Beati Daudi Okelo e Jildo Irwa

BEATI DAUDI OKELO E JILDO IRWA

giovani martiri ugandesi – 18 settembre

BEATI DAUDI OKELO E JILDO IRWALa chiesa ricorda oggi questi ragazzi di 16 e 13 anni, anche se il loro martirio avvenne il 18 ottobre 1918. L’anno prima si erano offerti come catechisti per una missione rimasta senza guida e offrirono la loro vita per annunciare il Vangelo.

Sono i primi catechisti africani saliti agli onori degli altari.

I missionari comboniani fondati in Italia dal beato Daniele Comboni, tentarono più volte dal 1878 al 1915 di giungere nella Regione del Nord Uganda, ben tre spedizioni fallirono, finché nel 1915 i primi missionari giunsero prima a Gulu e poi a Kitgum dove stabilirono delle missioni e a quella di Kitgum appartenevano i villaggi natali di Daudi Okelo e Jildo Irwa e soprattutto il luogo del loro martirio, il villaggetto di Mutu.

Essi appartengono al popolo Acholi, l’etnia più numerosa e geograficamente più consistente del Nord Uganda; l’ambiente, il luogo e il tempo in cui nacquero e vissero i due giovani, era quello tradizionale dell’Africa degli inizi del secolo, con le sue strutture immemorabili, che dovevano fare i conti con una presenza straniera inglese sempre più incombente, con i protestanti e per ultimi, i missionari cattolici.

BEATI DAUDI OKELO E JILDO IRWA6Daudi nacque nel 1902 ca. nel villaggio di Ogom-Payra da genitori pagani, fu tra i primi a contattare i missionari e venne battezzato il 6 giugno 1916, il missionario padre Gambaretto lo descrive come un giovane serio e timido, sul quale influì positivamente il fratellastro Antonio, cristiano esemplare.

Jildo Irwa invece era più giovane, nato non oltre il 1906 a Labongo Bar-Kitoba, fu battezzato e cresimato nel 1916 insieme a Daudi, di lui diceva il padre, che preferiva passare i suoi giorni alla missione con i Padri e ritornava talora a visitare i suoi ad aiutarli nel lavoro dei campi. Padre Gambaretto lo ricorda come un ragazzo gioviale, gentile e dotato di bella intelligenza.

I missionari tendevano ad istruire catechisti del luogo, per una più efficace propagazione della dottrina cristiana; Daudi aveva in famiglia già il fratellastro Antonio che era catechista a Paimol; non si sa bene il perché ma Antonio morì, forse ucciso, e Daudi andò a Paimol a raccogliere le poche cose personali rimaste, verso la fine del 1916 inizi del 1917, proponendo poi ai padri di sostituirlo.

Un anno dopo fu scelto Jildo per affiancare Daudi che era rimasto solo a fare il catechista a Paimol; i genitori e gli stessi missionari però erano incerti di mandarlo, così piccolo (12 anni) in un posto distante 80 km, in situazioni sociali difficilissime per la presenza di rivoltosi locali ed elementi musulmani (Abas) procacciatori di oro bianco (avorio) e oro nero (schiavi).

BEATI DAUDI OKELO E JILDO IRWA5I due giovanetti insistirono per restare insieme. Siete disposti ad andare a Paimol? Sapete bene che la gente di quel paese è tanto cattiva e tu Gildo sei tanto piccolo!“. “Davide però è grande – rispose – e noi staremo insieme“. “Ma se vi ammazzeranno?“. “Andremo in paradiso! C’è già Antoniosoggiunge Davideio non temo la morte. Gesù non è morto per noi?“. “Io ero commosso – testimonia P. Cesare Gambaretto, – quasi presentivo qualcosa, ma mi scosse Gildo“. “Padre, non temere. Gesù e Maria sono con noi!“.

La loro situazione nel villaggio di Mutu dove erano stati destinati, per un anno andò bene, operavano discretamente, visitando i fedeli, insegnando con semplicità il catechismo e lavorando nei campi per sostenersi, tra la stima e il benvolere di tutti.

C’erano però molte difficoltà, alcune create dalla prima guerra mondiale, altre dalla peste, dal vaiolo e dalla carestia. Per i responsabili della religione tradizionale (i cosiddetti stregoni), l’arrivo della nuova religione era la causa di tutte le disgrazie.

Ai primi del 1918 la situazione cambiò, per lotte che si instaurarono fra il capo del villaggio accusato di nascondere armi dagli inglesi, ma poi liberato perché innocente e il capo che nel frattempo era stato imposto; lo scontro fu alimentato da mercanti musulmani e rivoltosi locali e trasformato abilmente dagli stregoni in scontro antireligioso.

BEATI DAUDI OKELO E JILDO IRWA3Il capo catechista Bonifacio arrivato a Paimol si rese conto che la situazione stava precipitando, costatando un astio contro la nuova religione, mai prima di allora avvertito; quindi suggerì ai due giovani catechisti di fuggire, cosa che fece anche lui; sarà un testimone d’eccezione del loro martirio.

Furono trafitti con le lance da Okidi e Opio, due Adu (rivoltosi che avevano preso le armi contro i capi imposti dalle autorità coloniali). Prima di ucciderli cercarono di convincere Davide e Gildo a lasciare il paese e l’insegnamento del catechismo e tornarsene a loro villaggi. Avrebbero avuto salva la vita. Rifiutarono. A Gildo fu fatto cenno di fuggire. Ma egli rispose: “Abbiamo lavorato nella stessa opera se è necessario morire, bisogna morire insieme“.

Quando furono portati fuori del villaggio per esser trucidati, Davide piangeva. Fu rassicurato dal piccolo GildoPerché piangi. Muori senza motivo; non ha fatto male a nessuno“. Era poco prima dell’alba del fine settimana 18-20 ottobre 1918. Daudi fu ucciso, allora Jildo disse “ se avete ucciso lui, perché lasciate stare me? Anche io sono insegnante di religione” allora fu preso e ucciso anche lui. Davide Okelo aveva 16-18 anni e Gildo Irwa 12-14 anni.

Dopo la loro uccisione si scatenò una reazione violenta contro chiunque fosse cristiano o portasse segni religiosi; l’odio alla fede che era stato abilmente nascosto, poteva ora manifestarsi senza freni.

Successivamente negli anni la Comunità cattolica locale ugandese ritrovò la sua fede, stringendosi attorno alle figure dei due martiri, perché di martiri si tratta, essi pur BEATO DAUDI OKELOessendo giovani da così poco tempo convertiti e destinati ad una vita cariche di promesse per il futuro, affrontarono le ore che precedettero la loro morte con fortissima determinazione e con una fedeltà veramente stupefacente.

Essi vanno ad aggiungersi a quella schiera di santi e beati, che stanno onorando l’Africa cattolica in tutti i campi, compreso il martirio. (Una diversa versione della biografia dei due martiri e’ disponibile nella scheda agiografica del Beato Davide (Daudi) Okelo).

Il 23 aprile 2002 il papa Giovanni Paolo II li ha riconosciuti martiri e li ha proposti alla venerazione dei fedeli. La beatificazione è avvenuta in Piazza S. Pietro il 20 ottobre 2002, Giornata Missionaria Mondiale.

Fontehttp://www.santiebeati.it/dettaglio/91202; http://www.santiebeati.it/dettaglio/91201