San Antonio Zaccaria

SAN ANTONIO ZACCARIA

fondatore ( 1502 -1539) 05 Luglio

Medico che sentendo il desiderio di guarire non solo il corpo, ma S. ANTONIO ZACCARIA1l’anima dei suoi pazienti si fa sacerdote.  In apparenza era una persona assai gentile, ma chiedeva una devozione totale a Cristo a coloro cui dava consigli, qualunque fosse il sacrificio in termini umani.

Antonio Maria Zaccaria nacque a Cremona nel 1502;studiò medicina all’università di Padova e praticò la professione di medico per un breve periodo, prima di ritornare nella sua città natale. Si può affermare, con le parole contenute nella precedente edizione di quest’opera, che «qui capì subito che la sua vocazione era quella di guarire le anime e i corpi»; con la guida spirituale dei domenicani portò avanti un apostolato speciale insegnando religione ai poveri che lo incoraggiarono a diventare sacerdote. Ricevette l’ordinazione nel 1528, diventando direttore spirituale di Ludovica Torelli, contessa di Guastalla, e nel 1530 partì con lei per Milano. Sotto la guida di Antonio, ella fondò una congregazione di donne conosciuta come le “Angeliche“, dedite a opere di pietà, in particolare alla protezione delle donne che rischiavano di cadere nella prostituzione; l’espressione “di S. Paolo Converso” fu aggiunta al loro titolo successivamente. Egli stesso fondò e diresse molti gruppi laici impegnati nel riformare il modo di vivere della società laica della città.

S. ANTONIO ZACCARIA

Divenne membro dell’Oratorio della Eterna Sapienza, dove incontrò due nobili milanesi anch’essi membri: Bartolomeo Ferrari e Iacopo Antonio Morigia. Assieme decisero di istituire una congregazione di sacerdoti che «rigenerassero e facessero rinascere l’amore del culto divino e uno stile di vita propriamente cristiano, predicando frequentemente e amministrando i sacramenti fedelmente». Con l’aiuto di Ludovica Torelli aprirono la loro prima casa, e i cinque membri della nuova congregazione cominciarono a predicare nelle chiese locali e nelle strade, ponendo in rilievo la passione e morte redentrice di Cristo, e incitando il popolo al pentimento e a uno stile di vita più fervente, basato sull’Eucarestia. Svolsero il loro ministero presso le vittime della peste e furono molto acclamati per la loro attività pastorale; il fratello di Ferrari era un segretario del papa, e fece conoscere la loro attività a Clemente VII, che approvò l’ordine nel 1533; nel 1535 papa Paolo III confermò quell’approvazione, e l’ordine adottò il nome Chierici Regolari di S. Paolo; nel 1552 aggiunsero le parole “di S. Paolo Decollato” al loro titolo.

Incontrarono la violenta opposizione del clero locale, a causa delle riforme che tentavano d’introdurre, e furono denunciati a Roma come eretici nel 1534 e nel 1537; in entrambe le occasioni la loro attività e i loro insegnamenti furono totalmente difesi dal tribunale romano. Antonio fu eletto primo superiore generale, ma diede le dimissioni in favore di Morigia e si trasferì a Vicenza per aprire una nuova casa. Gli si attribuisce il merito di aver introdotto nella città l’usanza milanese di esporre il SS. Sacramento per tre giorni, per il culto pubblico. Alcuni hanno affermato che istituì questa devozione mentre era a Milano, ma che esisteva già in forma privata nell’Oratorio dell’Eterna Sapienza; per certo, diede inizio all’usanza di suonare le campane ogni venerdì pomeriggio, per ricordare la morte di Nostro Signore. Organizzò conferenze per il clero e fondò i “Maritati di S. Paolo“. Continuò la predicazione nelle strade, e assistette i malati.

Correte come matti: La Vita di S. Antonio Maria Zaccaria

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Le sue omelie erano saldamente basate sulla dottrina, senza retorica, ed egli preferiva le funzioni pubbliche senza musica. La sua spiritualità si fondava sulla devozione al SS. Sacramento e al crocifisso (questo pensiero dominante emerge dalle sue lettere). I suoi insegnamenti erano di forte ispirazione paolina, ed egli condivideva con gli altri riformatori del XVI secolo il desiderio di evitare le complessità teologiche tardo medievali, a favore di un ritorno ai testi del Nuovo Testamento e, specialmente, a S. Paolo. In apparenza era una persona assai gentile, ma chiedeva una devozione totale a Cristo a coloro cui dava consigli, qualunque fosse il sacrificio in termini umani. Scrisse: «Dobbiamo correre come folli non solo verso Dio, ma anche verso chi è vicino, l’intermediario cui diamo quello che non possiamo dare a Dio». I membri dell’ordine vissero una vita austera di rigorosa povertà. Negli ultimi anni di vita cominciò a condurre le trattative affinché la chiesa di S. Barnaba a Milano divenisse il centro direttivo della congregazione, e questo fu il motivo per cui i suoi membri divennero più comunemente noti con il nome di san antonio zaccariabarnabiti.

Durante una missione a Guastalla si ammalò gravemente e fu portato nella casa di sua madre a Cremona, dove morì il 5 luglio 1539, all’età di soli trentasette anni. Fu canonizzato nel 1897, e nel 1893 le reliquie furono trasferite dalla chiesa di S. Paolo a Milano alla cripta della chiesa di S. Barnaba, dove sono ancora venerate.

Dopo una forte opposizione iniziale, i barnabiti si rafforzarono, ma non diventarono mai una congregazione numerosa: «svolgono ancora la loro attività in un relativo anonimato, tra i poveri delle grandi città; insegnano, poiché dovunque si trovi una confraternita barnabita, vi è un centro culturale; e, seguendo l’esempio del loro fondatore, predicano il Vangelo facendo riferimento soprattutto alle Lettere di S. Paolo» (B.T.A.). Possedevano sedi nell’America del Nord e del Sud, in Italia, Francia e Belgio, con un piccolo gruppo missionario in Africa. La loro fondazione negli anni intorno al 1530 fece parte di un forte movimento di riforma nella Chiesa italiana, in modo da essere libera dagli attacchi dei protestanti: vari riformatori si accorsero che era necessario un nuovo tipo di ordine religioso che riformasse sia il clero che il popolo, e i barnabiti possono essere paragonati ai teatini, ai somaschi e agli oratoriani (e alle monache orsoline di S. Angela Merici; 27 gen.), per quanto concerne la loro forza religiosa. Nella stessa Milano, prepararono la via alle riforme di S. Carlo Borromeo (4 nov.). 

FonteIl primo grande dizionario dei santi di Alban Butler