SAN GIUSEPPE DIAZ SANJURJO

SAN GIUSEPPE DIAZ SANJURJO

Vescovo e martire (1818-1857) 20 luglio

Fu il primo di venticinque martiri uccisi in Vietnam durante la persecuzione del SAN GIUSEPPE DIAZ SANJURJO1857-1862. Domenicano, sacerdote e missionario fin da bambino aveva riconosciuto la chiamata del Signore.

Giuseppe Diaz Sanjurjo, nato nel 1818 a S. Eulalia de Suegos, nei pressi di Lugo (Spagna nord-occidentale), il primo di cinque fratelli nati da una coppia di agricoltori benestanti. Poiché fin dall’infanzia diede segni di vocazione ecclesiastica, fu mandato in seminario. Quando, a motivo dei rivolgimenti politici, il seminario di Lugo fu chiuso, il santo fu costretto a ritornare in famiglia. Non se la sentiva però di lavorare la terra. Al padre che un giorno gliene muoveva lamento, egli disse con franchezza: “Io non sono fatto per questi lavori; altri me ne sono riservati in paesi lontani“. Dopo tre anni, il seminario riaprì i battenti e Giuseppe poté farvi ritorno per lo studio della teologia e del diritto che andò poi a perfezionare l’università di Compostella, divenne un domenicano  nel 1842 e solo due anni dopo fu ordinato sacerdote.

Trascorse il resto della vita come missionario nel Vietnam, inizialmente come rettore del seminario a Luc-Thuy. Una sommossa popolare, ispirata dalla persecuzione dei missionari da parte dell’imperatore Tu Due, portò alla chiusura e alla distruzione del seminario nel 1847. Due anni dopo, Giuseppe diventò vescovo coadiutore di un nuovo vicariato nel Tonchino orientale e vescovo (dell’attuale diocesi di Bui Chu) di diritto nel 1852.

SAN GIUSEPPE DIAZ SANJURJO1Fondò un centro d’assistenza per i bambini abbandonati, che ne accolse circa duemila, nei primi anni. La persecuzione continuò, ma fu possibile portare avanti l’attività missionaria con cautela fino al 1857, quando l’oppressione si aggravò nuovamente. I capi dei villaggi furono minacciati di morte, nel caso essi o il loro popolo avessero offerto rifugio agli stranieri. Giuseppe fu denunciato e arrestato, due mesi dopo ; condannato a morte dal mandarino di Bui-Chu e giustiziato il 20 luglio 1857. Il corpo fu gettato nel fiume a Nam-Dinh.

Giuseppe, con altri tre vescovi spagnoli, fa parte del gruppo dei venticinque martiri giustiziati tra il 1857 e il 1862, beatificati nel 1951 e canonizzati nel 1988; ventitré martiri appartenenti al gruppo erano del Tonchino e diciannove erano laici.

Il centro da lui fondato esiste ancora, ed è stato rinnovato nel 1975 dopo la guerra del Vietnam e possiede una squadra di quaranta persone, che si occupano dei bambini disabili, dal punto di vista fisico e mentale, oltre che di anziani che non hanno il supporto della famiglia, I bollettini pubblicati in Vietnam suggeriscono che è ora accettabile riconoscere il martirio di missionari europei come parte della storia di quella comunità. 

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / www.santiebeati.it/

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