Santa Maria dell’Anima

SANTA MARIA DELL’ANIMA

2 novembre

santa-maria-dellanimaChiesa romana fondata nel XIV sec. Come oratorio dell’ospizio dei tedeschi, da secoli diventata la chiesa nazionale della comunità tedesca di Roma. Qui la Regina del Cielo siede in trono con il Bambino Gesù mentre ai suoi piedi si trovano due figure nude piangenti che appaiono come anime del purgatorio.

Fu deciso di ricostruire la chiesa trecentesca in occasione del giubileo del 1500, ma la nuova fu consacrata solo nel 1542.

La fondazione di Santa Maria dell’Anima, confraternita di cui faceva parte dal 1489 Johannes Burckardt, voleva una chiesa nello stile dell’Europa settentrionale, con le navate laterali della stessa altezza di quella centrale. santa-maria-dellanima1Dello spirito gotico è rimasta in effetti l’altezza dei pilastri che sostengono le quattro campate, la profondità delle 8 cappelle laterali, e anche il campanile (peraltro attribuito al Bramante). La facciata di Andrea Sansovino fu però edificata in stile prettamente rinascimentale italiano e fu completata da Giuliano da Sangallo, e la dedica fu preservata con l’esecuzione di un affresco nella cupola rappresentante la Vergine che salva le anime.

L’istituzione, vera e propria chiesa nazionale dei tedeschi a Roma (che in origine erano costituiti dalle tre comunità tedesca, olandese e fiamminga), si legò sempre più strettamente agli Asburgo d’Austria, la cui aquila bicipite ricorre frequente nel programma figurativo. Le sue entrate erano costituite da elemosine, lasciti testamentari e rendite di proprietà immobiliari nella zona, che costituivano un ingente patrimonio, e venivano affittate preferibilmente a tedeschi.

Durante l’occupazione napoleonica Santa Maria dell’Anima fu saccheggiata e la sacrestia utilizzata come stalla. Nel 1859 venne istituito il seminario a fianco alla chiesa, e la fondazione (era stato Innocenzo VII nel 1406 a costituirla, ponendo l’ospizio dei pellegrini germanici sotto la protezione papale) è ancora oggi istituzione pontificia.

All’interno troviamo ancora alcune pregevoli opere:

  • santa-maria-dellanima-pala-fuggerSacra conversazione con i santi Marco e Giacomo (1521-22), pala d’altare di Giulio Romano, raffigurante una madonna col bambino in conversazione con i santi Marco e Giacomo, patroni, per omonimia, del committente Jacob Fugger e dei due Markus Fugger – morti entrambi in Roma – al cui sepolcro la cappella era dedicata, il fratello maggiore Markus canonico di Augsburg (morto nel 1478), e il nipote, Markus protonotario apostolico, morto nel 1511. La pala era stata dipinta, in origine, per la cappella (detta anche “di S. Marco”) che Jakob, detto “il Ricco”, aveva fatto erigere per i suoi congiunti in S. Maria dell’Anima. Essendo considerata opera tra le più importanti della chiesa, fu spostata all’altar maggiore a fine Seicento per risparmiarle ulteriori danneggiamenti conseguenti alle inondazioni del Tevere, come era già avvenuto nel 1598 e nel 1682. In tempi moderni è stata ulteriormente restaurata nel 2007.
  • santa-maria-dellanima-papaMonumento funebre di papa Adriano VI (ultimo papa non italiano prima di Giovanni Paolo II), con contributo di Baldassarre Peruzzi, commissionato dal cardinale Willem van Enkevoirt per l’ultimo papa tedesco (nato a Utrecht) prima del terzo millennio.
  • santa-maria-dellanima-deposizioneDeposizione (1550), di Francesco Salviati, nella cosiddetta “Cappella del margravio”, voluta dal cardinale Alberto di Brandeburgo (1490-1545) arcivescovo di Magonza e grande avversario di Lutero. Interessante l’ornamentazione a grottesche delle pareti laterali, sul modello degli affreschi romani della Domus Aurea allora di gran moda.
  • Miracoli di san Bennone e Martirio di san Lamberto (1618), di Carlo Saraceni.
  • santa-maria-dellanima-pietaUna scultura simile alla Pietà di Michelangelo realizzata dal Lorenzetto, cognato di Giulio Romano. Le due sculture differiscono principalmente dalla posizione del capo di Cristo, piegato all’indietro che si abbandona alla morte nell’opera di Michelangelo e sorretto sul petto della Vergine in quella di Lorenzetto. Sentiamo molto più presente nell’opera di Michelangelo l’abbandono della vita dal corpo di Cristo

Perdute sono la Natività di Cristo e la Circoncisione del veronese Marcantonio Bassetti (che fu attivo a Roma al fianco di Carlo Saraceni). Dal fondo si accede ad un piccolo, delizioso cortile da cui si accede all’Ospizio germanico, fitto di reperti antichi.

Fonti: http://www.pisma.it/wordpress/anderen-sprachen/italienisch/; https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_dell%27Anima