LETTURE DI DOMENICA
19 novembre 2017
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
“… il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.…”
MADONNA DELLA DIVINA PROVVIDENZA
San Juan, Porto Rico – 19 novembre 1950 (incoronazione) – Questa devozione ebbe origine in Italia nel XIII secolo fu importata a Porto Rico diventandone poi la patrona. La sua immagine è venerata in una cappella nella Cattedrale Metropolitana di San Juan nella capitale portoricana.
San Narsete il Parto
MARTIRE (ca. 330 – ca. 373) 19 novembre – Sposò una principessa armena che morì tre anni dopo avergli alla luce quello che sarebbe diventato un santo. Nominato vescovo fu un tenace riformatore e per questo venne ingannato e avvelenato.
PREGHIERA DEL MATTINO
PRIMA LETTURA
Prv 31, 10-13. 19-20. 30-31 – Dal libro dei Proverbi
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Sal.127
RIT: Beato chi cammina nelle vie del Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d’ogni bene. Rit
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Rit
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! Rit
SECONDA LETTURA
1 Ts 5, 1-6 – Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, Alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore, chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.
VANGELO
Mt 25, 14-30 – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Lettura ed Omelia di Don Ferdinando Colombo
(DISPONIBILE DA DOMENICA)
COMMENTO
I doni di Dio.
La vita, l’esistenza, la fede, tutto quello che siamo e di cui godiamo, l’abbiamo ricevuto in dono gratuito. […] Ci siamo così impossessati in modo stabile dei doni fino a ritenerli definitivamente nostri. Se i doni sono gratuiti e ci appartengono ciò non significa che possiamo farne un uso esclusivo personale: dobbiamo costantemente ricordarci che ci sono stati affidati dal Signore e tutto deve essere orientato per la sua gloria. […] Ognuno è responsabile di quanto ha ricevuto, ognuno deve sentirsi impegnato ad impiegarlo nel modo migliore. Solo a queste condizioni potremmo sentirci ripetere: “Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. La ricompensa per la alacre fedeltà è infinitamente superiore ad ogni attesa. Il premio finale è la partecipazione definitiva alla gioia del Signore. È significativo che questo brano evangelico ci sia offerto mentre volge al termine l’anno liturgico. Una tappa che ci ricorda un adempimento e un compimento, che ci induce a fare un bilancio del tempo e della vita in attesa di quello finale. Non possiamo lasciarci condizionare dalla paura che è sempre una cattiva consigliera. Non ci è lecito mettere sotterra il prezioso talento. Non dovremmo mai arrivare all’assurdo di incolpare il Donatore del mancato frutto dei nostri doni[…] (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)
PREGHIERA DELLA SERA
La Tua parola o Signore è luce sul nostro cammino, fondamento della nostra fede e alimento di comunione fraterna. Ti affidiamo, oggi o Padre le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. O Dio, eterna luce e giorno senza tramonto, assisti il Tuo popolo e conducilo alla meta del suo pellegrinaggio terreno, per Cristo nostro Signore, che vive e regna con Te per i secoli dei secoli. Amen.