LA MADONNA DEGLI ABORIGERI

LA MADONNA DEGLI ABORIGERI

19 agosto

Madonna Aborigena di DarwinNella Cattedrale di Darwin si venera una Madonna con Bambino Gesù dai tratti alquanto singolari. Fu il vescovo O’Loughlin, che commissionò il dipinto all’artista Karel Kupka, pensando che le fattezze aborigene avrebbero avvicinato meglio il popolo autoctono, e non solo. Ma non è l’unica, si parla anche di una Madonna tatuata.

L’artista ceco Karel Kupka mentre si trovava nelle isole Tiwi, incontrò il vescovo John Patrick O’Laughlin, un uomo di tendenze progressiste. I due si trovarono a conversare a lungo, una notte intera per l’esattezza. Fu così che il vescovo venne a sapere che Kupka non solo era un cattolico, ma era anche un artista. Colpito dalla sua personalità gli fece una proposta alquanto interessante e stimolante dal punto di vista artistico.

Gli chiese di dipingere una Madonna Aborigena per la nuova Cattedrale. Il vescovo O’Laughlin aveva quest’idea in testa già da molti anni, da quando per l’esattezza faceva il missionario sul sul fiume Yule a Papua, dove aveva visto come gli indigeni venivano incoraggiati a utilizzare i loro modelli tribali per i disegni ecclesiastici. Insieme all’amministratore della Stella del Mare, Padre Frank Flynn, il Vescovo mostrò a Kupka i piani della cattedrale e gli spiegò bene ciò che desiderava: qualcosa, in linea con le Madonne giapponesi e cinesi che si erano dimostrate validi aiuti ai missionari cattolici.

Kupka accettò con grande entusiasmo. Mise in piedi uno studio improvvisato in una delle aule del Convento di Santa Maria, circondandosi di sculture e dipinti. Per mesi si era immerso in quel mondo di cultura e magia, eppure la sua fede si era affinata.

Karel Kupka

L’artista ceco Karel Kupka

Ogni giorno, il vescovo e Padre Flynn si recavano da lui allo studio per seguire i progressi del suo lavoro e furono particolarmente toccati dalla soluzione che aveva trovato l’artista al problema della posa della Madonna.

Infatti, invece di ricreare l’immagine della Vergine con il bambino in braccio o sulle gambe come viene normalmente ritratta, scelse una posizione tipica delle madri aborigene. La Madonna porta il figlio sulle spalle, come sono solite fare le donne aborigene delle isole Tiwi e del fiume Daly, con una delle sue mani stringe il bambino per la caviglia mentre l’altra è appoggiata delicatamente sul fianco.

Sono stati incuriositi anche dalle caratteristiche della Vergine. Avevano chiesto a Kupka di presentare una versione idealizzata della femminilità aborigena, mescolando aspetti dei diversi modelli proposti dalle varie missioni cattoliche che aveva visitato. Il volto della Madonna, però, è stato chiaramente delineato, e il suo personaggio sembra proprio catturato, come le Madonne di alcuni artisti del Rinascimento, che hanno l’aspetto di un individuo vivente. Ci sono state speculazioni circa la sua storia negli ambienti della chiesa: alcuni pensano che Kupka abbia preso spunto da una donna di Tiwi; altri dicono che assomiglia di più ad una giovane madre di Port Keats.

Per settimane, mentre l’immagine centrale era terminata, Kupka non si riusciva a decidersi sullo sfondo giusto. Sperimentò una varietà di paesaggi tropicali, con alberi della gomma, palme pandanus, ma nessuno lo soddisfaceva. Ne parlò così con il Vescovo mentre si trovava da lui a pranzo e intorno a loro vi erano diversi esempi di arte nativa, una combinazione di disegni dei clan provenienti da tutto il nord dell’Australia, esposti sulle pareti che ancora doveva classificare. E fu proprio guardandosi intorno che il Vescovo gli disse: “Karel, quello che ti serve per lo sfondo è proprio qui.

pittura-aborigena

Kupka trovò assai illuminate quel suggerimento e in poco tempo riuscì a completare il suo lavoro. Tornato in Europa scoprì che il suo lavoro era non solo conosciuto, ma anche ammirato negli ambienti artistici e religiosi.

Quasi una ventina di anni fa però la vera Madonna Aborigena fu rubata dalla cattedrale. Un aborigeno l’aveva presa per chiederne un riscatto e la riconsegnò purtroppo ammaccata e danneggiata. Ma sulla parete alta del transetto dove è stata posta è difficile vederne i danni, difficile anche rubarla, ma purtroppo anche Madonna tatuata di Atayalcontemplarne gli occhi, o cogliere l’espressione del suo viso.

La Madonna tatuata di Atayal

Quando padre Alberto Papa, un sacerdote cattolico italiano, si è recato a Tajwan nel 1963, ha scoperto che il viso tatuato rappresenta un’importante tradizione per molte tribù aborigene del paese. Per esempio, nella cultura Atayal, solo le persone distinte avevano il volto tatuato. Così per far comprendere la sacralità della figura della Vergine Maria, il sacerdote decise di decorare d’oro il volto della statua situata nella sua chiesa.

FONTIhttps://www.themonthly.com.au/issue/2007/october/1281338813/nicolas-rothwell/collectorhttps://it.globalvoices.org/2013/11/taiwan-gli-aborigeni-atayal-e-la-madonna-col-volto-tatuato/