PADRE AGOSTINO MARIA

PADRE AGOSTINO MARIA

Barnabita (1804 – 1859) 2 aprile

 

mani12Poche conversioni sono state così dolorose come quella del conte russo Grigorij Suvalov, diventato padre Agostino Maria. Nato nella Chiesa ortodossa, ma cresciuto nell’indifferentismo religioso, attraversò, si può dire, tutte le strade prima di giungere, di chiarezza in chiarezza, alla luce della verità.

Suvalov apparteneva a una famiglia aristocratica, benemerita della patria, delle arti e della cultura. Uno zio, generale dell’esercito, ebbe l’incarico di accompagnare Napoleone sconfitto all’isola d’Elba, un altro suo antenato aveva fondato l’università di Mosca.

San PietroburgoA Pietroburgo, dov’era nato il 25 ottobre 1804, il piccolo Grigorij compì i primi studi nella scuola dei gesuiti. Rimasto orfano di padre, su consiglio dello stesso imperatore, fu collocato in un collegio protestante vicino a Berna in Svizzera. Qui studiò letteratura e poesia e si diede agli sport. Si trasferì poi a Pisa dove apprese la lingua italiana così bene da poterla maneggiare con scioltezza sorprendente. Il risveglio critico della giovinezza lo portò a una breve avventura sentimentale e lo immerse nelle teorie filosofiche del nichilismo assorbito da un poemetto di Friedrich Schiller che lo accompagnerà per lungo tempo.

A 18 anni Grigorij è un giovane esuberante e pieno di baldanza e l’imperatore Alessandro lo nomina capitano degli ussari. Torna in patria e alla corte degli zar conosce la futura moglie:  Sofia Soltikov, una creatura tenera e nobile, profondamente religiosa che morirà nel fior degli anni tra continue sofferenze, ortodossa ma “cattolica nell’anima e nel cuore”. Da essa avrà due figli:  Pietro e Elena.

bibbiaLa morte di Sofia spinse Suvalov a studiare la religione. Leggendo la Bibbia rimase colpito dal testo giovanneo che riporta la preghiera-testamento di Gesù:  ut unum sint. Scrive nelle sue memorie:  “Pareva deciso che quella parte del vangelo di san Giovanni dovesse convertirmi (…) Per la prima volta compresi che la verità è “una”, perciò non vi può essere che “una” fede, “una” dottrina e che se il Cristianesimo è verità, non vi può essere che “una” Chiesa“.

Dapprima si orientò verso la Chiesa greca ed ebbe colloqui con un sacerdote ortodosso. Costui, animato da retta intenzione, ammetteva come “buonissima” la Chiesa di Roma e diceva:  “Sono due sorelle, perché non vivere in pace l’una accanto all’altra?“. Suvalov ebbe anche simpatie verso il protestantesimo, ma presto se ne ritrasse.

S. AGOSTINO6

Sant’Agostino

Un giorno si imbatté nelle Confessioni di sant’Agostino:  fu una rivelazione!Lo leggevo incessantemente, ne copiavo intere pagine, ne stendevo lunghi estratti. La sua filosofia mi riempiva di buoni desideri e di amore. Con quale trasporto di contentezza trovai in quel grand’uomo sentimenti e pensieri che fino allora avevano dormito nell’anima e che quella lettura ridestava“.

Fu il classico colpo di fulmine che gli svelava nuovi orizzonti:  si innamorò per sempre del santo:  “Ho trovato in lui le mie follie, i miei dolori e la mia speranza. Desideravo, chiedevo, invidiavo il suo amore, il suo fervore, la sua fede“. Il libro provvidenziale era stato un dono del gesuita Minini. Una sera, dopo aver ascoltato una predica del dotto religioso, Suvalov gli si era avvicinato per dirgli con abbandono confidenziale:  “Voglio diventare veramente cristiano, ma non immaginate, padre, che mi voglia far cattolico“. “Prima di tutto – rispose il padre – si tratta di entrare in casa; poi sceglierete la stanza“.

Leggeva con avidità altri capolavori di apologetica. In modo tutto speciale si appassionò alla lettura dei padri dei primi quattro secoli della Chiesa, verso i quali nutriva una straordinaria venerazione. Dalla lettura passò spontaneamente alla preghiera. Pregava dal profondo del cuore, invocando “la fede e la forza“, mentre si sentiva spinto a inginocchiarsi a un confessionale. In certi momenti s’immaginava ritto presso un altare, in una chiesa cattolica, nell’atto di celebrare la messa. Era un presentimento? Fu a Parigi che la Provvidenza lo attendeva per indicargli il porto sicuro dove approdare dopo lo smarrimento e la crisi. Ogni sera si recava in Notre-Dame per ascoltare i sermoni quaresimali del gesuita Di Ravignan, che diventerà lo strumento principale della grazia, il padre, la guida, il confidente di questo ricercatore della verità.

Villa del conte Grigorij Suvalov a Como dove si trasferì con la moglie Sofia

Villa del conte Grigorij Suvalov a Como dove si trasferì con la moglie Sofia

Fu un mattino della Settimana Santa del 1842 che, sotto le volte della cattedrale parigina, le due grandi anime si incontrarono e si compresero a fondo. Incoraggiato da amici suoi connazionali quali madame Swetchine, il principe Galitzin e il principe Gagarin convertiti; confortato da insigni ecclesiastici come il Bautin e Dupanloup, il conte Suvalov coronò la sua lenta ma sicura conversione alla fede cattolica. L’abate Pététot dell’Oratorio gli aprì le braccia, lo istruì e ne raccolse la confessione generale. Così preparato, il 6 gennaio 1843 veniva accolto nella Chiesa cattolica.

Lo attiravano i giovani, l’apostolato della carità e delle opere di misericordia, le amicizie sante:  tre campi nei quali profuse il meglio delle sue energie spirituali e affettive. “Assisteva i malati come una suora di carità“! Gli orfani e i poveri trovavano nel “signor Gregorio” un  padre  tenerissimo. Distinte  personalità lo avevano saggio consigliere. Era, insomma, un apostolo laico col prestigio del nome, della cultura, della bontà. Ogni mattina assiste alla Messa si comunicava nelle mani del padre Piantoni nella cappella del collegio Longone.

BarnabitaL’8 settembre 1856 dopo aver incontrato un alunno diciassettenne in procinto di entrare fra i barnabiti dopo la comunione ha come una folgorazione, si reca dal padre Piantoni:  “Mi volete nel vostro ordine?“. “No, è troppo presto“, fu la risposta gelida. Chiese se poteva fare con loro un corso di esercizi spirituali. Gli fu negato! Anzi il padre Piantoni gli suggerì di entrare nel clero secolare. Cercò lumi e conforti a Torino e a Chambéry. Finalmente, il 1° gennaio 1857 veniva accolto nel noviziato dei barnabiti a Monza. Qui trovò un ambiente di altissima spiritualità. Scriveva al padre Ravignan:  “Mi credo in Paradiso. I miei padri sono altrettanti santi, i novizi altrettanti angeli“. Tra essi Tondini. Nel giorno della Vestizione religiosa, mutò il nome di battesimo Gregorio in quello di Agostino Maria.

Fu ricevuto in udienza da Pio IX che gli parlò della Russia con tali accenti di fede da lasciarlo sbalordito e commosso; benedisse i suoi propositi e gli suggerì di offrire tre volte al giorno la vita al Crocifisso. Il Sabato santo ricevette il suddiaconato con una schiera di circa 250 ordinandi nella basilica lateranense. Tornato a Milano fu ordinato sacerdote il 19 settembre da monsignor Ramazzotti, futuro patriarca di Venezia. Celebrò la prima Messa assistito dal padre Piantoni. 

icona della vergine russaDestinato in Francia, Parigi fu campo del suo apostolato e della sua immolazione: si prodigò instancabilmente conquistò innumerevoli anime lontane e, proprio alla vigilia della morte, terminò di scrivere la mirabile autobiografia. Con lucidità profetica Suvalov, coetaneo di Gogol e di Dostoevskj, scrisse:  “I russi hanno conservato, fra i tesori della loro fede, il culto di Maria, Lei invocano e credono nel suo immacolato concepimento. (…) Maria sarà legame che unirà le due Chiese e farà di tutti coloro che l’amano un popolo di fratelli sotto la paterna autorità del Vicario di Gesù di Cristo“.

Nel fervore dell’azione lo raggiunse, non inattesa, la morte, il 2 aprile 1859. La sua salma fu subito onorata con medaglie e corone, come quella di un santo.

Fonte:  Osservatore Romano; http://www.santiebeati.it/dettaglio/95670