MIRACOLO DI S. MARGHERITA SUI SARACENI

MIRACOLO DI S. MARGHERITA SUI SARACENI

Villamagna (CH) 13 luglio 1566

Da circa quattro secoli nel borgo medievale di Villamagna, ogni anno, il 13 luglio e la sera del primo sabato di agosto si svolge una festa in onore di Santa Margherita, che scongiurò l’attacco del paese da parte dei saraceni guidati da Pialy Pascià, nel 1566.

Villamagna è un piccolo paese della provincia di Chieti dove ogni anno si rinnova la vicenda dei Saraceni che, sbarcati furtivamente sulle coste del vicino Adriatico, si spinsero lungo la Valle del Foro per assediare il paese. Grazie all’intervento di Santa Margherita, patrona del luogo, però, il borgo fu salvato.

Per rievocare questo straordinario intervento la mattina del 13 luglio, dopo le cerimonie religiose e la processione con la statua di Santa Margherita che attraversa le strade del centro, ha luogo, alle ore 12,00 circa, la rappresentazione di una battaglia che in un’ora circa ricostruisce tutte le fasi di quell’assedio.

Un gruppo di giovani vestiti alla turca armati di lance, alcuni a cavallo altri a piedi marciano mimando una incursione mentre un drappello di tre soldati, mandato in avanscoperta, si trova improvvisamente davanti una misteriosa ragazza che li prega di desistere dai loro propositi distruttivi e poi sparisce.

Ma i Saraceni vengono rincuorati dal comandante che li incita a proseguire, fatta poca strada ecco che la fanciulla misteriosamente riappare e li esorta di nuovo a tornare indietro. I Saraceni decidono lo stesso di sferrare l’ultimo attacco, ma si trovano davanti una trave incandescente che sbarra loro il passo, mentre la fanciulla riapparsa di nuovo oltre il fuoco li ammonisce severamente.

I belligeranti sconvolti indietreggiano fino alla località la Croce dove decidono di rinunciare all’assedio e al saccheggio e di entrare a Villamagna da amici.  Avanzano quindi fino alla chiesa dove la popolazione è raccolta in preghiera davanti alla statua della santa in cui riconoscono la fanciulla misteriosa e il capitano le dona il suo pennacchio tempestato di gemme.

La rappresentazione si conclude con la conversione dei saraceni a cui vengono offerti dolci e vino, mentre la Santa viene omaggiata da fanciulle recanti in testa cesti ricolmi di spighe di grano ornate di rami di basilico, fiori e ciambelle. Queste offerte richiamano alle feste agrarie di ringraziamento di cui fanno spesso menzione i folcloristi del secolo scorso.

Fonti varie