San Caedmon

San Caedmon

(680) 11 febbraio

caedmon_fPer quanto alcuni suoi poemi si fecero poi risalire a tempi posteriori,  Caedmon è e rimane “il padre della poesia sacra inglese“. Ma è la nascita di questo suo talento che rende assai misterioso il dono a lui assegnato da Dio.

Tutto ciò che conosciamo di Caedmon si trova nel quarto libro della Storia Ecclesiastica di Beda, dove si accetta l’attribuzione a Caedmon di una serie di poemi (che ora invece si sa risalire a epoca posteriore) che per molti secoli gli guadagnarono il titolo di “padre della poesia sacra inglese“, nonostante la mancanza di ogni prova reale che egli sia stato il primo a scrivere versi religiosi in quel periodo. Ciò dipese in parte dall’attribuzione a Caedmon di poemi trovati nell’unico ms Bodleiano Junius II (ca. anno 1000), pubblicato da Franciscus Junius ad Amsterdam nel 1655. Intitolati Genesi, Esodo, Daniele Cristo e Satana, si è ora dimostrato che risalgono all’VIII secolo e che sono opera di autori differenti. Furono attribuiti a Caedmon per caratteristiche letterarie ravvisate anche nelle versioni in inglese antico dell’unico frammento conosciuto come suo.

Si narra che Caedmon, mandriano delle terre appartenenti al monastero di Streanaeshalch, solitamente identificato con Whitby, in età già avanzata scoprì grazie a una visione di avere il talento per la poesia religiosa. Egli era in realtà tanto convinto del contrario che quando, in occasione di una festa veniva il suo turno di cantare, “si alzava nel bel mezzo della cena e usciva per tornarsene a casa”. Una notte in cui era capitata la medesima cosa, Caedmon si recò nelle stalle a sorvegliare gli animali, quando:

All’improvviso in sogno gli apparve un tale che lo salutò e lo chiamò per nome:“Caedmon – gli disse – cantami qualcosa”. Ma quello rispose. “Non so cantare, e proprio per questo me ne sono andato dal banchetto e mi sono ritirato qui, perché non potevo cantare”Ma quello che parlava con lui, di nuovo gli disse: “Ma ora devi cantare per me”. “Che cosa – disse – devo cantare?”  E quello: “Canta il principio della creazione”. Avuta questa risposta, subito quello cominciò a cantare in lode di Dio creatore versi che mai prima aveva udito.

reid-stephen-saint-hilda-of-whitby-anglo-saxon-abbess-receiving-a-visit-from-caedmonBeda cita poi una parafrasi latina di poche righe, che costituisce tutto ciò che può essere attribuito a Caedmon con qualche certezza (anche se una versione della Northumbria, conservatasi a Cambridge in un manoscritto dell’VIII secolo, potrebbe riportare le sue parole originali):

Ora dobbiamo lodare l’artefice del regno celeste, la potenza del Creatore e il suo consiglio, le opere del Padre della gloria. In che modo egli, eterno Dio, sia stato autore di tutti i miracoli, egli che dapprima per i figli degli uomini ha creato il cielo come tetto, poi, custode onnipotente del genere umano, ha creato la terra.  

Caedmon raccontò la visione al “fattore da cui dipendeva”, che lo condusse dalla badessa di Whitby, Hilda (13 gen.) la quale a sua volta gli citò un brano della Scrittura chiedendogli di dargli forma poetica. Egli fece ritorno il mattino successivo e “recitò il testo composto poeticamente in modo esemplare le Scritture e mettere il suo dono a servizio della Chiesa. Che egli abbia avuto un tale dono e che lo abbia utilizzato ampiamente è provato non solo dal brano citato, riportato in molti manoscritti antichi di Beda in diversi dialetti, ma anche dall’evidente importanza che Beda attribuisce a lui e ai suoi versi, elencando i molti libri della Bibbia e i misteri cristiani su cui Caedmon compose poemi. Tali componimenti erano probabilmente facili da memorizzare, fornendo quindi un grande aiuto per la preghiera in una società abituata ad ascoltare versi.

Come D.H. Farmer ha commentato: “ La particolare importanza che Beda ha assegnato a questo argomento è evidente dall’elaborata struttura biblica del racconto. L’estro e il profondo ardore che caratterizzavano i poemi di Caedmon ne fecero validi strumenti per la predicazione: venendo imparati a memoria, il loro impatto sarebbe stato continuo; il fascino che essi esercitavano su un popolo familiare alla poesia e alla musica trascendeva tutte le differenze di classe. Caedmon adattò formule e temi antichi alla nuova rivoluzionaria idea del cristianesimo. Il sogno del crocifisso”

Tale opera, che peraltroS. Caedmon monumento è splendida, porta con sé un altro limite: la suaconoscenza sfortunatamente non ci fornisce alcuna indicazione sulla qualità poetica che Caedmon deve aver raggiunto nelle sue parafrasi bibliche, mentre in realtà la poesia cristiana di quel periodo completava il messaggio dell’arte cristiana coeva.

Si dice che Caedmon, avendo previsto la data della sua morte, la aspettò con calma, morendo fortificato dall’eucarestia che aveva richiesto qualche ora prima.    

Siccome aveva parlato e scherzato fino a poco prima, nessuno riteneva che fosse sul punto di morte; nonostante ciò gli portarono il viatico. Caedmon chiese quindi a tutti i presenti se qualcuno nutriva del rancore nei suoi confronti, e saputo che tutti provavano solo affetto, li assicurò che anch’egli nutriva verso di loro quegli stessi sentimenti; quindi, ricevuta l’eucarestia, chiese quanto mancava all’inizio della celebrazione dell’Ufficio notturno; quando gli fu risposto: “Non è lontana”, replicò: “Bene, aspettiamo quell’ora”, si sdraiò sul cuscino e morì in pace nel sonno.  

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler