Beato Riccardo Gil Barcelon

BEATO RICCARDO GIL BARCELON

Sacerdote martire (1873 – 1936) 4 agosto

BEATO RICCARDO GIL BARCELONPapa Benedetto XVI ha riconosciuto il martirio di questo sacerdote orionino spagnolo in data 20 dicembre 2012. E’ stato beatificato sotto il pontificato di Papa Francesco il 13 ottobre 2013. Morì per aver gridato “Viva Cristo Re invece di gridare “Viva la F.A.I.” (Federazione Anarchica Iberica)

Riccardo Gil Barcelón nacque a Manzanera di Teruel (Spagna) il 27 ottobre 1873, i genitori Francesco Gil e Francesca Barcelón, erano di nobili origini e benestanti; la famiglia era numerosa, tre fratelli e sei sorelle.

In famiglia si conduceva una vita cristianamente esemplare; nella villa di Torrijas, dove la famiglia si era trasferita, esisteva un oratorio dedicato alla Madonna del Carmine e la madre si interessava fattivamente di una trentina di poveri. “La mamma mi ha insegnato a pensare ai poveri – scrisse più tardi P. Ricardo – ad avere un cuore grande, a guardare lontano”.

Nel 1885, appena dodicenne, entrò in Seminario dove fu “alunno diligente e capace”. Per volontà del padre, nel 1889, si iscrisse alla Scuola Normale di Teruel per diventare maestro. Purtroppo non raggiunse il suo obiettivo perché, in più occasioni, ebbe degli scontri verbali con il Direttore, massone, che non perdeva occasione per deridere fede, religione e Chiesa. La difesa della verità fu un valore più grande degli interessi personali, anche se costò a Ricardo l’espulsione definitiva dalla scuola, proprio mentre si accingeva a sostenere gli ultimi esami.

BEATO RICCARDO GIL BARCELON2A venti anni nel 1893 durante la Guerra Ispano-Americana, fu soldato nelle Filippine, qui un voto fatto alla Vergine, si fermò l’avanzata nemica e seguendo una forte luce riuscì a salvarsi. Questo fu determinante per la scelta della sua vita, votata al sacerdozio.

Compiti gli studi teologici, fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1904 dall’arcivescovo di Manila e nominato cappellano della Delegazione Apostolica. Ma i suoi ideali erano di radicalità evangelica, specie per la carità verso i poveri; pertanto nel 1905 decise di ritornare in Spagna, dove trascorse un periodo presso i Terziari Regolari Cappuccini di Torrentes. Fece poi un periodo di ritiro come eremita. Ho un groviglio di pensieri e di desideri che nemmeno io riesco a mettere in ordine per capirci qualcosa”.

Compì un pellegrinaggio a piedi fino a Roma, vivendo di sola elemosina, dove il 3 febbraio 1910, incontrò il futuro santo don Luigi Orione (1872-1940), fondatore a Tortona (Alessandria) della “Piccola Opera della Divina Provvidenza”; fu un incontro provvidenziale che diede una svolta definitiva alla sua vita spirituale.

Don Orione usò molto tatto con padre Riccardo Gil e per un certo periodo lo trattenne a Roma nella chiesa di S. Anna dei Palafrenieri, poi lo mandò a Tortona a fargli sperimentare la vita della nascente Opera Orionina.

Intuite le sue doti, don Orione ne fece un suo grande collaboratore, affidandogli prima di tutto le zone devastate dal terremoto del 1908 sullo Stretto di Messina, quindi nel 1910 padre Gil fu a Messina, nel 1910-1912 a Cassano Jonio, nel 1913 a Reggio Calabria e poi per un decennio ancora a Cassano fino al 1923.

Antonio Arrué

Antonio Arrué

P. Ricardo fu accusato dell’omicidio di una bambina. Ci vollero circa due mesi per fare chiarezza sull’accaduto, periodo nel quale dovette sopportare grandi privazioni e sconforto, ma alla fine fu assolto.

Aveva sempre sognato di essere missionario e lo fu invece nel Sud Italia e poi nella sua Spagna, dove nel 1930, d’accordo con il Fondatore, ritornò per introdurvi la Congregazione dei “Figli della Divina Provvidenza”, era la vigilia della sanguinosa Guerra Civile.

Dal 1932 fu residente nella città di Valenza, in una casa poverissima ma sempre aperta per accogliere i più poveri; tenuto d’occhio dai miliziani rossi e anarchici per il suo vivere coraggioso e profondamente cristiano, alla fine fu arrestato improvvisamente il 3 agosto 1936, nonostante le proteste della gente che l’amava.

Il suo giovane collaboratore, l’aspirante orionino Antonio Arrué Peiró, non lo abbandonò e insieme il 4 agosto furono trasportati in località Saler; qui fu loro chiesto di gridare “Viva la F.A.I.” (Federazione Anarchica Iberica) se volevano salvare la vita, ma padre Riccardo Gil Barcelón alzando il crocifisso esclamò “Viva Cristo Re, il grido dei tanti martiri di quel triste periodo e quindi fu fucilato mentre il giovane postulante ebbe il cranio fracassato con il calcio del fucile, mentre tentava di sorreggerlo.

BEATO RICCARDO GIL BARCELON1Il cognato medico, Jesus Montorio Marzo, ne riconobbe il cadavere e scoprì che il religioso portava il cilicio. Il processo per la loro beatificazione, iniziò a Valenza nel 1962 e ripreso il 30 novembre 1994 procede velocemente.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, nostro Dio e nostro Re crocifisso, ti rendiamo grazie per il dono della carità e della fortezza che rifulsero nei tuoi servi Ricardo Gil e Antonio Arrué, fedeli alla loro vocazione nella persecuzione e nel martirio. Umilmente ti supplichiamo di glorificare questi tuoi eroici testimoni, concedendoci la grazia che per loro intercessione fiduciosi ti chiediamo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Fontihttp://www.santiebeati.it/dettaglio/92362 e varie

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