Beato Antonio Chevrier

BEATO ANTONIO CHEVRIER

Sacerdote fondatore [ 1826-1879] 2 ottobre

B. ANTONIO CHEVRIER

La sua idea del sacerdozio era prettamente incentrata sull’apostolato, la formazione e la crescita spirituale del pastore e del suo gregge. Fondò l’opera “La Provvidenza del Prado” dalla quale nacque la “Società dei Preti del Prado“.

Antonio Maria Chevrier, nato a Lione il 16 aprile 1826, fece la prima comunione all’età di undici anni, continuando in seguito a comunicarsi molto di frequente benché la cosa fosse inusuale al suo tempo. Studiò per il sacerdozio a Lione, dove si distinse per bravura, e fu ordinato nel 1850. Nominato curato nella parrocchia di S. Andreain una zona operaia alla periferia della città, tutti ne poterono apprezzare la santità, lo zelo e l’assennatezza.

Nella notte di Natale del 1856, mentre era in preghiera davanti al presepio, ricevette una rivelazione sul significato della divina povertà e questo fatto lo influenzò per il resto della vita, indicandogli una nuova vocazionesi votò «a seguire Gesù Cristo il più dappresso possibile, per diventare capace di operare efficacemente per la salvezza delle anime».

B. ANTONIO CHEVRIER1In occasione dello straripamento del Rodano lavorò strenuamente per salvare la popolazione minacciata dalle acque e, in seguito, quando due persone facoltose aprirono una casa di accoglienza – “La Città del Bambin Gesù” – per i reduci dall’inondazione, S. Giovanni Maria Vianney (4 ago.) lo incoraggiò a diventarne il direttore spirituale. Egli vi lavorò per tre anni, con un duplice scopo: preparare i bambini poveri a ricevere il sacramento della prima comunione e fornire un alloggio ai senzatetto e agli indigenti.

Nel 1859, rendendosi conto che il lavoro era molto impegnativo, decise di fondare un nuovo movimento finalizzato all’aiuto dell’infanzia abbandonata e dei poveri. L’anno seguente potè acquistare una sala da ballo in disuso chiamata ” Il Prado” e ne fece la sede dell’opera “La Provvidenza del Prado“. Visse lì per oltre vent’annisorretto in quest’attività da molti sacerdoti, che alla fine riunì nella “Società dei Preti del Prado“.

I membri, davvero pochi al tempo della sua morte, conobbero un grande aumento subito dopo e raggiunsero il numero di quasi cento verso la metà del Novecento. Essi vivevano in comunità, pur rimanendo preti secolari, seguendo la Regola del Terz’ordine francescanoSi costituì anche una comunità di suoreche seguivano la stessa regola, insegnavano catechismo alle ragazze in molte parrocchie e accudivano i malati.

Antonio nutriva un interesse particolare per la formazione spirituale dei sacerdoti e su questo argomento scrisse un certo numero di libri. Nel suo pensiero, il prete ideale dovrebbe imitare Cristo sia nella vita spirituale sia in un attivo apostolato svolto B. ANTONIO CHEVRIER2in una modesta parrocchia. I preti secolari, a suo parere, hanno due strade tra cui scegliere: quella che egli chiamava «la via ordinaria» e quella invece dei consigli evangelici per la perfezione; la santità sacerdotale consiste dunque nel scegliere questa seconda via.

Egli riteneva anche che i preti dovrebbero il più possibile affidare l’amministrazione temporale di una parrocchia ai laici, così da poter essere più liberi di esercitare la propria funzione specifica, essenzialmente spiritualeIl loro modo di predicare dovrebbe  essere semplice e diretto, «una conversazione tra il prete e l’assemblea», e dovrebbero vivere in comunità, per quanto egli stesso riconoscesse che la vita parrocchiale ne limiti molto la possibilità.

Durante l’ultimo anno di vita, soffrì a causa di dolorose ulcere; morì il 2 ottobre 1879 e fu seppellito nella cappella del Prado. Fu beatificato nel 1986 in occasione di una visita di papa Giovanni Paolo II a Lione.

FonteIl primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

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