MADONNA DI KABUL

MADONNA DI KABUL

Cappella inaugurata il 1° gennaio 1933

madonna-di-kabul4Sembrerà strano, ma anche a Kabul abbiamo una Santa Madre che veglia sui suoi figli, il suo nome è Madonna della Divina Provvidenza e si trova nell’unica cappella rimasta, quella dell’Ambasciata Italiana. E’ qui che ogni domenica almeno un centinaio di cristiani si radunano per la Santa Messa.

La Repubblica dell’Afghanistan non riconosce alcun cittadino afgano come appartenente al cristianesimo, non è inoltre consentito legalmente convertirsi. Anche se non ci sono leggi esplicite che vietano il proselitismo, molte autorità e la maggior parte della società civile vedono la prassi in contrasto con le credenze dell’Islam. C’è solo una chiesa legalmente riconosciuta in Afghanistan e si trova all’interno del quartiere diplomatico, e non è aperta ai cittadini locali.

I musulmani che cambiano la loro fede commettono ridda (equivalente islamico dell’apostasia) e sono soggetti a forti pressioni sociali ed ufficiali, che possono portare alla pena di morte. Tuttavia, vi sono alcuni casi in cui un musulmano può adottare la fede cristiana, ma sempre in segreto. In effetti, essi sono cristiani praticanti, ma giuridicamente musulmani; in tal modo, le statistiche dei cristiani afghani non li includono.Vi sono inoltre anche strutture religiose cristiane presso le basi militari straniere, come ad esempio una chiesa ortodossa presso la base rumena a Kandahar. Articoli e pubblicazioni appartenenti a religioni diverse dall’islam, come la Bibbia, il crocifisso, statue, sculture ed altri oggetti di simbolismo religioso altrui, sono proibiti, esattamente come fa l’Arabia Saudita.

madonna-di-kabul1Molte fonti, però, sostengono che c’è una chiesa segreta sotterranea di cristiani afghani che vivono nel paese. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che le stime delle dimensioni di questa gamma di gruppi vanno da 500 a 8000 persone. L’edizione completa della Bibbia è disponibile online in lingua dari, mentre il Nuovo Testamento è disponibile anche in lingua Pashtu. Versioni in stampa possono essere acquistate anche al di fuori del paese. Ci sono un certo numero di cristiani afghani fuori del paese, emigrati o profughi rifugiati, comprese le comunità cristiane presenti in India, negli Stati Uniti d’America, nel Regno Unito, in Canada e in Austria.

Rula Ghani, First lady del paese dal 2014, è una cristiana della chiesa maronita.

Padre Giuseppe Moretti (ex parroco dell’unica chiesa dell’Afghanistan, la cappella interna all’ambasciata italiana a Kabul) ha testimoniato in un’intervista ad AsiaNews che la piccola comunità cristiana, composta da 12 suore e alcune decine fra militari e funzionari di ambasciate, può definirsi una “Chiesa catacombale, silenziosa, discreta, ma operosa perché testimonia Cristo al popolo afghano con il proprio esempio di vita e con la presenza quotidiana dell’Eucarestia“.

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Padre Giuseppe Moretti e la Cappella posta nell’Ambasciata italiana di Kabul

La presenza dei militari, anche di alto rango, alle messe è un segno di speranza. Chi viene lo fa anche rischiando la vita. I sei sacerdoti presenti nel Paese sono tutti cappellani nelle basi Nato sparse per il Paese e il loro compito è far riscoprire la fede ai cristiani che operano in Afghanistan.

I religiosi e le religiose che operano in Afghanistan sono 15. La presenza più radicata nel Paese è quella delle Piccole sorelle di Gesù. Rispettate anche dai talebani, queste suore (quattro in tutto) operano da 50 anni a Kabul. La caduta del regime talebano nel 2001 ha permesso l’entrata delle suore di Madre Teresa, che dal 2006 lavorano con i malati e i poveri. Un’altra realtà stimata e riconosciuta dalla popolazione è quella dell’Associazione pro bambini di Kabul che assiste orfani e disabili.

Furono i missionari della Chiesa persiana i primi a predicare e diffondere il Cristianesimo in Afghanistan. Furono fondate nove diocesi nel Paese, incluse Herat (424-1310), Farah (544-1057), Kandahar e Balkh. Questa organizzazione della Chiesa fu però soppressa dalla conquista dei musulmani del VII secolo.

Padre Giuseppe Moretti ascolta la professione di fede e il giuramento di fedeltà di padre Giovanni Scalese

Padre Giuseppe Moretti ascolta la professione di fede e il giuramento di fedeltà di padre Giovanni Scalese

Nel 1919 l’Italia fu il primo paese a riconoscere l’indipendenza dell’Afghanistan. Per mostrare la sua gratitudine, il governo afghano chiese all’Italia come potesse ringraziare: Roma rispose chiedendo il diritto a costruire un luogo per il culto. Il governo afghano fu spiazzato dalla scelta, perché l’Italia, invece di chiedere vantaggi in campo economico, come i diritti per le esplorazioni delle miniere, aveva optato per un allargamento della libertà spirituale. Fu perciò inserita una clausola nel trattato italo-afghano del 1921, che dava all’Italia il diritto a costruire una cappella nell’ambasciata. L’opera pastorale iniziò nel 1933.

La prima richiesta di costruire una chiesa pubblica fu consegnata al responsabile della missione sui iuris in Afghanistan nel 1992. Un ufficiale dell’ex governo filo-sovietico di Mohammad Najibullah fece visita al responsabile della comunità cattolica in Afghanistan, padre Giuseppe Moretti, con un disegno del piccolo edificio a cui sarebbe stata garantita l’immunità. Il progetto non fu realizzato poiché il paese precipitò nella guerra civile, che si concluse nel 1998 con la presa del potere da parte dei Talebani. Con l’avvio della missione ISAF (20 dicembre 2001), e la cacciata dei Talebani, l’unica chiesa cattolica è stata riaperta al culto.

Da qualche anno Padre Scalese ha preso il posto di Padre Moretti a Kabul e la guida del suo piccolo gregge, con la speranza che la situazione politica dell’Afghanistan si evolva in senso positivo, in modo che la Missione possa crescere e assumere a poco a poco i connotati di una vera Chiesa locale.

Fontihttp://www.asianews.it/notizie-it/Parroco-di-Kabul:-In-guerra,-il-Calvario-%C3%A8-la-speranza-della-Resurrezione-27532.htmlhttps://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_in_Afghanistanhttps://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_cattolica_in_Afghanistan