Sant’Agostino di Canterbury

SANT’AGOSTINO di CANTERBURY

monaco romano e primo arcivescovo di Canterbury (ca. 604) 27 maggio

sant'agostino di canterbury.1Quando papa S. Gregorio Magno (3 sett.) diede inizio alla conversione degli anglosassoni. Agostino fu il primo che si accinse a compierla. Era questo (come del resto la conversione di altre nazioni) un compito immane, che andava ben al di là delle capacità di un singolo uomo.

Agostino partì per l’Inghilterra nel 596 e morì meno di dieci anni dopo. La sua impresa fu quella di avviare il processo di evangelizzazione del sud est dell’Inghilterra, nel principale dei sette regni anglosassoni dell’epoca: egli giunse a battezzarne il re e a Canterbury, suo principale centro, costruì una piccola cattedrale e un monastero. Fondò anche le diocesi di Rochester e Londra ed edificò numerose chiese nel Kent. Della sua morte è noto il giorno (26 mag.), ma non l’anno. Le nostre fonti principali per quel che riguarda la sua vita sono le Lettere di Gregorio e la Storia Ecclesttca di Beda.

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Agostino era italiano di nascita e discepolo di Febee, vescovo di Messana. Divenne monaco, e successivamente priore, del monastero di S. Andrea al Celio a Roma. Nel 596 papa Gregorio lo inviò, come rappresentante dei monaci, a portare la fede cristiana agli anglosassoni.

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Sant’Etelberto Re del Kent

La situazione era particolare perché da un lato il re del Kent, Etelberto, aveva già in verità una moglie cristiana. Berta, dall’altro si assisteva  all’incapacità dei gallesi, già cristiani, a impegnarsi per la conversione dei loro vicini, cosa di cui Gregorio era ben informato. L’autore della più antica Vita di Gregorio, un monaco di Withby che scrisse intorno al 710 utilizzando però tradizioni più antiche, racconta che Gregorio, non ancora papa, rimase impressionato  alla vista di schiavi anglosassoni in vendita nel foro romano, e uscì nella famosa esclamazione: «Non angli, ma angeli». E’ probabile che Gregorio avesse pensato di condurre di persona questa missione, ma, dopo l’elezione a vescovo di Roma, dovette delegarla ad altri. Uno dei motivi di quest’insolita urgenza nasceva dalla considerazione che, per Gregorio, l’epoca era così malvagia e così piena di disastri da non lasciare che poco tempo per l’evangelizzazione di tutte le nazioni.

Questa coraggiosa e pericolosa iniziativa rischiò però di fallire ancora prima di cominciare: la comitiva era partita da Roma, ma quando raggiunse la Provenza alcuni dei partecipanti cercarono di tirarsi indietro per le troppe incertezze, i pericoli e le difficoltà; Gregorio però si rifiutò di annullare la missione, e scrisse una famosa lettera in cui li invitava ad avere fede in Dio e fiducia in Agostino, allora nominato loro abate. Essi erano stati in precedenza provvisti di lettere di presentazione, grazie alle quali è possibile ricostruire la loro rotta: passarono per Lerins, Marsiglia, Aix-en-Provence, Arles, Vienne, Lione, Autun e Tours. Da lì proseguirono probabilmente in direzione nord via terra, attraversando La Manica da Boulogne o da Quentavic. Per strada assunsero alcuni sacerdoti franchi come interpreti.

Quando raggiunsero il Kent, il gruppo era composto da quaranta persone, forse trenta monaci e dieci franchi; a quel punto, come pare certo dalle lettere di Gregorio, sant'agostino di canterbury.1Agostino era stato già consacrato vescovo dai vescovi della zona di Reims. Sbarcarono a Thanet (tradizionalmente localizzata nella baia Pegwell).

Incontrando Etelberto, si presentarono come portatori di buone notizie, cioè della promessa di una gioia perenne in paradiso, in un regno eterno insieme al Dio vivo e vero. Il re concesse loro di fermarsi sull’isola di Thanet e ordinò che fossero riforniti di tutto il necessario, fino a quando non avesse deciso del loro futuro. Venne poi a incontrarsi con loro in un luogo aperto (segno di un’atavica paura degli incantesimi) e si sedette, insieme a quelli del suo seguito, per ascoltarne la predicazione. Infine diede loro una residenza a Canterbury insieme ad adeguate “provvigioni” (o alla terra da cui ricavarle) e alla libertà di predicare.

Dopo questi buoni inizi, racconta Beda, il gruppo condusse la vita apostolica della Chiesa primitiva, occupandosi nella preghiera, nelle veglie e nei digiuni. La prima chiesa utilizzata per la loro liturgia fu quella dedicata a S. Martino (il santo di Tours), che si credeva di costruzione romana. Momento decisivo di ogni missione cristiana in un popolo barbaro era costituito dalla conversione del re, il quale non si avventurava tanto facilmente nell’impresa di un cambio radicale di religione senza il sostegno della nobiltà; per assicurarsi tale sostegno era necessario del tempo. In una data non precisata (tra il 597 e il 601) Etelberto si fece infine cristiano.

Non si sa che ruolo abbiano svolto la moglie Berta, e il vescovo cappellano Liutardo. La prima fu cortesemente rimproverata da Gregorio per non aver fatto di più, mentre il secondo doveva essere vecchio o malato. Il racconto di Beda, interrotto per sant'agostino di canterburyl’aggiunta delle domande di Agostino e delle risposte di Gregorio (oggi ritenute sostanzialmente autentiche), copre le vicende di apostolato di parecchi anni e narra dell’invio da Roma di altri monaci, di piani di espansione, del riutilizzo di edifici pagani per opere cristiane: i problemi, inevitabilmente, dovevano essere enormi.

Per meglio affrontarli Agostino scrisse a Gregorio, il quale rispose che le entrate potevano essere abitualmente suddivise in quattro parti: una per il vescovo e la sua famiglia, una per il clero, una per i poveri e una per il restauro delle chiese. Il vescovo avrebbe dovuto vivere nella stessa casa del clero; quelli di ordini inferiori erano liberi di sposarsi e quindi di ricevere stipendi dall’esterno, ma avrebbero comunque dovuto vivere una vita regolare e occuparsi della salmodia cantata. Alcuni particolari liturgici che Agostino aveva trovato in Gallia poterono poi essere introdotti anche a Canterbury. Coloro che rubavano alle chiese andavano con clemenza puniti, ma la Chiesa non avrebbe dovuto ottenerne alcun vantaggio economico.

Le Chiese d’Inghilterra e Gallia non avevano autorità l’una sull’altra. Numerose erano le direttive di carattere morale. Gregorio provvide anche al futuro della Chiesa in Inghilterra inviando il pallio ad Agostino, fondando una diocesi settentrionale con centro a York, e istituendo dodici vescovi suffraganti sotto un arcivescovo, esattamente come ci sarebbero stati dodici suffraganti nel meridione sotto Agostino.Sant_Agostino_di_Canterbury_C

Utilizzando antiche testimonianze della Britannia romana, Gregorio aveva inoltre deciso che la sede metropolitana meridionale sarebbe stata a Londra; poiché però Agostino aveva inizialmente posto la sua sede a Canterbury, principale città del più potente re d’Inghilterra, questa sistemazione rimase inalterata anche dopo la sua morte. Si conviene oggi che molte delle disposizioni di Agostino siano state configurate sul modello della Roma contemporanea. Fondò il monastero dei SS. Pietro e Paolo fuori le mura (chiamato S. Agostino dopo la sua morte), consacrò la cattedrale denominandola Chiesa di Cristo (come la più antica cattedrale romana, successivamente chiamata S. Giovanni in Laterano) e istituì una sede “suburbana” a Rochester: questa nasceva in analogia a quelle di Roma, ma siccome la fondazione di Canterbury era molto piccola ve n’era una sola rispetto alle sette romane. Furono anche utilizzati nomi di martiri romani per le prime chiese del Kent, come Pancrazio (12 mag.) e i Quattro Martiri Coronati (8 nov), le cui reliquie potrebbero essere state inviate in Inghilterra insieme ai “rinforzi” del 601.

E’ difficile trovare particolari riguardanti l’apostolato di Agostino. Il cristianesimo si diffuse anticamente soprattutto nelle città: nel Kent (a parte Reculver, Canterbury e Rochester), si sono conservate poche tracce di edifici. Le istruzioni generali di Gregorio prevedevano che i monaci rimanessero nei monasteri e l’evangelizzazione fosse affidata al clero diocesano; inviando in Inghilterra una trentina di monaci Gregorio, con la sua abituale saggezza, doveva aver però compreso che un’impresa così particolare richiedeva maggiore elasticità. Non si dovrebbero facilmente prendere per vere affermazioni dell’XI e XII secolo, secondo le quali nella cattedrale avevano sempre prestato sen’izio i monaci: al contrario, il monastero sant'agostino di canterbury4costruito vicino alla cattedrale sottolinea che, fin dall’inizio, si era avvertita la necessità di due centri, non di uno solo. Per quanto è a nostra conoscenza, i monaci di Agostino non erano formalmente benedettini, ma monaci del tipo “basilicale” romano, dediti in primo luogo alla liturgia e possibilmente alla gestione di una scuola, piuttosto che alla predicazione itinerante in piccoli e dispersi centri rurali.

Nella stessa Canterbury sembra probabile che, in linea con le usanze romane, i monaci di S. Agostino si unissero ai sacerdoti della cattedrale per gli uffici del mattino e della sera, e che fossero normalmente responsabili dei Mattutini e dei brevi uffici durante il giorno. Non è affatto sicuro che tutti i monaci fossero preti, anche se alcuni di essi certamente lo furono.

La liturgia quotidiana doveva essere al tempo stesso un’occupazione che univa i diversi ecclesiastici e un solenne “spettacolo” anche per i non credenti: indipendentemente dall’intraprendenza del papa, Canterbury divenne, così, famosa per il canto liturgico eseguito alla maniera della Roma di Gregorio. Anche l’ordine della Messa e l’amministrazione dei sacramenti seguivano gli usi romani.

Ci si è spesso domandati se Agostino abbia edificato sui resti del cristianesimo romano-britannico: è impossibile dare una risposta inequivocabile. Pare che esistesse ancora il santuario di un altrimenti sconosciuto Sisto ma al tempo in cui Agostino raggiungeva l’Inghilterra, i romani avevano lasciato l’isola da più di centocinquant’anni. Gli elementi dominanti della popolazione nell’area orientale erano certamente angli, sassoni e luti, prevalentemente pagani. D’altra parte la conversione degli inglesi non fu un evento semplicemente insulare, avendo coinvolto più apporti, tra cui quello dei monaci romani di Agostino e quelli celtici di Lindisfarne; anche le chiese franche contribuirono non poco.

Tuttavia i rapporti con i cristiani del Galles non furono buoni. Agostino, sant'agostino di canterbury2assecondando come al solito i progetti di Gregorio, cercò di ottenerne la collaborazione, senza riuscirvi. Senza dubbio ci si aspettava che la sede metropolitana governasse tutta la Britannia meridionale, e che la cristianizzazione procedesse secondo la stessa linea seguita altrove nell’impero romano, in base alla quale le diocesi urbane dovevano rappresentare l’unità territoriale sia della Chiesa sia dello Stato. I nuclei cristiano-celtici, invece, sorti attorno ai monasteri rurali, non alle città, non adottarono facilmente né la forma di governo romana né il calcolo romano per la datazione della Pasqua.

Il favore accordato ad Agostino dal più potente re inglese del tempo gli permise di fondare una cattedrale a Londra (allora parte del territorio orientale dei sassoni), nel luogo su cui oggi sorge la cattedrale di S. Paolo. Questa impresa subì contrattempi politici a causa del desiderio d’indipendenza dei re locali nei confronti di Etelberto, e per  un certo periodo fu abbandonata.

Agostino, come altri missionari romani, era prudente per natura: cercò il consolidamento in un’area limitata, preferendo questo obiettivo a imprese più sensazionali. Egli gettava le fondamenta, altri avrebbero completato l’edificio. La sua opera è stata talvolta esagerata o fraintesa. Non Agostino ma Gregorio fu considerato da tre scrittori dell’VIII secolo come «l’Apostolo dell’Inghilterra»; non è sicuro, inoltre, che Agostino sia stato un benedettino o che abbia introdotto in Inghilterra la Regula di S. Benedetto: quest’ultimo merito probabilmente è da attribuirsi a Benedetto Biscop e a Vilfrido. D’altra parte è da considerarsi abbastanza verosimile che sia stato lui a introdurre la Regola pastorale di Gregorio, ed è probabilmente suo un frammentario «Libro del Vangelo» chiamato i Vangeli di S. Agostino, redatto con scrittura onciale italica. Morì dopo circa dieci anni di quest’attività pionieristica, dopo aver istituito tre diocesi e un monastero nel sud est dell’Inghilterra e aver consacrato Lorenzo come suo successore.

Sant'Agostino-di-CanterburyGli stretti legami tra il papato e Canterbury (una Roma in miniatura) durarono per oltre un secolo, venendo rafforzati dalla nomina pontificia del greco Teodoro (19 sett.) ad arcivescovo di Canterbury (669-690). Agostino fu sepolto nel monastero dei SS. Pietro e Paolo a Canterbury: è noto il sito della sua tomba, posta tra quelle di altre persone ragguardevoli vissute al tempo della conversione del Kent. Le sue reliquie vennero traslate con grande solennità nel 1091 e poste in rilevante onore all’estremità orientale della nuova chiesa. Nel Medio Evo l’antichità dell’abbazia di S. Agostino ottenne il riconoscimento papale e il suo abate fu pertanto collocato, per rango, immediatamente dopo quello di Montecassino. Agostino viene oggi valorizzato per la sua importanza ecumenica, rispecchiando un periodo in cui Roma e Canterbury si esprimevano all’unisono. La sua festa ricorreva originariamente il 26 maggio, data della morte, mentre adesso cade il 27 maggio.- La festa in ricordo della sua traslazione era il 13 settembre.

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

2 thoughts on “Sant’Agostino di Canterbury

  1. gentilmente vorrei ricevere dei libretti di preghiere di s agostino mi farebbero molto piacere perche amiamo s agostino pregate per noi se potete che ne abbiamo bisogno vi ringrazio e vi saluto calorosamente da antonella

  2. Ciao Atonella,
    noi purtroppo non abbiamo libretti di preghiere specifiche di sant’Agostino da inviarti, ma in quanto alla preghiera comunitaria, saremo ben felici di ricordarti al Signore affinchè doni a te e alla tua famiglia le grazie di cui hai bisogno. Che la pace del Signore e l’intercessione di tutti i suoi santi ti accompagnino in ogni scelta della tua Vita. <3 a presto ciao :)

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