Erna Haider

Erna Haider

Fanciulla (1916 –1924) 29 settembre

erna haiderDi origine tedesca si distinse per il suo grande amore a Gesù nel Tabernacolo. Investita da un ciclista mentre era in bicicletta con la madre, morì a causa dei postumi dell’incidente, poco dopo la mezzanotte del 29 settembre 1924, circa tre mesi prima della data fissata per la sua Prima Comunione.

Erna Haider nacque nell’autunno del 1916 e visse a Monaco, presumibilmente Monaco di Baviera.  Quando si dirigeva a scuola, non mancava di compiere una breve visita a Gesù in una chiesa che sorgeva nei paraggi. La sua materia preferita era Religione, cosa che fece sorgere in lei un forte desiderio di ricevere la Prima Comunione. Nel mese di settembre 1924, perciò, iniziò i corsi preparatori in vista del gran giorno, fissato per il Natale di quell’anno.

Per prepararsi meglio, la piccola s’impegnò in casa e nello studio, moltiplicando i suoi piccoli sacrifici per amore di Gesù. Quando le capitava di essere pigra nei confronti dei genitori, bastava che la mamma le ricordasse l’ubbidienza di Gesù Bambino per ricondurla al dovere.

Nonno_e_nipote_a_passeggio-299x2131Non era tuttavia un tipo chiuso: l’allegria con cui riempiva la casa la faceva amare dai suoi familiari. In particolare, rallegrava il nonno con le sue facezie e ascoltava con attenzione la nonna, che le raccontava storie meravigliose, le uniche capaci di farla stare in silenzio, specie quando trattavano del Paradiso e degli angeli. La sua felicità era grande quando i genitori l’affidavano a lei perché dovevano uscire la sera.

Il tratto più singolare del carattere di Erna era la gentilezza, non solo verso i suoi cari, ma anche nei riguardi dei bambini poveri, con cui divideva la merenda, e di chi non conosceva: un giorno accorse in aiuto di una donna che stava portando un cesto pieno di biancheria su per una scala. A scuola era tra le migliori per condotta e ordine: quando doveva rimproverare qualche compagna, lo faceva con la preghiera di non causare dispiacere alla maestra.

Le sue devozioni principali erano verso il suo Angelo Custode, a cui confidava le proprie mancanze ogni sera nell’esame di coscienza, e verso le anime del Purgatorio, di cui la nonna le parlava spesso. Quando si recava al cimitero, la bambina passava da una tomba all’altra: avrebbe voluto recitare un Padre nostro per ciascuna, ma non ci riusciva mai completamente.

Ostie e croceSoprattutto, era attratta dal Tabernacolo, cui andava il suo pensiero ogni sera. Un giorno esclamò, rivolta alla mamma: «Una volta almeno vorrei starmene tutta la notte in chiesa! Pensare che Gesù Bambino è sempre così solo nella chiesa chiusa!».

Il 27 settembre 1924 Erna andò a trovare la nonna. Mentre girava per la casa, trovò un Crocifisso, come quelli che si usano mettere tra le mani dei morti, e chiese subito di poterselo tenere. Parve quasi un presagio funesto, come una sua affermazione di poco prima: «Sì, verrò il giorno della sagra, se sarò ancora viva».

Lo stesso giorno, verso le diciannove, mentre era in bicicletta con la mamma, venne improvvisamente investita da un ciclista che correva in direzione opposta. La signora portò subito a casa la bambina e le chiese se sentiva dolori: lei rispose di aver male alla fronte.

Erna si mise quindi a letto e dormì fino alle dieci, quando prese a vomitare a causa del mal di testa. L’indomani mattina perse i sensi, quindi non poté ricevere gli ultimi Sacramenti. Trasportata all’ospedale pediatrico, ricevette l’assoluzione e l’Unzione degli Infermi, ma non accennava a riprendersi. Tra le mani stringeva costantemente il Crocifisso che la nonna le aveva concesso di tenere.

mano bambino con croceImprovvisamente, si mise a sedere sul letto, fece lentamente il segno della croce, congiunse le mani e alzò gli occhi al cielo; altrettanto repentinamente, ricadde all’indietro e non diede più segni di vita. Era da poco suonata la mezzanotte del 29 settembre 1924.

Le sue compagne di scuola le furono vicine fino al cimitero, dove, presso la sua tomba, intonarono il canto che preferiva: «Vieni a me, Gesù Bambino!».

La storia di Erna Haider e di tanti altri piccoli amici di Gesù, quasi tutti sconosciuti o dimenticati ai nostri giorni, fu sintetizzata dalla scrittrice Maria Schmidtmayr nel libro «Bambini Santi».

Autore: Emilia Flocchini

Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/96302