BEATA MARGHERITA MOLLI

Beata Margherita Molli

(1442 – 1505) 23 gennaio

Rimasta cieca all’età di 3 mesi si dedica completamente alla MARGHERITA MOLLIpenitenza e alla contemplazione divenendo una “monaca di casa” poichè a causa della sua menomazione non le è concesso di entrare in un ordine. Viene però riempita di grazie da Dio che le elargisce il dono della profezia e dei miracoli.

Margherita visse in un periodo in cui la spiritualità laica cercava di ispirarsi il più possibile a quella monastica. Questa tendenza, influenzata ampiamente dal successo de L’imitazione di Cristo, si manifestò nel gran numero di nuove associazioni e congregazioni religiose, alcune ritirate dal mondo, altre dedicate ai laici che continuavano a seguire una vita secolare “nel mondo”. Esempi insigni sono rappresentati da quei gruppi che si raccolsero intorno a S. Francesca Romana (9 mar.) e S. Caterina da Genova (15 set.). Le notizie sulla beata Margherita Molli e della sua discepola e parente, beata Gentile Giusti, sono state riportate nell’edizione del 1535, di una “Vita di due Beatissime Donne, Margarita et Gentile”, compilata su notizie in parte ricevute dalla stessa Gentile Giusti, dal Canonico Regolare Lateranense (Agostiniano), padre Serafino Aceti de’ Porti da Fermo (1496-1540); quindi contemporaneo delle due beate. Per completezza di notizie si aggiunge, che di questa edizione non esiste oggi nessun esemplare, ma solo una copia manoscritta di detta stampa, nell’Archivio arcipretale di S. Apollinare in Russi (Ravenna). Successivi studi agiografici, si rifanno a quest’iniziale edizione.

Margherita Molli, figlia dei benestanti Francesco e Giovanna Molli, nacque nel castello di Russi a circa 15 km. da Ravenna, l’8 maggio 1442; purtroppo la sofferenza si affacciò presto nella sua vita, nonostante le ricchezze della famiglia, perché a tre mesi per una grave malattia rimase cieca, anche se non è sicuro il grado della sua cecità: si dice infatti MARGHERITA MOLLI.2che fosse sempre stata in grado di trovare la strada per una chiesa, da ciò qualcuno la considerava ipocrita. Appena poté, in base alla sua età, cominciò una vita di penitenza e di contemplazione, così inusuale in una bambina, si pensi che prese a camminare a piedi nudi con ogni tempo, già verso i cinque anni; tutti segni di una precoce inclinazione alla santità. Crebbe nella sua adolescenza e gioventù, perseverando nella penitenza, lasciato ogni bene terreno ai poveri, visse dell’altrui elemosina, infliggendosi digiuni ed asprezze, come il dormire sulla nuda terra. Fin dall’adolescenza emise il voto di verginità; a causa della sua cecità, che peraltro non le impediva di camminare speditamente e senza guida, non poté aspirare di entrare in un Ordine Religioso, pertanto intraprese una vita, che oggi diremmo, di ‘monaca di casa’, come nell’Ottocento ne fiorirono tante.
Benché vivesse appartata, la fama della sua vita santa, si diffuse nel circondario e a lei accorrevano tante persone per ascoltare i suoi consigli per una vita veramente evangelica, consolando gli afflittisuscitando pentimento nei peccatori.

Ebbe il dono della profezia, come pure quello di operare miracolipredisse la battaglia di Ravenna del 1512, il Concilio di Trento (1545-1564) e la vittoria di Lepanto del 1571. Veniva da tutti chiamata “la Madre, la Santa”; radunò nella Pieve di San Pancrazio, distante tre km. dal paese, un gruppo di giovanette per istruirle ed educarle cristianamente.
Nel 1485 a 43 anni, lasciò Russi e si recò a Ravenna, dove abitò in casa di Lorenzo Orioli, un suo devoto; proseguendo nella sua attività in tante opere di carità, visitando le chiese, ricevendo e guidando tante persone, ammirate ed attirate dal suo eroico esercizio delle virtù cristiane. Conservò una grande serenità di spirito e rassegnazione, MARGHERITA MOLLI1nonostante anche le calunnie di chi non le credeva. Ebbe a cuore, in unione col papa la difesa della cristianità contro i musulmani, nel contempo faceva pregare per l’unione di tutti i cristiani. Per i numerosi fedeli che a lei accorrevano, creò la Confraternita del Buon Gesù. Abbozzò uno statuto ma la “congregazione” non attecchì in modo stabile nella forma in cui Margherita l’aveva pensata. Dopo la sua morte essa fu comunque trasformata da padre Maluselli, suo vecchio consigliere, in un ordine di chierici regolari  conosciuto con il nome di Preti del Buon Gesù la cui opera fu molto attiva a Ravenna e in Romagna, (fu approvata nel 1538 da papa Paolo III e soppressa nel 1651 da papa Innocenzo X).

Margherita Molli morì a Ravenna il 23 gennaio 1505; si racconta che la sua modesta tomba in S. Apollinare Nuovo, diventata meta di tanti devoti, un giorno fu profanata durante l’invasione dei francesi, per cui Lorenzo Orioli, il devoto parente che l’aveva ospitata; con il consenso dei sacerdoti, trafugò il corpo e caricatolo su un asino, lo lasciò libero di andare dove volesse. In piena notte l’asino si fermò vicino alla chiesa di S. Pancrazio di Russi, sotto un grande albero, e lì fu inumato, alla luce di uno sciame di lucciole.
Nel 1659 le sue reliquie furono unite a quelle della beata Gentile Giusti, nella Chiesa del Buon Gesù di Ravenna; dopo altre traslazioni, le reliquie delle due beate riposano nella chiesa arcipretale di S. Apollinare in Russi.
Nel 1537, per disposizione di papa Paolo III, si tenne un processo per i miracoli attribuiti alle due beate. Il culto è di origine popolare e la loro festa si celebra l’ultima domenica di gennaio.

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / santiebeati.it