Protomartiri Romani sotto Nerone

PROTOMARTIRI ROMANI sotto Nerone

[64-68] 30 giugno

Nerone fu il primo imperatore romano a scatenare una persecuzione contro iPROTOMARTIRI cristiani, la stessa nella quale videro la morte Pietro e PaoloLo storico Tacito ci racconta dettagliatamente i fatti, ma sembra che in realtà abbia solo acceso un acuto dibattito.

Questa festa commemora tutti protomartiri della Chiesa di Roma che subirono il martirio nella stessa persecuzione nella quale furono messi a morte Pietro e Paolo; dal 1969 è stata opportunamente fissata il giorno seguente a quella dei due apostoli.

Nerone fu il primo imperatore romano a scatenare una persecuzione contro i cristiani, di cui lo storico Tacito ci racconta dettagliatamente i fatti: il 19 luglio dell’anno 64, il decimo del regno di Nerone, un terribile incendio divampò a Roma, partendo dal Circo Massimo, quartiere di negozi e bancarelle stipati di merce infiammabile; favorito dal clima (si era in piena calura estiva) il fuoco si propagò in tutte le direzioni. Per sette giorni e sette notti imperversò distruggendo templi, palazzi e monumenti pubblici; rase al suolo, con tutto ciò che conteneva, un agglomerato di caseggiati e tuguri occupati da poveri. Le fiamme raggiunsero anche i giardini dell’abitazione di Caio Tigellino, prefetto del pretorio, divampando per altri tre giorni.

Dal Film ” Quo Vadis”

PROTOMARTIRI1Quando finalmente l’incendio fu estinto, due terzi di Roma erano ridotti a un ammasso di mura fumantiPer tre giorni Nerone rimase ad Anzio, senza rispondere ai messaggi accorati che gli pervenivano dalla città; finalmente raggiunse la Città Eterna per contemplare l’accaduto: si racconta che, indossato il suo costume teatrale, salisse sulla torre di Mecenate e accompagnandosi con la lira abbia intonato il lamento di Priamo sulle rovine fumanti di Troia. Questo suo deliziarsi nel contemplare le fiamme diede forza alle voci che lo sospettavano di aver ordinato lui stesso di appiccare l’incendio o almeno dall’aver ostacolato il suo spegnimento. Per stornare da sé questi sospetti accusò i cristiani e ordinò che fossero arrestati e messi a morte.

Coloro che erano noti per essere fedeli di Cristo furono arrestati, derisi pubblicamente, torturati perché denunciassero i loro compagni di fede, messi a morte con le forme più crudeli: alcuni furono crocifissi, altri spalmati di cera e usati come torce umane, altri coperti con pelli d’animale e dati in pasto alle belve. Tutte queste barbarie si svolgevano durante le pubbliche feste date, ogni notte, da Nerone nei giardini del suo palazzo; erano attrazioni di contorno mentre l’imperatore offriva lo spettacolo delle corse dei carri, guidando lui stesso un carro o confuso tra la folla. Benché il popolo di Roma fosse assuefatto a questi spettacoli dalle lotte tra gladiatori, la crudeltà delle torture a cui erano sottoposti i cristiani atterrirono la maggior parte degli spettatori; questi eventi fecero esplodere un’ondata di sollevazioni e Nerone si suicidò quattro anni dopo.

FILM DEL 1965 SULL’INCENDIO DI ROMA

Tacito, lo storico romano nato attorno all’anno 56, scrive che Nerone «era corrotto PROTOMARTIRI3da ogni lussuria, naturale e contro natura», e lascia aperta qualsiasi ipotesi per le cause dell’incendio; «Accadde un disastro, non si sa con certezza se per caso o per dolo dell’imperatore (l’una e l’altra versione han tramandato gli scrittori)». È in questo contesto che fornisce, egli storico classico, i più antichi riferimenti alla comunità cristiana di Roma, descrivendo come Nerone «condannò alle pene più raffinate quelli che, aborriti per le loro infamie, il volgo chiama cristiani. L’autore di questo nome. Cristo, regnando Tiberio, era stato suppliziato a opera del procuratore Ponzio Pilato».

E’ evidente che Tacito presta fede a tutte le calunnie popolari divulgate contro i cristianidescrivendoli come appartenenti a una «superstizione funesta» e commentando «a Roma da ogni parte confluiscono e si diffondono tutti i misfatti e le vergogne», aggiungendo però: «Benché si punivano rei meritevoli di estremi castighi, nasceva un senso di pietà, giacché essi venivano uccisi non per il bene pubblico, ma i per soddisfare la crudeltà di uno solo». Questa antica testimonianza scritta degli eventi storici della passione di Gesù e della solidità della comunità cristiana a Roma a partire dal 65 è d’importanza rilevante perché Tacito è uno storico scrupoloso e non ha chiaramente nessun motivo per essere benevolo verso i cristiani; non mostra alcun sentimento favorevole nei loro confronti anzi li considera nemici pubblicima allo stesso tempo è lucido nel vederli come i capri espiatori dell’incendio, la cui responsabilità era attribuita da molti a Nerone stesso.

PROTOMARTIRI2Svetonio, nato nel 69 circa e perciò più giovane di Tacito di circa quindici anni, può solo aver ascoltato dai più anziani di lui i racconti sull’incendio, ma nel periodo in cui scrive la sua storia di Nerone, l’atto criminoso era attribuito inequivocabilmente al più depravato di tutti gli imperatori, poiché scrive: «Diede fuoco alla città».

Edward Gibbon, un razionalista di fine Ottocento, ha complicato le cose sostenendo alcuni pregiudizi nel suo Declino e Caduta dell’Impero Romano, dove sostiene che Tacito fosse un «infante» all’epoca dell’incendio e non possa ricordare gli eventi. In effetti sembra che a quel tempo avesse otto o nove anni e anche se fosse vissuto a Roma con i genitori è ben difficile che questi avessero ricordi così precisi di ciò che accadde in quei giorni, come appare dalla sua narrazione dettagliata. Gibbon inoltre afferma che l’attacco principale fu sferrato contro la comunità ebraica e non contro i cristiani, che erano una setta piccola e non importante e che Nerone e i suoi pretoriani avrebbero confuso con i giudei, assai più numerosi. Nell’acceso dibattito su queste tesi, molti studiosi hanno affermato che in realtà erano i cristiani il vero bersaglio dell’imperatore, così le tesi di Gibbon hanno raccolto pochi sostenitori.

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

2 thoughts on “Protomartiri Romani sotto Nerone

  1. veramente persecuzioni spaventose. bisognava essere proprio dei cristiani veramente eccezionali.

  2. Ciao Paolo,
    sono d’accordo con te, ma più che cristiani eccezionali, ci vuole tanta grazia di Dio per poter accettare con amore simili barbarie! Buona giornata! :)

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