Lorenzo Scupoli

Lorenzo Scupoli

Presbitero, religioso e scrittore (1530-1610) 28 novembre

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di Lorenzo Scupoli inizia con questa non troppo famosa seppur impegnativa citazione: “Non riceve la corona se non chi ha combattuto secondo le regole” (2Tm 2,5). Stiamo parlando di un classico della spiritualità che ebbe tra i suoi estimatori san Francesco di Sales.

Lorenzo Scupoli nacque verso il 1530 a Otranto. Nel 1569 entrò fra i teatini quasi quarantenne e due anni dopo emise la professione religiosa; nel Natale del 1577 ricevette l’ordinazione sacerdortale. Fu discepolo di sant’Andrea Avellino, appartenente al suo stesso ordine.

Accusato e processato per un supposto “delitto” che riguardava la violazione della regola da parte del Capitolo generale del suo ordine , nel 1585 fu sospeso “a divinis” e ridotto alla categoria di fratello laico. Arrestato per un anno dovette attendere quasi la morte prima dell’assoluzione, che sopportò in piena umiltà e umanità.

Erano passati appena ventun giorni quando a Bologna appariva per la prima volta un’edizione del Combattimento spirituale con il suo nome, dopo che almeno una sessantina di edizioni erano state pubblicate anonime a partire dal 1589, in Italia e nelle maggiori lingue europee, oltre che in latino. Fra i primi lettori, com’è noto, fu san Francesco di Sales.

Morì a Napoli il 28 novembre 1610.

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di Lorenzo Scupoli

Il Combattimento spirituale è un classico spirituale di valore assoluto, che nella sua semplicità e profondità regge benissimo il confronto con i migliori scritti d’ogni tempo.

« “Con l’orazione porrai la spada in mano a Dio, perché combatta e vinca per te.” La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. » (Padre Lino Pedron)

Il combattimento spirituale, come afferma V.Gambi nell’introduzione all’opera delle ed. Paoline del 1960, è un trattato di strategia spirituale che come altre opere e vicino alla spiritualità ignaziana conduce l’anima a una perfezione tutta interiore.

In che consista la perfezione cristiana. Per acquistarla bisogna combattere. Quattro cose necessarie..

Da qui parte Lorenzo sottolineando che molti hanno equiparato questa battaglia alle mortificazioni corporali, alle preghiere e ai digiuni, alle mense eucaristiche e alla consacrazione, ma egli afferma che questi sono sì mezzi e azioni potentissimi per prendere vigore e forza contro la propria malizia e fragilità; per armarsi contro gli assalti e gli inganni dei nostri comuni nemici; per provvedersi di quegli aiuti spirituali che sono necessari a tutti i servi di Dio e massimamente ai principianti.

Bisogna però fare molta attenzione affinchè ciò non diventino solo frutto del nostro orgoglio che ne priva il cuore. Perchè in questo modo il demonio prende in mano la situazione e pur lasciando loro queste buone inclinazioni alimentando in loro il desiderio di sentirsi grandi in ogni cosa e soprattutto migliori degli altri. Solo nel momento della difficoltà si potrà comprendere se detti sentimenti nascevano dal cuore o dalla superbia.

Per tale motivo assai più agevolmente si converte e si riduce al bene il peccatore pubblico, anziché quello occulto e coperto con il manto delle virtù apparenti.

E perché, aspirando tu all’altezza di tanta perfezione, devi fare continua violenza a te stessa per espugnare generosamente e annullare tutte le voglie, grandi o piccole che siano, necessariamente conviene che con ogni prontezza d’animo ti prepari a questa battaglia: infatti la corona non si dà se non a quelli che combattono valorosamente.

Secondo Lorenzo sono quattro le armi sicurissime e necessarie per ottenere la vittoria nel combattimento spirituale, al contrario di Santa Caterina da Bologna che ne suggeriva addirittura sette:

1. la diffidenza di noi stessi,

Vi sono quattro modi per ottenerla:

  • Il primo è che tu consideri e conosca la tua viltà e nullità e che da te non puoi fare alcun bene per il quale meriti di entrare nel regno dei cieli.
  • Il secondo è che con ferventi e umili preghiere la domandi spesso al Signore, poiché è dono suo.
  • Il terzo modo è che ti abitui a temere te stessa, il tuo giudizio, la forte inclinazione al peccato, gli innumerevoli nemici ai quali non hai forza di fare una minima resistenza
  • Il quarto modo è che quando ti avviene di cadere in qualche difetto, allora tu possa comprendere che se Dio ha permesso la tua caduta, è affinché, tu acquisti una maggiore consapevolezza e luce di prima.

2. la confidenza in Dio,

Vi sono quattro modi per ottenerla:

  • domandarla a Dio;
  • considerare e vedere con l’occhio della fede l’onnipotenza e la sapienza infinita di Dio, al quale niente è impossibile (cfr. Lc 1,37);
  • ricorrere con la memoria alla verità della sacra Scrittura;
  • quando ti capita qualcosa da fare e di intraprendere qualche battaglia e vincere te stessa, prima che ti proponga o ti risolva di volerla fare rivolgiti con il pensiero alla tua debolezza e, diffidando completamente, volgiti poi alla potenza, alla sapienza e alla bontà divina. 

Come possa conoscersi se l’uomo opera con la diffidenza di sé e con la confidenza in Dio lo si vedrà chiaramente in base agli effetti che produce in noi ogni caduta.

3. l’esercizio 

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Questo esercizio si deve fare principalmente con l’intelletto e con la volontà. Quanto all’intelletto deve essere da noi guardato da due cose che sogliono combatterlo.

  • l’ignoranza, che lo oscura e gli impedisce la conoscenza del vero, che è il suo oggetto proprio. Perciò con l’esercizio lo si deve rendere lucido e chiaro, perché possa vedere e discernere bene quanto ci è necessario per purificare l’anima dalle passioni disordinate e ornarla delle sante virtù. Questo lume in due modi si può ottenere. Il primo e più importante è l’orazione, pregando lo Spirito Santo. L’altro modo è un continuo esercizio di profonda e leale considerazione delle cose per vedere come siano, se buone o cattive: e ciò secondo come insegna lo Spirito Santo e non come appaiono all’esterno, si rappresentano ai sensi e giudica il mondo.
  • L’altra cosa da cui dobbiamo difendere l’intelletto è la curiosità perché, riempiendolo noi di pensieri nocivi, vani e impertinenti, lo rendiamo inabile e incapace di apprendere ciò che più appartiene alla nostra vera mortificazione e perfezione. Per cui tu devi essere come morta in tutto a ogni investigazione delle cose terrene non necessarie, sebbene lecite. 

Opponiti per tempo a così pericolosa superbia, prima che ti penetri nelle midolla delle ossa. Rintuzza l’acutezza del tuo intelletto: sottoponi facilmente il tuo parere a quello altrui; diventa pazza per amore di Dio e sarai più saggia di Salomone.

4. l’orazione. 

Pregare lo Spirito Santo che si degni infondere il lume nei nostri cuori. Questo lo farà sempre, se in verità cercheremo Dio solo; se cercheremo di fare la sua santa volontà e se sottoporremo ogni cosa insieme al nostro giudizio alla decisione del padre spirituale.

In qual modo la mattina di buon’ora debba scendere in campo il soldato di Cristo

Appena sveglia, la prima cosa che dovranno osservare i tuoi occhi interiori è il vederti dentro uno steccato chiuso con questa legge: chi non vi combatte, vi resta morto per sempre.

In questo steccato immaginerai di vedere innanzi a te da una parte quel nemico e quella tua cattiva inclinazione, già individuati per espugnarli e che invece sono armati per ferirti e darti la morte; e dal lato destro il tuo vittorioso Capitano Cristo Gesù con la sua santissima madre Maria Vergine insieme al suo carissimo sposo Giuseppe, con molte squadre di angeli e santi e particolarmente con san Michele arcangelo; dal lato sinistro, poi, crederai di vedere il demonio infernale con i suoi per eccitare la suddetta tua passione, istigandoti a cedere ad essa.
In tale steccato ti sembrerà di sentire una voce forse del tuo angelo custode, che cosi ti dice: “Tu oggi devi combattere contro questo e contro altri tuoi nemici. Non s’impaurisca il tuo cuore né si perda d’animo, non ceda ad essi per timore o per altro rispetto a cosa alcuna, perché nostro Signore e tuo Capitano è qui con te con tutte queste gloriose squadre: egli combatterà contro tutti i tuoi nemici, non permettendo che prevalgano su di te in forze e capacità (cfr. Dt 20,34). Sta’ salda, fatti violenza e sopporta la pena che talora sentirai nel farti violenza. Grida spesso dall’intimo del cuore e chiama il tuo Signore, Maria Vergine e tutti i santi, perché senza dubbio ne riporterai vittoria. Se tu sei fiacca, impedita dalle tue cattive abitudini, e se i tuoi nemici sono molti e forti, moltissimi sono gli aiuti di chi ti ha creata e redenta; oltremodo e senza paragone alcuno più forte è il tuo Dio e ha più voglia lui di salvarti che non il nemico di perderti. Combatti pure e non ti rincresca talora la sofferenza, perché dalla fatica, dalla violenza contro le tue cattive inclinazioni e dalla pena che si sente per le cattive abitudini nascono la vittoria e il grande tesoro con cui si compra il regno dei cieli e l’anima si unisce per sempre con Dio“.

Nel nome del Signore comincerai a combattere con le armi della diffidenza di te stessa e della confidenza in Dio, con l’orazione e con l’esercizio chiamando a battaglia quel nemico e quella tua inclinazione che, secondo l’ordine suddetto, ti sei risoluta di vincere ora con la resistenza, ora con l’odio e ora con gli atti della virtù contraria ferendoli più e più volte a morte per far piacere al tuo Signore, che con tutta la chiesa trionfante sta a vedere il tuo combattimento. Di nuovo ti dico che non ti deve rincrescere di combattere, se consideri l’obbligo che tutti abbiamo di servire e di piacere a Dio e la necessità di combattere, non potendo fuggire da questa battaglia senza ferite e senza morirne. Ti dico di più: quando tu come ribelle volessi fuggire da Dio e darti al mondo e alle delizie della carne, a tuo dispetto ti è necessario combattere con tante e tante contrarietà, che spesse volte suderai in volto e il cuore sarà penetrato da angosce mortali.

A questo punto considera che sorta di pazzia sarebbe il sostenere quella fatica e quella pena che comportano maggior fatica e pena insieme alla morte senza fine, se tu fuggissi quella che, finendo invece presto, ci unisce alla vita eterna e infinitamente beata dove godremo per sempre il nostro Dio.

Fontihttp://www.preghiereagesuemaria.it/libri/il%20combattimento%20spirituale.htmhttps://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Scupoli

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