MADONNA DELL’ORTO

MADONNA DELL’ORTO

2 luglio 1610

N.S.-dellOrto3La Cattedrale di N.S. dell’Orto deve la sua nascita ad un’immagine della Madonna dipinta nel 1493 da Benedetto Borzone sul muro di un orto di Chiavari, per volontà di una pia donna del sobborgo chiavarese del Rupinaro, Maria de’ Guercio, soprannominata Turchina, scampata alla peste.

La Madonna è rappresentata nell’atto di stringere al seno il Bambino Gesù che le si stringe al collo, mentre con la mano destra tiene alzato il piccolo braccio del Figlio a benedire la città di Chiavari. L’immagine, dipinta a fresco  nella finestrella del muro di un orto che segnava il limite a levante della grande piazza del mare, venne per questo indicata come “Madonna dell’0rto” e divenne ben presto oggetto di culto. Benedetto Borzone rappresentò, ai lati della finestrella, anche le immagini di S. Sebastiano e S. Rocco, protettori contro la peste: questi Santi divennero perciò i contitolari dell’ attuale Santuario-Cattedrale di N.S dell’ Orto.

N.S. dell'Orto1La pestilenza del 1528 contribuì a mantenere vivo il culto della Madonna dell’ Orto. Essendo chiuse le chiese per impedire il contagio, i Chiavaresi eressero degli altari nelle piazze e negli incroci delle vie per le celebrazione liturgiche, alle quali assistevano dalle loro abitazioni. Dopo la pestilenza del 1528 la piazza del mare fu trasformata in Cimitero per gli appestati. Per prevenire nuovi pericoli di contagio, venne proibito l’accesso al Cimitero che fu circondato da un muro che racchiuse al suo interno anche l’immagine della Madonna: tale chiusura produsse un vivo malcontento nel popolo.

Il Cimitero degli appestati, col passare degli anni, fu trasformato in un orto la cui rendita annua era assegnata al Capitano che governava la città, venendosi così a chiamare “Orto del Capitano “. Tuttavia, durante gli ottant’ anni in cui la Madonna restò chiusa nel recinto dell’ orto, non mancarono i segni di devozione. La tradizione ha conservato il nome di Geronima Turio, levatrice del sobborgo di Rupinaro,  che ebbe una apparizione della Vergine nelle sembianze dell’immagine dell’orto mentre stava recandosi a Chiavari nella notte tra il 17 e il 18 dicembre 1609.

L’anno successivo la Vergine si manifestò ad un giovane del borgo di Rupinaro, Sebastiano Descalzo, il mattino del 2 luglio N.S. dell'Orto1610. Sebastiano Descalzo, uscito di casa nelle prime ore del giorno, si era avviato verso levante recitando le sue orazioni, diretto a Carasco. Arrivato sulla piazza del mare fu colpito da un gran bagliore e in quella luce scorse una maestosa figura di donna in color celeste che avanzava verso la piazza. Pensò che si trattasse della Madre di Dio e, arrampicatosi sul muro, vide la Madonna sostare dinanzi all’ immagine sacra finché disparve. Questo fatto singolare venne confermato da numerosi prodigi verificatisi in quei giorni, ad esempio l’estinzione di antiche inimicizie fra potenti famiglie chiavaresi, che spesso originavano faide. Si ricorda la riconciliazione avvenuta fra Michele Raggio e Battino Marini: recatisi entrambi dinanzi all’immagine della Madonna il giorno dopo la sua apparizione, placarono un antico rancore dandosi il bacio della riconciliazione.

Dal processo canonico sui miracoli della Madonna dell’ Orto risultò confermato l’intervento soprannaturale in tutti i casi esaminati.  I giudici arrivarono nell’ orto insieme al Vicario, per compiere un atto di venerazione pubblica dinanzi all’ immagine N.S.-dellOrto cattedrale2miracolosa, accompagnati da una folla esultante. Nell’ orto di Maria, con il consenso del Vicario, si eresse una piccola chiesa provvisoria per riparare l’immagine sacra e il 25 marzo 1612 il canonico Bartolomeo Chiappe celebrava nella Cappella della Madonna dell’ Orto la prima messa solenne.

Subito si pensò alla costruzione di un Santuario: la prima pietra venne posta il 1° luglio 1613 e i lavori vennero portati avanti sotto la direzione dell’architetto Cesario Leoni. Lo schema planimetrico riprendeva quello della chiesa di S. Andrea di Leon Battista Alberti, a Mantova, e la facciata era a salienti: l’interno era diviso in tre navate, ma le due laterali erano interrotte da muri e formavano tre cappelle per lato.

In questa prima fase dei lavori assunse importanza decisiva la famiglia dei Marchesi Costaguta che permise la realizzazione del Coro, della Cappella Maggiore e dell’ altare maggiore dei Ferrandino. L’impresa, molto impegnativa, durò circa vent’ anni, durante i quali si avvicendarono vari architetti, tra cui Bartolomeo Bianco, che stava lavorando per i Costaguta e che nel 1623 demolì il muro perimetrale per costruire il presbiterio e l’abside col soprastante catino. Bartolomeo Rossi nel 1624 demoliva i resti della prima costruzione e modificava alcune parti N.S.-dellOrto crocifissodella nuova che presentavano evidenti sproporzioni o necessitavano di ampliamenti: in particolare, intervenne sull’angolo sinistro della facciata, rinforzò gli archi che avrebbero sorretto la cupola e ne ricostruì il tamburo.

Restava da risolvere il problema della Cupola, ma poiché negli  stessi anni si stava riedificando, sempre grazie ai Costaguta, la chiesa di S. Giovanni Battista, per mancanza di mezzi i lavori per la costruzione del Santuario dovettero subire un rallentamento per alcuni anni.  L’altare maggiore venne comunque edificato nel 1627 su disegno degli architetti e scultori Giuseppe e Giambattista Ferrandino. Si pensò di affidare il Santuario ad una  Congregazione religiosa e il 20 gennaio 1628 l’ ordine dei Carmelitani ne prese possesso e lo portò a termine in cinque anni.

L’8 settembre 1634 vi fu la solenne traslazione dell’immagine dipinta sul muro dell’orto al centro dell’ancona dell’altare maggiore.

Il 7 marzo 1643 N.S. dell’Orto fu proclamata patrona principale della città di Chiavari e di tutto il suo distretto. Dopo la partenza dei Carmelitani, il Municipio affidò la custodia del Santuario a quattro Cappellani. Il cardinale Spina diede un nuovo ordinamento al Santuario, con la nomina del Rettore, della fabbriceria e dei massari.

Solo nel 1823 la chiesa assunse l’attuale struttura a tre navate, con la demolizione N.S.-dellOrto cattedrale1dei muri divisori delle cappelle laterali. Un evento determinante per la costruzione della facciata fu la processione penitenziale avvenuta il 25 agosto 1835, sotto la minaccia del colera.  A capo del corteo procedeva l’arciprete Antonio Maria Gianelli, portando il Crocifisso Nero conservato in S. Giovanni Battista. Giunti alla chiesa, mentre il Vicario Gianelli parlava su un piccolo palco, si vide uno stormo di rondini, che erano scomparse da più giorni, volteggiare in alto sulla piazza, poi abbassarsi a volo stormendo attorno al Crocifìsso nero, finché scomparvero al di sopra del Santuario. Quello che fu presto chiamato il “miracolo delle rondini” fu interpretato come un felice presagio: Chiavari salva dal colera fece solenne promessa di far edificare la facciata del Santuario in una forma architettonica più sontuosa rispetto alla precedente.

La chiesa di N. S. dell’Orto divenne Cattedrale nel 1892 in conseguenza dell’erezione della Diocesi di Chiavari sotto Papa Leone XIII. Nel 1904 la Cattedrale di N. S. dell’Orto ricevette il titolo di Basilica Pontificia.

Fonte: http://artigullio.scuolaeformazioneliguria.it/3_beni%20architettonici/architetture%20religiose/Chiavari%20N.S.dell’Orto.htm