Beato Pier Giorgio Frassati

Beato Pier Giorgio Frassati

Studente (1901-1925) 4 luglio

PIER GIORGIO FRASSATI2Pier Giorgio Frassati è stato uno studente italiano, terziario domenicano, membro della Fuci e di Azione Cattolica: è stato proclamato beato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II. La sua facoltosa famiglia si rese conto di chi fosse davvero, solo quando al suo funerale vide non solo l’alta borghesia, ma anche molta povera gente.

Pier Giorgio Frassati nacque il 6 aprile, da una delle famiglie più in vista dell’alta borghesia della Torino sabauda. Il padre, Alfredo Frassati, laureato in legge divenne il fondatore e direttore del quotidiano “La Stampa”, uno dei più importanti della penisola. Uomo politico fu Senatore del Regno e poi, nel 1913, Ambasciatore in Germania.

Si sposò con una cugina Adelaide Ametis, pittrice valente ed apprezzata. L’agiatezza economica però non donò la pace famigliare, infatti i coniugi litigavano spesso anche se non giunsero mai alla separazione legale. L’educazione che ricevette Pier Giorgio e sua sorella Luciana fu piuttosto rigida; ella ha raccontato che “La casa signorile in cui vivevamo sembrava una caserma“. La famiglia quindi trasmise ai figli un duro sistema di regole e doveri, basato sul rispetto, l’ordine, la disciplina e l’onore. La fede fu impartita unicamente dalla madre.

AlfredoFrassatiNel 1914 l’Europa fu insanguinata dalla Grande Guerra e l’anno seguente l’Italia entrò nel conflitto muovendo guerra all’Austria. La famiglia Frassati, giolittiana e liberale, era neutralista. Allo scoppio della guerra, Pier Giorgio, anche se molto giovane, si impegnò alacremente per rendersi utile. Inoltre inviava regolarmente ai soldati e alle loro famiglie i suoi piccoli risparmi.  Pier Giorgio e Luciana, nonostante la differenza di un anno d’età, furono avviati insieme agli studi. Come era usanza nelle famiglie signorili di un tempo, la prima istruzione venne loro impartita privatamente, in casa. Poi frequentarono le scuole statali ma Pier Giorgio non dimostrava molto entusiasmo per lo studio e subì due bocciature in latino.

Iscritto dai genitori all’Istituto Sociale di Torino, un ginnasio-liceo retto dai Padri della Compagnia di Gesù, dove si avvicinò anche alla spiritualità cristiana. Si iscrisse poi alla facoltà di Ingegneria meccanica (specializzazione in mineraria) presso il Regio Politecnico di Torino. Motivò questa scelta universitaria con l’intenzione di poter lavorare al fianco dei minatori (la classe operaia più disagiata a quel tempo), per aiutarli a migliorare le loro condizioni di lavoro. Però, nonostante gli sforzi e l’impegno, Pier Giorgio Fassati morì improvvisamente a due soli esami dalla sospirata mèta. Fu però insignito della laurea ad honorem.PIER GIORGIO FRASSATI1

All’Università ebbe inizio un periodo di intensa attività all’interno di numerose associazioni di stampo cattolico, come la Fuci e il Circolo “Cesare Balbo”, affluente alla Fuci stessa, a cui si iscrisse nel 1919. Inoltre aderì anche alla Società San Vincenzo De Paoli del “Cesare Balbo”, profondendo un impareggiabile impegno in favore dei poveri e dei più bisognosi.

Pier Giorgio Frassati era un ragazzo molto vivace, solare, sempre allegro e ricco di energie. Praticò numerosi sport, ma furono soprattutto le escursioni in montagna a costituire la sua più grande passione.  Fu poi proprio la sua passione per la montagna che gli fece conoscere Laura Hidalgo (1898-1976), una ragazza orfana e di modeste origini sociali: Pier Giorgio Frassati se ne innamorò, anche se non le confessò mai il proprio sentimento, “per non turbarla”, come scrisse ad un amico. La ragione per cui non le dichiarò il suo amore fu la netta opposizione della famiglia di lui, che non avrebbe mai accettato per l’erede dei Frassati una consorte che non fosse stata d’altolocata e prestigiosa provenienza sociale. Rinunciò quindi a questo amore per non suscitare pesanti discussioni in casa, e non incrinare ulteriormente il rapporto tra padre e madre, che già in quel momento versava in gravi difficoltà.

IL FILM

Tuttavia questa scelta fu per Pier Giorgio Frassati causa di sofferenza, ma lui seppe trovare il modo di affrontarla, come scrisse all’amico Isidoro Bonini il 6 marzo del 1925:

PIER GIORGIO FRASSATI«Nelle mie lotte interne mi sono spesse volte domandato perché dovrei io essere triste? Dovrei soffrire, sopportare a malincuore questo sacrificio? Ho forse io perso la Fede? No, grazie a Dio, la mia Fede è ancora abbastanza salda ed allora rinforziamo, rinsaldiamo questa che è l’unica Gioia, di cui uno possa essere pago in questo mondo. Ogni sacrificio vale solo per essa».

Nonostante le ricchezze della famiglia che venivano elargite ai figli con grande parsimonia, Pier Giorgio Frassati era spesso al verde perché il più delle volte i pochi soldi di cui disponeva venivano da lui generosamente donati ai poveri e ai bisognosi che incontrava o a cui faceva visita. Non di rado gli amici lo vedevano tornare a casa a piedi perché aveva dato a qualche povero i soldi che avrebbe dovuto utilizzare per il tram. «Aiutare i bisognosi – rispose un giorno alla sorella Luciana – è aiutare Gesù». In famiglia nessuno sapeva alcunché delle sue opere caritative; inoltre non compresero mai appieno chi fosse veramente Pier Giorgio Frassati, questo figlio così diverso dal cliché alto-borghese di famiglia, sempre pronto ad andare in chiesa e mai a prendere parte alla vita mondana del suo stesso ceto.

È probabilmente visitando i poveri nelle loro abitazioni che Pier Giorgio Frassati contrasse una poliomielite fulminante che lo portò repentinamente alla morte in meno di una settimana, dal 29 giugno al 4 luglio, giorno in cui spirò. La mattina del 30 giugno 1925, Pier Giorgio accusò una strana emicrania e anche un’insolita inappetenza. PIER GIORGIO FRASSATI7Nessuno però diede molto peso al suo malessere, pensando a comuni sintomi influenzali. Inoltre, in quegli stessi giorni, tutta l’attenzione dei familiari era rivolta all’anziana nonna materna, Linda Ametis, che morì il 3 luglio. I genitori compresero la gravità delle condizioni del figlio proprio il giorno della morte della nonna, quando egli non riuscì più ad alzarsi dal letto per partecipare alla celebrazione delle esequie. Pier Giorgio Frassati stava quindi morendo senza che nessuno se ne rendesse conto e quando il medico accertò le condizioni disperate in cui versava, era ormai troppo tardi per qualsiasi rimedio. Si tentò tuttavia di fare il possibile; il padre fece arrivare direttamente da Parigi un siero sperimentale, ma fu tutto inutile.

Ai suoi funerali presero parte molti amici, ragguardevoli personalità, ma soprattutto tantissimi poveri che al tempo erano stati aiutati dal rimpianto estinto. Per la moltitudine dei partecipanti, qualcuno dei presenti paragonò quei funerali a quelli di San Giovanni Bosco, altro Santo torinese popolarissimo. Davanti al popolo così numeroso, che accorse a dare l’ultimo saluto al figlio, per la prima volta i suoi familiari capirono, vedendolo tanto amato, dove e come era vissuto Pier Giorgio Frassati. Il padre, con amarezza, asserì: «Io non conosco mio figlio!».

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Giorgio_Frassati

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