San Giacomo il Maggiore

San GIACOMO il MAGGIORE

apostolo (I sec.) 25 luglio

san Giacomo il maggiore detto di ZebedeoColui che venne chiamato da Gesù “figlio del tuono” per il suo carattere impetuoso: tutti ricordiamo il suo desiderio di far scendere dal cielo un fuoco consumatore per chi non aveva accolto il Signore. Ma al di là del suo temperamento fu tenuto sempre in grande considerazione da Gesù, che in più occasioni lo ha voluto al suo fianco.

Giacomo, fratello di S. Giovanni (27 dic.) e figlio di Zebedeo, chiamato “il Maggiore” per distinguerlo dall’altro apostolo più giovane con lo stesso nome, era originario della Galilea e, con il padre e il fratello, pescatore del Mar della Galilea; forse visse a Betsaida, città di S. Pietro (29 giu.).Gesù chiamò i due fratelli perché lo seguissero come discepoli, mentre stavano riassettando le reti in una barcaed essi immediatamente lo seguirono, lasciando il padre e i garzoni (Mc 1, 16-20). Giacomo e Giovanni sono citati in particolare in due occasioni: quando si parla della suocera di Pietro (Mc 1, 29-31),e al momento della risurrezione della figlia di Giairo, quando Gesù «non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo» (Mc 5, 35-43; Le 8, 49-56). Questi ultimi vengono anche scelti come testimoni della trasfigurazione sul monte Tabor (Mc 9, 2-8; Mt 17, 1-8; Lc 9, 28-36), e durante l’agonia di Gesù nel giardino del Getsemani (Mc 14,32-42; Mt 26, 36-46).

Questa posizione privilegiata dei tre discepoli nei racconti del Vangelo indica, presumibilmente, il posto speciale che occuparono nella Chiesa primitiva insieme al fratello, fu chiamato da Gesù “Boanerghes“, o “figlio del tuono” (Mc 3, 17); una
volta, quando un villaggio di samaritani rifiutò di accogliere Gesù, Giacomo e Giovanni suggerirono di invocare «che scenda il fuoco dal cielo e li consumi» (Le 9, 51-56).

sanGiacomo d'Alfeo o maggioreMatteo racconta che la madre si avvicinò a Gesù e gli chiese di permettere ai suoi figli di sedersi uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra, una volta giunti nel suo regno; Gesù rispose chiedendo loro se sarebbero stati capaci di bere il calice che stava per bere, e, ricevendo una risposta affermativa, disse loro che questo sarebbe accaduto (Mt 20, 20-24). Gli altri apostoli si sdegnarono con i due fratelli perché si facevano avanti in questo modo; è interessante notare che nel racconto di Marco (Me 10, 35-40), la madre non viene citata, e Giacomo e Giovanni esprimono da sé la loro richiesta.

Col trascorrere degli anni «è nata una annosa controversia sulla relazione di S. Giacomo con la Spagna», che si fonda su due tradizioniuna afferma che predicò in Spagna, dalla Pentecoste fino al momento della sua morte, e l’altra che il suo corpo fu sepolto in Spagna. Il riferimento più antico al suo viaggio in Spagna risale al VII secolo ed ebbe origine in Oriente, ma non ha nessun fondamento storico e S. Giuliano di Toledo (6 mar.), che morì alla fine del VII secolo, non lo cita nel suo san Giacomo il maggiore.2racconto dei viaggi degli apostoli. Alcuni autori hanno usato la testimonianza di S. Paolo per sostenere questa tradizione: scrivendo ai romani, affermò che sarebbe andato in Spagna, ma alcuni versetti prima aveva sostenuto di non «annunziare il Vangelo se non dove ancora non era giunto il nome di Cristo» (Rm 15,20,24).

La seconda tradizione, che risale all’830 circasostiene che il corpo di Giacomo fu prima trasportato a El Padron in Galiziae poi a Santiago (vale a dire San Giacomo) di Compostella, dove il suo sepolcro divenne una delle mete preferite dipellegrinaggio dell’Europa medievale, specialmente dopo essere divenuto patrono dei soldati spagnoli che lottavano contro i musulmani. La più antica prova scritta di questo trasferimento è il Martirologio di Usuardodell’856. Le presunte reliquie si trovano ancora là, e la loro autenticità fu riconosciuta da una bolla di Leone XIII nel 1884. Questa tradizione che mette in relazione Giacomo con la Spagna, non è condivisa dagli storici non spagnoli, e l’autenticità delle reliquie è messa seriamente in dubbio.

Queste ultime andarono perdute ma furono ritrovate, e quelle attuali possono essere le stesse venerate nel Medio Evo «anche se l’autenticità delle reliquie medievali è sempre difficile da stabilire e più che mai in questo caso». È vero, a martirio di san Giacomo il maggioreogni modo, che il sepolcro a Compostella è costruito su un cimitero cristiano primitivo che conteneva un martyrium, a testimonianza del culto di un santo di cui non si conosce il nome. È interessante che la chiesa di Mérida nella Spagna sud-occidentale abbia affermato di possedere le reliquie di Giacomo (e di altri apostoli) dal 627, prima della conquista degli arabi: presumibilmente esisteva un culto locale in relazione alle reliquie.

Una lettera apocrifa di S. Giacomo è stata scoperta tra i manoscritti di Nag Hammadi nel 1945; si presenta come la trascrizione, operata da Giacomo, di una conversazione tra Gesù, Pietro e Giacomo stesso dopo la Resurrezione, e può aver avuto origine da ambienti giudeo-cristiani.

È INVOCATO: – per i raccolti – contro reumatismi – come protettore di pellegrini e viaggiatori, profumieri, fabbricanti di cappelli

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Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler