MADONNA DEI RIMEDI DI PALERMO

MADONNA DEI RIMEDI DI PALERMO

26 febbraio 1950

Nel 1064, la Madonna apparve consigliando di accendere un fuoco per sconfiggere un terribile morbo suscitato da ragni velenosi. Il 26 febbraio 1950 il Cardinale Ruffini grande devoto mariano dona al tempio il più grande tesoro, il simulacro della Madonna.

Ruggero I° re dei Normanni, conquistata col fratello Roberto il Guiscardo la Calabria verso la metà del sec. XI, muove verso la Sicilia, da due secoli in possesso dei Saraceni. La vittoria lo accompagna dovunque, e cosi di tappa in tappa si avvicina a Palermo tenuta saldamente dagli Arabi.

Durante l’assedio lungo e difficile, tra gli accampamenti normanni si diffonde un terribile morbo, causato da insetti velenosi (una specie di ragni). Trovati inutili i rimedi umani, il pio Ruggero si rivolge alla Madonna. Questa gli appare e gli suggerisce di accendere un fuoco tra gli accampamenti. Il morbo scompare (1064). Nel 1072 Ruggero entra in Palermo e fa erigere un tempietto alla Madonna, con l’iscrizione: “Alla Madre di Dio e di misericordia” sotto il titolo di “Rimedio di S. Maria”, che divenne in seguito “Madonna dei Rimedi”. Questo titolo rimase, mentre non sappiamo le vicende del tempio ruggeriano.

All’inizio del 1600 era viceré di Sicilia Don Fernando Paceco Duca di Villena. In un’ora di grandi angustie fece venire da Roma un suo grande amico e consigliere, il rev. P. Domenico di Gesù Maria, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, e n’ebbe tanto conforto che offri al rev. Padre una “fondazione”. E cosi negli anni 1610-1611 ebbe inizio il nuovo monastero la dove un tempo sorgeva “la Madonna dei Rimedi”.

Presto però il Villena ebbe a successore D. Pietro Giron Duca d’Ossuna, che si mostrò contrarissimo a tale fondazione in quel posto “per ragioni militari, ed era deciso di allontanare senz’altro i Monaci, che timorosi e fiduciosi attendevano salvezza dalla Madonna.

II viceré ebbe una visione o rivelazione, con le chiarissime parole: “Perché molestare i miei figli e cacciarli da un luogo a me consacrato ? Non basto forse io a difendere il tuo palazzo e la città dal nemico?”. Da quel momento il viceré divenne valido difensore e benefattore munifico e del monastero e del tempio, che sorse grande e maestoso, nello stile rinascimentale siciliano proprio del 600: e fu inaugurato con ogni solennità nel 1625 col titolo di ” Madonna dei Rimedi”.

La Spagna con i suoi viceré aveva inciso moltissimo nell’animo religioso dei palermitani: per questo la voce popolare ha battezzato la nostra chiesa e la vasta piazza antistante col nome di S. Teresa, perché proprio mentre fervevano i lavori di costruzione saliva agli onori degli altari la grande Teresa d’Avila: beatificata 1619 e canonizzata 1622. Tutta la città si fece partecipe delle grandi feste di circostanza e si andò a vedere “I monaci di S. Teresa, e la chiesa dei monaci di S. Teresa“, e così l’appellativo rimase! […]

Per oltre 200 anni il tempio ebbe vita prosperosa: fino al tempo della Rivoluzione delle idee e delle istituzioni (meta dell’800). Nel 1860 Garibaldi entrava trionfalmente in Palermo, e il nostro monastero veniva invaso dalle nuove soldatesche, sostituendo quelle regie borboniche che da qualche tempo ne occupavano una parte. Nel 1866, con l’unita d’Italia, un decreto di soppressione degli Ordini religiosi cacciava gli ultimi monaci e spegneva la lampada del tempio. Questo venne adibito via a deposito, a dormitorio, a stalla... Quadri, altari, suppellettili, ecc., tutto venne asportato, tutto restò profanato. Cosi per 89 anni.

Tale oltraggio alla religione e all’arte cessava per l’opera del Card. Ernesto Ruffini che con il solito coraggio superando innumerevoli difficoltà, coadiuvato anche dal Presidente della Regione On. Alessi, riusciva a riscattare il tempio dal Ministero della Difesa: 1948, e poco dopo lo consegnava alla cure degli antichi proprietari, i Carmelitani Scalzi (i monaci di S. Teresa) che proprio allora dal Veneto scendevano in Sicilia per interessamento del Comm. Bartolini di Roma e dei Superiori dell’Ordine. Cosi la Madonna un’altra volta si dimostrava veramente “la Madonna dei Rimedi”.

Santa Teresa d’Avila

Il 26 febbraio 1950 il Cardinale dona al tempio il più grande tesoro, il simulacro della Madonna, squisita opera gaginiana, che stava nel cortile dell’Arcivescovado. L’attenzione e la devozione dei fedeli si fanno entusiasmo, che venne incoronato il 16 luglio dell’anno successivo con un diadema d’argento.

Il 16 maggio 1953, festa di S. Simone Stok (il Santo che nel 1251 ebbe dalla Madonna il S. Scapolare come segno di protezione e di salvezza : il tempio viene dichiarato ufficialmente con apposito Decreto del Cardinale Santuario mariano cittadino e diocesano.

La festa della Madonna dei Rimedi è la Natività di Maria, l’8 settembre.

Alla morte del Card. Ruffini il devotissimo della Madonna nel suo Testamento esprime la sue ultima volontà di restare sempre “nel tempio del suo voto”, dettando lui stesso l’epigrafe per la tomba:

 ” Ernesto Card. Ruffini Arcivescovo di Palermo e Amministratore Apostolico di Piana degli Albanesi 19-1-1888 – m. 11-6-1967 Tanto amò la Madonna in vita ché ha voluto essere sepolto accanto a Lei “.

La Preghiera composta da Sua Santità Pio XII

O Madre clemente e pia, la cui anima fu trapassata dalla spada del dolore, eccoci, noi poveri malati accanto a te, sul Calvario del tuo Gesù.

Eletti alla sublime grazia della sofferenza e desiderosi di compiere anche in noi quel che manca alla passione di Cristo, a pro del corpo di lui che è la Chiesa (Cfr. Col. i, 24), noi consacriamo a te le nostre persone e le nostre pene, affinché tu ponga le une e le altre sull’altare della Croce del tuo divin Figlio, umili ostie di propiziazione per la salute spirituale nostra e dei fratelli.

Accogli, o Madre addolorata, questa nostra consacrazione, e convalida nei nostri cuori la grande speranza che, come siamo partecipi dei patimenti di Cristo, cosi possiamo aver parte al suo conforto nella presente e nella eterna vita. Cosi sia !

PREGHIERA
alla Madonna dei Rimedi del Card. Ruffini

Maria, Madre di Gesù, vedi da quanti mali sono preso e circondato.

Innumerevoli colpe hanno macchiato l’anima mia, smoderate passioni minacciano di travolgermi ancora nel peccato, lusinghe ognor crescenti mi trascinano, incauto, verso l’errore e la corruzione.

Tu che sei il Rifugio dei peccatori, l’Aiuto dei Cristiani e la Mediatrice di tutte le grazie, porgi a me, misero, il rimedio del tuo soccorso.

Madre mia, fiducia mia, mostra che sei mia Madre infiammando d’amor di Dio il mio cuore. Cosi sia.

FONTE: http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20palermo.htm