Santa Maria Maddalena de Pazzi

Santa MARIA MADDALENA de’ PAZZI

carmelitana (1566-1607) 25 maggio

Suora carmelitana, proveniente da una delle più facoltose 24 maria maddalenafamiglie di Firenze, trascorse i suoi primi sedici anni quasi a prepararsi alla vita religiosa e i successivi venticinque nell’ambiente austero di un convento carmelitano, dove visse con Dio e godette di rapimenti estatici. 

Sono state conservate accurate testimonianze delle sue esperienze mistiche, che ne fanno una delle sante del suo genere e del suo tempo su cui si possiede la maggior documentazione. Caterina di Geri de’ Pazzi era nata in un’antica e nobile famiglia coinvolta nelle rivalità e nei complotti della Firenze rinascimentale. Nonostante le riforme di S. Pio V (30 apr.) e di altri papi, gran parte del clero era trasandato, poco istruito e perfino dissoluto.

Fin dall’infanzia si manifestò invece in Maria Maddalena un eccezionale interesse per la fede: ebbe la sua prima visione all’età di dodici anni alla presenza della madre; un’altra visione a sedici anni quando, nonostante l’opposizione della famiglia, entrò al Carmelo. I ritratti del tempo la mostrano, a questa età, come una donna giovane e bella, ma a un matrimonio vantaggioso preferì una vita di preghiera, obbedienza e umiltà. Due sue massime possono dare un’idea del suo modo di vedere: «Dio non fa germogliare nulla in un’anima triste; egli vuole un cuore libero e felice» e «Tu sai, o Signore, che la mia anima non ha desiderato nient’altro che te».

24 santa Maria maddalena de Pazzi1Trascorse il suo noviziato in modo molto tranquillo finché nel 1584, all’età di diciotto anni, una misteriosa malattia, con febbri alte e violenti e dolorosi colpi di tosse, la costrinse a letto. I dottori ritennero che fosse ormai in punto di morte. Fu quindi trasportata in cappella per fare la professione religiosa; subito dopo cadde però in un estasi molto profonda che la unì alla SS. Trinità e la fece sciogliere in lacrime. Ella ha descritto tale esperienza parlando di un’offerta del suo cuore, donato e ricevuto nuovamente nell’esperienza estatica, dotato di un ulteriore e supremo dono di purezza che lo faceva simile a quello della Beata Vergine: «Poi Gesù, accarezzandomi con gentilezza come novello sposo, mi unì a lui e mi nascose al suo fianco, dove ho gustato un dolce riposo. Il Signore poi sembrò portarmi via la volontà e tutti i desideri, in modo che io ora non posso volere o desiderare nulla se non ciò che lui vuole».

Questa visione fu seguita da una serie di altri rapimenti mistici, tutti datati. L’8 giugno 1584 vide il dramma della passione di Nostro Signore; il 10 giugno scambiò il suo cuore con quello di Gesù; il 28 giugno ricevette le stigmate e il 6 luglio la corona di spine, che sentì per tutto il resto della vita. Un testimone racconta che veniva rapita in estasi non solo durante la preghiera, ma anche durante ogni altra attività.

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Per mesi non ci fu giorno in cui non fosse «rapita in Dio». L’anno successivo ve ne fu un’altra serie: il 15 aprile 1585 ebbe la visione delle cinque piaghe e del corpo di Gesù che traspirava sangue e sudore; il 28 aprile ricevette un anello, simbolo delle nozze  mistiche; il 21 maggio le fu detto di vivere solo a pane e acqua (tranne la domenica) in riparazione dei peccati degli uomini contro Dio.

Il suo direttore, temendo che fosse un’illusione, le ordinò di seguire invece la normale dieta del convento, ma quando lo fece si ammalò fisicamente. Per cinque anni sopportò questa penitenza, poi le fu chiesto di ridurre il suo sonno a cinque ore per notte. Se provava a opporsi all’estasi, veniva gettata a terra.

Ancora, nel 1585, le fu detto che sarebbe stata privata non della grazia, ma della percezione della grazia, e che avrebbe dovuto attraversare una lunga prova di aridità spirituale e di desolazione. L’avrebbe chiamata «lago de’ leoni»: dubbi, bestemmie nelle orecchie, sensazione di essere abbandonata da Dio, verso il quale non riusciva a innalzare il cuore, erano tutti aspetti di questa prova. Fu addirittura tentata di suicidarsi per la disperazione, ma alla fine depose il coltello ai piedi della statua di Nostro Signore. 

24 santa Maria maddalena de Pazzi2Nella sua lunga lotta contro l’ingordigia, l’impurità, il disgusto per Dio e la ribellione, si affidò interamente alla guida della madre superiora e scelse solo le mortificazioni fondamentali. Nella sua preoccupazione per le novizie, raccomandò loro la povertà e l’obbedienza, l’eliminazione dell’amor proprio e l’abbandono alla volontà di Dio.

Nel 1598 diventò madre delle novizie e nel 1604 sottopriora. Subito dopo la nomina cadde ammalata e sperimentò tre anni di desolazione. Morì per sfinimento nel 1607, mentre le sorelle recitavano il Simbolo di S. Atanasio intorno al suo letto. Le fonti della sua spiritualità furono la Bibbia, S. Agostino (28 ago.) e S. Caterina da Siena (29 apr), che attraverso l’Epistolario e il Dialogo esercitò su di lei un fascino particolare. Maria Maddalena strinse inoltre un rapporto epistolare con la suora domenicana S. Caterina de’ Ricci (2 feb.), una mistica fiorentina che era superiora nella vicina Prato. Fu ispirata dal mistero dell’Incarnazione e da ciò che compie nelle anime lo Spirito Santo, il quale genera un amore totale per Gesù, specialmente per la sua passione e croce.

Questo è il «ponte» o la «Scala» attraverso cui possiamo giungere alla nostra patria celeste. L’anima si unisce a Dio nella misura in cui si spoglia di ogni cosa e 25 maria maddalena de Pazzidiventa un «nulla». Questa unione che trasforma fa di due una cosa sola, anche se ciascuno continua a conservare la sua essenza individuale. Come altri mistici. Maria Maddalena de Pazzi godette di mirabili visioni ed estasi, ma fu anche sottoposta a smisurate sofferenze. La storia della sua quasi incredibile vita si basa saldamente su numerose testimonianze del tempo, sia dei suoi confessori che delle suore del suo convento. Di pochi altri santi si può dire che contribuirono in uguale misura «a ciò che manca alle sofferenze di Cristo [cfr. Col 1,24]». Il suo culto ebbe inizio quasi subito dopo la morte; ha come centro S. Maria degli Angeli a Firenze, dove è conservato il suo corpo incorrotto. Fu canonizzata nel 1669.

La preghiera della santa:

«Jesu, dolce amore, transformaci in Te e transforma Te in noi, acciò che così transformati e uniti in Te possiamo adempire perfettamente la volontà tua». 

S. Maria Maddalena de’ Pazzi

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Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler ; http://maddalenadepazzi.jimdo.com/santa-maria-maddalena-de-pazzi-biografia/ ; http://www.introibo.fr/29-05-Ste-Marie-Madeleine-de-Pazzi