San Giovanni d’Avila

SAN GIOVANNI D’AVILA

sacerdote e dottore della chiesa (1500-1569) 10 maggio

La storia di un sacerdote di origine ebraica figlio di genitori 5Saint_John_of_Ávilaconvertiti, accusato e assolto dall’inquisizioneamico di S. Ignazio di Loyola e consigliere di S. Teresa d’Avila.

Giovanni d’ Avila godette grandissima stima nella Spagna del XVI secolo. Il suo biografo principale fu Luigi di Granada. Dopo molti secoli di relativo oblio, la sua canonizzazione, avvenuta nel 1970, ha portato a un risveglio d’interesse nei suoi confronti. Prete santo, mistico e scrittore, nacque ad Almodóvar del Campo, nella provincia di Ciudad Real (un centinaio di chilometri a sud di Toledo), da famiglia agiata, di origine giudaica, e fu mandato all’università di Salamanca a studiare diritto.

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Questo tipo di studi non lo attrasse molto e, tornato a casa, si sottopose a un severo regime di preghiera e penitenza per tre anni. Su suggerimento di un francescano  studiò  all’Alcalà  filosofia e teologia sotto la guida di Domenico de Soto, dal 5giovanni d avila1520 al 1526. Nel frattempo entrambi i suoi genitori morirono. Fu ordinato prete nel 1525 e diede ai poveri la maggior parte della sua eredità. Dotato di un rimarchevole dono per la predicazione, desiderava parure per le missioni in Messico ma l’arcivescovo di Siviglia volle che rimanesse in patria e predicasse in Andalusia.

S’impegnò in quest’opera per nove anni con grande successo: gente di ogni età e classe sociale fu condotta subito a conversione e poi accompagnata nel progresso del cammino di fede. Un tal tipo di predicazione era indispensabile in un’area rimasta a lungo sotto il dominio arabo e dove false o incomplete conversioni dal giudaismo o dall’islam non erano per nulla infrequenti nel quadro della vigorosa riconquista operata durante il regno di Ferdinando e Isabella.

Giovanni d’Avila predicò con grande successo dal 1529 al 1538; non mancò una denuncia all’Inquisizione, che lo imprigionò con l’accusa di un insegnamento san giovanni d'avilatroppo rigoristico tendente a escludere i ricchi dal Regno dei Cieli: scagionato da ogni accusa (d’altra parte prive di fondamento) fu accolto trionfalmente al suo rilascio. Tornò così a predicare in molte città, tra cui Cordova, Granada e Siviglia.

Il suo magistero è completato dal suo epistolario spirituale, che ci è giunto in edizione integrale, e dalla predicazione, a noi arrivata attraverso estratti delle prediche redatti dai suoi ascoltatori. Gli anni dal 1554 al 1569 furono segnati dalla malattia, ma continuò a predicare e a scrivere fino alla fine. Il suo è un esempio raro di un santo della Controriforma spagnola non appartenente ad alcun ordine religioso, benché egli abbia collaborato alla conversione di S. Francesco Borgia (10 ott.) e di S. Giovanni di Dio (8 mar) e abbia anche desiderato entrare nella Compagnia di Gesù: sebbene dissuaso in questo proposito dal provinciale dei gesuiti di Andalusia, alla sua morte fu sepolto proprio nella chiesa dei gesuiti a Montilla (Cordova).

5JuanDeAvilaSi possono studiare i vari aspetti del suo insegnamento nel trattato sistematico Audifilia, o nell’epistolario spirituale, o rintracciandolo in estratti delle prediche come il seguente, dedicato a tratteggiare la diversità di un’anima da un’altra:

«I corpi degli uomini sono di diversa indole, e c’è grande dissomiglianza nella conformazione delle loro menti, perché Dio ha concesso doni diversi a individui differenti. Non guida tutti sul medesimo sentiero, perciò è impossibile indicare una devozione particolare come la più opportuna. Alcuni non sentono alcuna attrattiva speciale per qualsivoglia forma di devozione ed essi dovrebbero consultare qualcuno […] così per conoscere se si siano lasciati guidare da una causa d’amore o di timore, di tristezza o di gioia, e come applicare i rimedi più adatti alle loro necessità».

Questo estratto sembra uno di quegli insegnamenti senza tempo della Regola Pastorale di Gregorio Magno; Giovanni d’Avila insiste che l’unica via, vera per tutti, è la via del Cristo stesso: «Cristo ci dice che se noi desideriamo unirci a lui, dobbiamo camminare sulla strada che egli ha percorso. Non è sicuramente cosa retta dire che il Figlio di Dio avrebbe camminato san giovanni d'avila.1nei sentieri dell’ignominia mentre i figli dell’uomo vanno per le vie dell’onore mondano». Altrove innalza preghiere affinché il suo corrispondente possa vedere «quali tesori nascosti Dio ci elargisce nelle prove dalle quali il mondo pensa solo a fuggire». Allo stesso modo sottolinea come coloro che «immaginano di ottenere la santità per mezzo della loro sapienza e forza si ritroveranno, dopo molte tribolazioni, fatiche e sforzi gravosi, lontani dal possederla, e questo in proporzione alla loro certezza di averla ottenuta con le proprie forze».

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler 

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