SANTA PAOLA ROMANA

Santa Paola romana

(347-404) 26 gennaio

Paola era una delle nobildonne romane la cui vita ruotava attorno al “misogino” S. Santa Paola romanaGirolamo (30 set.). Egli parlò di queste matrone nelle sue lettere, ed è la nostra unica fonte di informazione su di esse.

Paola era nata il 5 maggio 347, discendente dalle famiglie degli Scipioni e dei Gracchi: i suoi genitori sostenevano addirittura di discendere da Enea e Agamennone. Sposò Tossozio, che pur essendo pagano, era tollerante verso i cristiani, dal quale ebbe un figlio, Tossozio jr, e quattro figlie, Blesilla, Paolina, Eustochio e Rufina. Paola possedeva immense ricchezze e viveva nello splendido livello di opulenza dell’aristocrazia romana pur non essendo orgogliosa ma avendo una bontà d’animo che le attirava affetto e rispetto.

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Il marito morì quando lei aveva solo trentadue anni, causandole un grande dolore, alleviato dalla presenza di S. Marcella (31 gen.) descritta da Girolamo come «gloria delle donne romane». Fu attratta dall’ideale ascetico di altre matrone che, sull’Aventino, si ritrovavano nella casa di Marcella per ascoltare la Parola di Dio.  Anche Marcella era vedova e incoraggiò Paola a imitare il suo stile di vita austero e quasi monastico. Fu accolta nel suo cenacolo dove si elevò nella scienza delle cose divine fino a trasformare la sua casa in un monastero domestico. Avendo precedentemente lasciato Roma per sperimentare la vita eremitica nel deserto calcidico della Siria, nei pressi di Antiochia, e avendo poi deciso di dedicarsi agli studi, Girolamo tornò insieme con Paolino di Antiochia a Roma, dove l’anziano papa Damaso nominò Girolamo suo segretario e lo incaricò di rivedere i testi latini della Bibbia allora in uso.

Paola_RomanaA Roma Girolamo si impegnò a diffondere l’ascetismo tra gli aristocratici. Riscosse molto successo tra le nobildonne, cosa che deve averlo sorpreso e dato origine a pettegolezzi maliziosi, originati forse dal più nobile ma volgare clero romano, dal quale egli aveva preso notevolmente le distanze. Marcella e Paola, che sapevano il greco, divennero il nucleo di un gruppo di donne entusiaste della Bibbia, che affascinarono Girolamo e lo convinsero a occuparsi della loro direzione spirituale. La figlia maggiore di Paola, Blesilla, divenne la pupilla di Girolamo; essa lo aveva infatti colpito per l’eccezionale intelligenza. La sua salute era però delicata e non fu per niente aiutata dal regime di vita eccessivamente ascetico impostole da Girolamomorì e la sua morte scatenò una tempesta di proteste contro di lui.

La seconda figlia di Paola, Paolina, era sposata con un senatore, Pammachio, che era stato un amico di Girolamo durante la sua prima e meno ascetica permanenza a Roma. Anche Paolina morì giovane in seguito a un aborto, e Pammachio divenne probabilmente l’unico discepolo maschio di Girolamo. Più tardi avrebbe fondato il primo ostello per pellegrini dell’Occidente ed è anch’egli venerato come santo (30 ago.). L’attenzione di Girolamo si concentrò quindi sulla terza figlia, Eustochio:

«Cominciò a formarla già in tenera età a una sorta di scolastica verginità, con una formazione che univa filologia ebraica a esortazioni alla castità così precise e dettagliate da fare arrossire un legionario» (Bouyer).

Morto papa Damaso, il suo successore, Siricio, ebbe un atteggiamento molto meno favorevole verso Girolamo, che lasciò Roma alla volta della Palestina, portando con sé Paola e molte altre pie donne. Essi compirono pellegrinaggi
in tutta la Palestina
 e un viaggio in Egitto per visitare i frati e gli anacoreti che là vivevano. Finalmente si fermarono e fondarono monasteri a Betlemme e nei dintorni. Con la calata degli Unni le monache furono costrette a trasferirsi a Giaffa per poi ritornare a Betlemme.

La vita era frugale e Paola era la prima a dare il buon esempio e a praticare la virtù: con Eustochio era sollecita nella preghiera e nei servizi più umili. Anche nel loro ascetismo le distinzioni sociali romane continuavano ad avere valore: le persone che appartenevano a questi monasteri erano suddivise in tre ordini in base alla classe sociale di provenienza e si incontravano solo per l’ufficio e i servizi. La stessa Paola insegnò l’ebraico e aiutò Girolamo nella sua opera. Anch’essa fu coinvolta nella disputa tra Girolamo e il vescovo Giovanni di Gerusalemme sull’origenismo. Nelle polemiche di san Girolamo Paola interveniva suggerendo la moderazione e la concordia. Essa stessa curò con attenzione l’amore alla Divina Parola con cui nutrì il suo spirito e se ne servì come guida. Sostenne i lavori biblici di Girolamo, le sue versioni e i suoi commenti

Le ricchezze di Paola si prosciugarono nell’opera di costruzione e di assistenza: negli ultimi anni di vita essa cadde in miseria. Suo figlio Tossozio aveva sposato la figlia cristiana di un pagano: la loro figlia Paola sarebbe succeduta alla nonna nella guida del monastero. Girolamo si occupò della sua istruzione sin da quando era nella culla e la educò basandosi sui Proverbi, l’Ecclesiaste e il Libro di Giobbe. L’entusiasmo che egli mise in questo nuovo compito superò persino quello che aveva dimostrato nell’educare, circa venti anni prima, la zia Eustochio. La giovane Paola sembra avergli tenuto testa, creandogli qualche problema, vista anche l’età avanzata di Girolamo; egli infatti scrisse:

«Ho sulle mie spalle la piccola Paola, un peso che non so se sono in grado di portare».

Paola (la prima) morì i l 26 gennaio 404 e ai suoi funerali intervennero tutti i vescovi della Palestina e moltissimi monaci e monache nonchè gli indigenti che aveva curato. Fu sepolta nella grotta di san Girolamo adiacente alla grotta della Natività, sotto l’altare a Betlemme. Il discorso di commiato di Girolamo costituisce l’argomento di quella che è considerata la sua lettera più fine. La scena della sepoltura è riportata in miniatura in una copia inglese del XII secolo di un commento di Girolamo su Isaia.

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler /Internationale Free Encyclopedia Open-site 

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