VENERABILE RACHELINA AMBROSINI

VENERABILE RACHELINA AMBROSINI

Studentessa e scrittrice (1925-1941) 10 marzo

Rachelina2Rachelina morta in odore di santità a soli 16 anni, riceve spesso l’apparizione della Madonna e di Sant’Antonio, che le preannunzierà la data della sua morte. Molte sono le testimonianze di persone che hanno che hanno beneficiato della sua intercessione verso l’Altissimo.

Rachelina, figlia unica del dott. Alberto Ambrosini, medico condotto, che tanto avrebbe desiderato un figlio maschio e di Filomena Sordillo, donna saggia e silenziosa che fu la prima custode delle sue segrete apparizioni della Vergine Maria, nasce nella frazione Passo, del comune di Pietradefusi (Avellino), il 2 luglio 1925.

All’età di quattro anni le prime visioni della Vergine, mentre giocherellava nel giardino di casa. “Sai, mamma – disse con candore Rachelina – ho visto la Madonna!”. L’insolito segreto fu custodito a lungo e gelosamente dalla pia donna. A scuola le maestre hanno raccontato di lei come “di una scolaretta inconsueta, diversa dalle altre, sempre pronta a donare le sue prelibate merende alle compagne povere. Un’alunna sveglia, desiderosa di conoscere e sempre capace di inserirsi“.

In casa molta gente colta: il babbo medico, lo zio Antonio avvocato, lo zio Leonardo sacerdote diocesano, preside di istituto e insigne letterato.

rachelina 1a comunioneDurante il corso elementare la giovane fu colpita dal morbillo, e la sua forzata assenza dalla scuola provocò un senso di grande vuoto nella classe. Fu proprio in questa occasione che Rachelina rivelò con la connaturata spontaneità alla maestra Ester Villani, che si era recata a farle visita, una “strana esperienza” avuta nel corso della malattia: “Sapete – affermò con tono scherzoso – ho sofferto molto perché vedevo mamma mia sempre piangente, ma io ero sicura che non sarei morta, perché ho visto Sant’Antonio che mi ha detto: “Di questa malattia guarirai subito e bene, ma sappi che a quindici anni tornerò per prenderti“”.

A queste parole tutti risero, ci rise sopra anche Rachelina. Il 12 giugno 1932, la sua Prima Comunione. Insieme al tradizionale abito bianco dei comunicandi, Rachelina portò all’altare del Signore il candore della sua innocenza e il serio impegno a non macchiarlo mai. Lo confidò alla mamma al termine della prima confessione sacramentale, che aveva atteso impazientemente. Dirà poi Rachelina: “Anche per gli angeli lo zucchero é irresistibile, eppure m’impegnerò a resistergli!”.

Porta avanti gli studi ginnasiali a Bari dove risiedeva lo zio monsignore. Nel corso del terzo anno di studio a Bari si ebbero le prime sinistre avvisaglie della malattia infettiva che cominciò a spegnere la vivace e straordinaria sensibilità di Rachelina. Nell’autunno 1939 una forma di otite molesta e purulenta la tenne a lungo lontana dalla scuola e, soprattutto, mise alla prova la sua serenità abituale. Grande la sofferenza fisica per la quattordicennerachelina_ambrosini Rachelina, che lo zio Leonardo volle tenere nascosto ai genitori per risparmiare loro tanto dolore, pur non comprendendo che in tal modo avrebbe aggravato quello di Rachelina.

A 15 anni terminava il ciclo di studi del ginnasio, conseguendo un discreto risultato, nonostante la preoccupazione costante per babbo Alberto, che aveva ricevuto la chiamata alle armi per la guerra appena dichiarata da Mussolini al fianco della Germania di Hitler. Era il 10 giugno 1940. La sua famiglia scelse per lei il prestigioso “Liceo Cabrini” di Roma, gestito dalle Suore Missionarie della Carità di S. Francesca Saverio Cabrini. Ancora una volta era costretta a stare lontana da casa, ma per obbedienza non si oppone ai genitori.

All’inizio del 1941 Rachelina iniziò a sentire inspiegabili e misteriosi malesseri. Erano i primi segnali del morbo. A metà febbraio il male – una grave forma di meningite – non le lasciò scampo, mentre i bambinelli dei suoi presepi cominciavano con Sant’Antonio a farle visita. Rachelina scrisse: La sofferenza è come una mandorla amara. Tu la butti via, credi che sia finita nella fredda terra. Invece ripassando per quel posto, dopo alcuni anni, troverai un bel mandorlo in fiore“.

Mamma Filomena si reca a San Giovanni Rotondo da Padre Pio per avere da lui conforto e qui il caro Padre la chiama dal fondo della chiesa per dirle: “Tu sei una madre fortunata” e la porta in sacrestia per parlare in privato con lei. Rachelina si spense in un ospedale romano il 10 marzo 1941, alle 13.30.

traslazione del corpo di Rachelina Ambrosini

Traslazione del corpo di Rachelina Ambrosini

Chi vide Rachelina sul letto di morte non ha più dimenticato la bellezza del suo viso, l’ineffabile espressione di pace e serenità che emanava. Vestita tutta di bianco pareva davvero che dormisse soltanto. Trasportato il corpo in Irpinia, c’è chi ricorda tutt’oggi l’imponente partecipazione popolare al funerale dell’unica figlia di don Alberto, una ragazza vissuta interamente per il Cielo, e i suoi resti mortali letteralmente sommersi di fiori. A Venticano gli anziani la ricordano ancora comeuna giovane generosa, aperta al prossimo, umile, silenziosa, obbediente“. Disse un giorno alla mamma Filomena: “Mamma, tu non sai chi sono!” La madre rimase esterrefatta e sgomenta.

Il 28 settembre 1958 le spoglie di Rachelina Ambrosini sono state traslate nella Chiesa Madre di Venticano. L’8 aprile 1995, nel Duomo di Benevento, si è chiuso il Processo Diocesano per la Canonizzazione della Serva di Dio Rachelina Ambrosini. In Vaticano è in corso la causa di beatificazione.rachelina

Nelle Filippine la Fondazione a lei dedicata ha intrapreso attività di promozione sociale. Scrive Suor Marieta Palmero dalle Filippine: “Nella vita di Rachelina si nota chiaramente un’attenzione particolare per i bambini e soprattutto per quelli poveri. Ella li amava ed era amata. Dedicava loro ogni tipo di premura, anche per una sua amica albanese. Si priva dei dolci fatti dalla sua mamma Filomena, per condividerli con i suoi compagni di scuola o darli al povero viandante per strada. Gioca con chi è emarginato, consola chi soffre“.

Un saggio della maturità spirituale cui la giovane Rachelina era giunta, frutto della sua vita di fede e preghiera, è questo suo scritto che mi ha ricordato tanto il messaggio della Regina della Pace di Medjugorje:

Non cercare la felicità. Quaggiù non esiste, poiché l’uomo non fu creato per quaggiù. Cerca la Pace, il grande dono di Dio, l’unica gioia che non si può godere nel male, l’unica gioia perfetta che è frutto del bene.

Rachelina_40Cerca la pace con lo stesso ardore col quale lo stolto cerca di godere. La troverai nella sottomissione alla volontà di Dio, nella coscienza tranquilla, nell’adempimento scrupoloso dei tuoi doveri di cristiano e di cittadino.

Non chiedere soddisfazioni materiali alla vita, ne saresti deluso poiché la vita è un dovere che dà più spine che rose, a chi vuol compierlo fedelmente.

Ama la vita come l’unico mezzo col quale potrai raggiungere una eterna felicità in Cielo; amala come dono di Dio, stringila con affetto anche se ha la forma di una croce: quanto più sarà penosa, altrettanto ti sarà meritoria!

[Rachelina Ambrosini]

E’ inutile dire che per i fedeli della Diocesi di Benevento Rachelina è già una santa. Ci auguriamo che diventi presto tale anche per i “giudici” della Santa Sede. A Venticano, sempre in provincia di Avellino, c’è il Palazzo Ambrosini, accanto al portone, la foto che ritrae la giovane Rachelina.

Fonte: http://www.moscati.it/Ital4/Rachelina.html; varie

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