Ven. Riccardo Andrea Maria Borello

Ven. Riccardo Andrea Maria Borello

Fratello laico, Discepolo Paolino (1916-1948) 4 settembre

Un altro figlio della Pia Società S. Paolo, che si avvia verso la beatificazione, cioè il riconoscimento ufficiale su questa terra, dei suoi meriti spirituali e apostolici, nel suo caso nel campo della Comunicazione Sociale.

Riccardo Borello, nacque a Mango provincia di Cuneo, l’8 marzo 1916, rimase orfano del padre, deceduto durante la Prima Guerra Mondiale e fu educato dalla madre, che nel 1925 si risposò, trasferendosi con il marito a Castagnole Lanze (Asti), portando con sé i figli Riccardo e Maria.

In questo paese, Riccardo continuò il lavoro che già svolgeva in famiglia, di servo di campagna, presso una famiglia di contadini, con entusiasmo militò tra le file dell’Azione Cattolica, santificando la sua giovinezza con la preghiera e nell’accettazione del lavoro, offerto come mezzo di santificazione propria.

Grazie alla lettura della biografia di Maggiorino Vigolungo, allievo della “Scuola tipografica Editrice”, conobbe la Pia Società S. Paolo, fondata da don Alberione e l’8 luglio 1936 a 20 anni, assecondando la chiamata di Dio, entrò nella Società S. Paolo, come aspirante Discepolo del Divin Maestro; attratto dal desiderio di divenire anch’egli un apostolo della ‘Buona Stampa’.

Il 19 marzo 1937 vestì l’abito religioso come fratello laico o ‘discepolo’ come si dice nell’Istituzione; prendendo il nome di Andrea Maria. In aprile iniziò il noviziato a Roma e il 7 aprile 1938 emise i voti rientrando poi nella casa-madre dell’Istituto ad Alba (Cuneo) dove fu assegnato prima ai lavori di cartiera e poi al laboratorio di calzoleria.

Nel suo grande amore alla vocazione e alla Congregazione, con il consenso del suo direttore spirituale, fece speciale offerta della vita a Dio, perché tutti i chiamati fossero fedeli alla grazia della loro vocazione.

Emise i voti perpetui il 20 marzo 1944; dopo quattro anni a soli 32 anni venne colpito da una tubercolosi fulminante, morendo nella casa di cura, che l’Istituto aveva allora a Sanfré (Cuneo) il 4 settembre 1948.

Nel 1959, la salma venne traslata dal locale cimitero alla cappella dell’Istituto nel cimitero di Alba e successivamente nella chiesa di S. Paolo Apostolo sempre in Alba. Le lettere e altre cose di fratel Andrea Maria Borello, furono bruciate alla sua morte, per ordine dei sanitari legali, per evitare il pericolo di contagio.

Il primo processo per la sua beatificazione si ebbe in Alba il 31 maggio 1964 e gli atti successivi proseguono presso la Congregazione competente a Roma.

Fontehttp://www.santiebeati.it/dettaglio/91364