto (Benedetto dell’Antella) divenne quarto superiore generale, e fu proprio sotto di lui che i missionari dell’ordine si spinsero fino in Asia. Si ritirò quindi in favore di Filippo Benizi (t 1285), il maggior promotore dell’ordine, che predicò incessantemente attraverso l’Italia e la Germania, facendo opera di pace nelle infinite lotte tra la fazione guelfa e quella ghibellina. Dei tre fondatori ancora in vita, Ugo (Ricovero Uguccione) e Sostene (Gerardino Sostegni), dopo aver fondato conventi rispettivamente in Germania e in Francia, furono richiamati nel 1276; ammalatisi contemporaneamente morirono la medesima notte. Soltanto Alessio visse fino a vedere il secolo successivo, morendo nel 1310, alla presunta età di centodieci anni. Filippo Benizi aveva fondato un secondo ordine femminile, e un terzo ordine ebbe inizio grazie a S. Giuliana Falconieri (t 1341; 19 giu.), nipote di Alessio, che visse nella propria casa come terziaria di una comunità le cui aderenti si dedicavano alla cura dei malati, diventando note come le “mantellate”.

Fu grazie a quest’ordine che si diffuse largamente la devozione dei “Sette dolori della B. Vergine Maria”, sviluppo della devozione tardo medievale della Madonna della Pietà.

I) Profezia dell’anziano Simeone « E anche a te una spada trafiggerà l’anima. »   (Luca 2,34-35)

II) La fuga in Egitto della Sacra famiglia

III) La perdita del Bambin Gesù nel Tempio

IV) L’incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis

V) Maria ai piedi della croce dove Gesù è crocifisso

VI) Maria accoglie nelle sue braccia Gesù morto

VII) Maria vede seppellire Gesù

Una confraternita dei Sette dolori ricordava la propria fondazione nel 1266, nella chiesa servita dell’Annunziata di Firenze. Ai serviti fu concesso il permesso di celebrare la festa dei Sette dolori nel 1688, ricorrenza poi estesa alla Chiesa universale nel 1814 da papa Pio VII in segno di ringraziamento per il proprio ritorno a Roma dopo la prigionia francese sotto Napoleone. I sette fondatori furono canonizzati insieme nel 1888 da Leone XIII, Australia, Nord e Sud America. Il convento più conosciuto è quello dell’Annunziata di Firenze, dove la chiesa è ancora affidata all’ordine.

san bonagiuntasant'alessio

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FONTE: il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler