Basilica di S. Maria Maggiore

Basilica di S. Maria Maggiore

N. S. DEL SACRO CUORE DI GESÙ BAMBINO 

Bologna – 14 novembre

La Basilica di S. Maria Maggiore è la più antica chiesa dedicata alla Madonna nella Diocesi di Bologna. Per trovarne l’origine bisogna iniziare dall’antica venerazione medioevale al Sacro Cuore di Gesù, promossa a festa da Giovanni Eudes. 

La tradizione ne fissa le origini al VI secolo lungo via Galliera (cardo massimo della città romana) e il corso del ramo occidentale del torrente Àposa, rendendola coeva delle grandi basiliche bizantine di Ravenna. In piena età romanica fu restaurata e in parte ricostruita, con l’aggiunta del campanile, tanto da meritare una nuova solenne consacrazione nel 1187.

Di grande interesse è la recente scoperta di una Croce lapidea datata 1143, la più antica croce viaria bolognese conosciuta, rinvenuta sotto il portico della chiesa nel 2013 durante i lavori di consolidamento (cfr. R. Budriesi 2016).

La Basilica fu retta dalle monache benedettine fino a quando il 31 luglio 1243 al loro posto, con bolla papale, fu insediato un Capitolo di canonici dal celebre Ottaviano Ubaldini, amministratore della Diocesi e cardinale, ricordato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Nel XIII e XIV secolo la chiesa era la sede della Compagnia della Branca, una delle compagnie d’armi del Comune medievale a capo del quartiere di Porta Stiera.

Membri delle famiglie nobili più importanti della città come i Bentivoglio e i Grassi furono priori della Collegiata tra il XV e il XVI secolo e altre famiglie della parrocchia si tramandarono per secoli i giuspatronati degli altari (Felicini, Alamandini, Tanari, Aldrovandi, Fibbia Fabri, Ranuzzi, Hercolani).

Nel 1573 circa, la cappella maggiore fu ampliata a spese della famiglia Alamandini e arricchita con la bella pala absidale della Circoncisione, ultima opera di Giovanni Francesco Bezzi detto il Nosadella, allievo di Pellegrino Tibaldi, e completata da Prospero Fontana dopo la morte del pittore nel 1571. Pregevole è la pala di Orazio Samacchini (1564 ca.), che raffigura la Madonna col Bambino, S. Giacomo Minore e S. Antonio Abate, commissionata dai Tanari per la loro cappella nella navata destra, capolavoro giovanile del pittore manierista.

Nel 1665, ad opera dell’architetto Paolo Canali, fu sostituito il soffitto a cassettoni con una volta a botte e ricostruito il portico della facciata che successivamente fu sovrapposto di un piano abitabile, adibito a canonica. Il progetto del Canali, rimasto incompiuto, si adeguò ai modi dell’architettura barocca, senza dimenticare la tradizione bolognese cinquecentesca: il portico, infatti, monumentale ma severo, è una citazione dell’architettura delle antiche basiliche cristiane.

Nel XVIII secolo il Papa bolognese Benedetto XIV Lambertini, come è ricordato in una grande lapide del 1752 sulla controfacciata, fu munifico nei confronti della Basilica mariana facendone rifare completamente il tetto, prolungando la cappella maggiore, collocando un nuovo altare marmoreo su disegno dell’architetto Alfonso Torreggiani e dotando la chiesa dell’ottimo organo a canne di Filippo Gatti. Con queste radicali trasformazioni l’attuale Basilica può considerarsi finita.

A testimoniare i passati splendori della Basilica restano i pregevoli arredi sacri, in particolare la ricca serie di reliquiari lignei, e le numerose opere d’arte conservate al suo interno. Si possono ammirare, oltre a un bel Crocifisso di fico del sec. XIV, numerosi dipinti, sculture e stucchi dei più celebri artisti che operavano a Bologna tra il XVI e il XIX secolo.

A Bologna, la festa è celebrata al 14 novembre con un ottavario nel 2011 dedicato alle vocazioni sacerdotali.

Fontehttp://www.decanati.it/documenti%5Cstoria%5CmadonnaOltrona.pdf