Letture di mercoledì 22 novembre 2017

LETTURE DI MERCOLEDÌ

22 novembre 2017

SANTA CECILIA

“… “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha…”

NOSTRA SIGNORA DEL SOUFANIEH

MADRE DI DIO PRONTA AD ASCOLTAREicona-della-madre-di-dio-pronta-ad-ascoltare

Icon of the Mother of God “Quick to Hear” – 22 novembre – Il monastero di Dochiariou è uno dei venti monasteri della Chiesa ortodossa oggi esistenti nella penisola del Monte Athos, in Grecia. È dedicato agli arcangeli Michele e Gabriele.Nella chiesa è custodita l’icona della della Madre di Dio pronta ad ascoltare.

San Pietro Esqueda Ramirezsan-pietro-esqueda-ramirez3

Sacerdote e martire (1887-1927) 22 novembre – Non trascurare il catechismo per nessun motivo”: consiglio normale in bocca ad un prete; che assume però valore di testamento, se si considera che viene pronunciato pochi minuti prima dell’esecuzione, alla quale il prete viene condotto in mezzo a botte, spintoni ed insulti.

Questa è una martire della fede, che sparse per Cristo il suo sangue; non temette le minacce dei giudici e raggiunse il regno del cielo.

PREGHIERA DEL MATTINO

Ascolta, Signore, la nostra preghiera e per intercessione di santa Cecilia, vergine e martire, rendici degni di cantare le tue lodi. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

2 Mac 7, 1. 20-31 – Dal secondo libro dei Maccabèi.

In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi».
martiriosettefratelliAntioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi. Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.
Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio; chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: «Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».
Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal.16

RITCi sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

volto7Ascolta, Signore, la mia giusta causa, sii attento al mio grido. Porgi l’orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c’è inganno. Rit

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno. Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio; tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole. Rit.

Custodiscimi come pupilla agli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi. Io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio m i sazierò della tua immagine. Rit.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

Alleluia.

VANGELO

Lc 19, 11-28 – Dal Vangelo secondo Luca

PARABOLA DEI TALENTIIn quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.

Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

I talenti: oltre i calcoli umani.

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Siamo i depositari dei beni di Dio. Egli ci ha colmato di doni, primo fra tutti quello prezioso della libertà. «Grandi cose ha fatto il Signore per noi!», esclamavano colmi di riconoscenza gli antichi cantori. I talenti o le mine di cui parla il vangelo di oggi, questo ci ricorda e ci ammonisce che dobbiamo sentire impellente il dovere di far fruttificare con tutta la nostra vita i doni ricevuti. Un albero stèrile, un tralcio che si priva della linfa dalla vite, è inevitabilmente condannato ad essiccare, ad essere tagliato e gettato nel fuoco. La fedeltà a questo sacrosanto impegno non può mai venir meno, neanche quando ci pare che colui che ce lo ha elargito gratuitamente è lontano da noi. Non dovremmo mai dimenticare che saremmo sottoposti ad un giudizio. Non ci giustifica neanche la paura di perderli perché i doni di Dio, di loro natura, sono sempre fecondi. Dipende soltanto da noi far sì che si moltìplichino per la gloria di Dio, per la nostra personale santificazione e per il bene del nostro prossimo. Questa è la via che sconvolge poi i nostri calcoli e ci stupisce: tutto ciò che non viene fatto fruttificare viene dato a chi ha operato giustamente e ha moltiplicato le dieci mine, e ciò affinché anche quella mina inutilizzata, perché riposta nel fazzoletto, possa essere resa fruttuosa. I beni di Dio, i doni, i carismi, non sono destinati esclusivamente a noi debbono essere sparsi come un buon seme che porta molto frutto. Ridiamoli, restituiamoli a chi ne ha bisogno. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

portare fruttoO Signore oggi ci inviti a prendere coscienza dei doni che ci hai elargito, perché possiamo portare frutti abbondanti, per questo Ti ringraziamo e Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno.
O Dio, creatore del cielo e della terra, che hai fatto l’uomo a Tua immagine, fà che, riconoscenti per la vita che abbiamo ricevuto e dei doni di cui l’hai arricchita, portiamo frutti abbondanti per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.