Serva di Dio Anfrosina Berardi

Serva di Dio Anfrosina Berardi

Fanciulla (1920 – 1933) 13 marzo

Morta dopo un attacco di appendice degenerato in occlusione intestinale all’età di 11 anni.  Cercò di sopportare i dolori che aveva, certa che il Signore aveva sofferto ben più di lei. Devotissima alla Vergine Maria, affermava di vederla spesso e di aver ricevuto da lei doni particolari, come il preannuncio del giorno della sua morte.

Nasce il 6 dicembre 1920 a San Marco di Preturo (nei pressi di L’Aquila), in una modesta famiglia contadina di nove figli. Lei ultimogenita di Isidoro Berardi, agricoltore, e di Santa Cucchiella, casalinga. Al battesimo, celebrato sei giorni dopo, ricevette i nomi di Anfrosina Altabella: il primo è probabilmente un’alterazione di Ambrogina, dato che l’indomani ricorreva la memoria di sant’Ambrogio di Milano. Dal carattere schivo e amante della solitudine, riesce però ad essere attiva e servizievole. Apprese le prime preghiere dalla mamma.

Nell’aprile 1931 comincia ad accusare forti dolori addominali, che ne determinano il ricovero ospedaliero a L’Aquila e il 14 maggio viene sottoposta ad appendicectomia. L’intervento chirurgico non sembra tuttavia risolvere i suoi problemi, perchè continua a non aver appetito e ad accusare i soliti dolori, che anzi si fanno via via più insopportabili. Una successiva radiografia evidenzierà una progressiva occlusione intestinale, cui neanche chirurgicamente sarà possibile porre rimedio. Sempre più indebolita e sofferente, la bambina deperisce di mese in mese e la scienza medica si dichiara impotente anche solo a mitigarne il dolore.

Consapevole del suo progressivo peggioramento, si dice preoccupata soprattutto che la morte le impedisca di ricevere la Prima Comunione. Un’ulteriore sofferenza che le viene risparmiata, perché  il 13 ottobre 1932, insieme alle sue compagne, ha la gioia di ricevere Gesù per la prima volta e anche il sacramento della Cresima. Non ha però la forza di partecipare al piccolo rinfresco che la famiglia le ha preparato: ormai, i forti dolori che prova e il continuo senso di nausea le impediscono di assumere cibi solidi, ma anche i liquidi le devono essere somministrati a piccolissimi sorsi.

In quel periodo, iniziarono a manifestarsi in lei episodi straordinari. Nel giro di poco tempo, il suo nome fu noto in tutto l’Abruzzo. Il numero dei visitatori cresceva col passare dei giorni, e lei li riceveva tutti pazientemente, raccomandando loro di affidarsi alla Madonna, di riprendere ad accostarsi ai sacramenti e di pregare per i defunti.

Questi visitatori sono i primi testimoni delle sue frequenti estasi e dei suoi colloqui soprannaturali, al termine dei quali, con assoluta semplicità, riferisce di aver incontrato la Madonna ed i messaggi che da lei ha ricevuto. Sembra, a detta dei suoi primi biografi, che si sviluppi in lei anche la capacità di leggere nei cuori, invitando alla conversione soprattutto chi le si avvicina in stato di peccato.

Al fratello maggiore, che vorrebbe chiedere un ultimo consulto medico, dice apertamente che si tratterebbe di una spesa inutile, avendo avuto comunicazione dalla Madonna di una morte imminente. Anzi, arriva il momento in cui dalla Madonna conosce esattamente il giorno e l’ora in cui sarebbe morta e lo comunica ai parenti, con la tranquillità di chi sa di finire in braccia materne che la accompagneranno direttamente in paradisoIo non muoio, ma vado in Paradiso con la Madonna».

Il mattino del 13 marzo, autorizzata dalla Madonna a rompere il digiuno eucaristico, chiede un cucchiaio di caffè caldo e si prepara a ricevere quella che sa essere la sua ultima comunione, che il parroco le porta verso le 7; a metà mattinata, dopo aver sorriso ai genitori, alzando il braccio come per tracciare un segno di croce sui presenti, si addormenta dolcemente nella morte.

L’incessante e massiccio accorrere delle persone che vogliono vederla per l’ultima volta obbligano la famiglia, prima a trasferire il feretro in piazza e poi a spostare il funerale a fine giornata del giorno successivo. Cominciano subito a verificarsi fatti inspiegabili e guarigioni che hanno del prodigioso, che altro non fanno che aumentare la fama di santità di Anfrosina; molti riferiscono anche di averla vista in sogno, soprattutto come richiamo alla conversione. Così nel 1962 la diocesi inizia il processo di beatificazione di Anfrosina Berardi, mentre la sua salma viene traslata nella chiesa parrocchiale di San Marco Evangelista a Preturo, dove ogni anno, nella domenica più vicina al 13 marzo, si svolge una Messa solenne per chiedere la sua beatificazione.

PREGHIERA

Signore Dio, Trinità Santissima, che hai voluto ricolmare di doni così insigni la tua serva Anfrosina Berardi, se è conforme al tuo disegno di glorificare questa angelica fanciulla, accogli le mie ardenti preghiere e concedimi per mezzo di lei la grazia particolare che ti chiedo…

Te ne supplico vivamente, Padre misericordioso, anche per intercessione della Vergine Santissima, che la pia Anfrosina ha tanto amato e dalla quale ha ricevuto segni così straordinari di materna predilezione. Amen.

Padre nostro, Ave Maria e Gloria al Padre.

Fontehttp://www.santiebeati.it/dettaglio/91630