Beata Vergine Maria dello Sterpeto

Beata Vergine Maria dello Sterpeto

Barletta (BA) 8 maggio

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Un’antica chiesetta medioevale si è trasformata in un maestoso e moderno Santuario dove i pellegrini ricorrono per deporre nel cuore della “Mamma bella” i segreti e le lacrime dell’anima e chiedere fiduciosamente grazie e protezione ad una miracolosa icona.

Il Santuario dello Sterpeto custodisce, per la venerazione dei fedeli, un’Icona della Madre di Dio. L’Immagine rappresenta la Divina Maternità, come indicano non solo le lettere greche MP OV racchiuse in due cerchietti al lati della figura, che significano “Madre di Dio”, ma soprattutto come dimostra l’atteggiamento teneramente materno della Vergine. Ma quale l’origine? Da dove e quando è arrivata? Chi ne è l’autore?

Domande tanto antiche quanto legittime. Ma a domande così precise non si è in grado, attualmente, di dare risposte altrettanto storicamente precise, per mancanza di fonti documentate. La prima notizia scritta riguardante la nostra Icona si trova in una cronaca della città di Foggia, che va dal 1731 al 1782. In mancanza di documenti probanti, si sono formulate in passato da storici locali varie ipotesi, col supporto di tradizioni popolari. Ricordiamo quelle più accreditate da chi, direttamente o indirettamente, se ne è occupato.

Prima ipotesi: l’Icona è stata portata a Barletta durante la persecuzione iconoclasta del secolo VIII, che in Oriente cercò di eliminare la venerazione delle immagini sacre. È la solita ipotesi che spiega la provenienza di tante icone di stile bizantino, venerate particolarmente nel territorio della Magna Grecia, specie in Puglia, dove probabilmente, portando con sé immagini venerate, trovarono approdo e Beata Vergine Maria dello Sterpetoasilo i monaci perseguitati in Oriente, perché sostenitori del culto verso le immagini sacre. Alla provenienza orientale si aggiunse la tradizione popolare di un ritrovamento dell’Icona, in concomitanza della peste del 1656.

Seconda ipotesi: il sacro dipinto si può datare al secolo IX e attribuire ad un artista pugliese se non barlettano, giacché anche nella Puglia, durante il periodo di dominio greco, si ebbe un’arte bizantina. Ambedue queste ipotesi sono insostenibili in quanto il tipo iconografico della “Madonna della tenerezza”, quello appunto raffigurato nella Icona dello Sterpeto, non è generalmente presente nell’arte bizantina prima del secolo decimo.

Terza ipotesi: l’Icona è stata portata in Puglia da Crociati provenienti dalla Palestina. È un’ipotesi probabile. La sua probabilità poggia su due constatazioni. Al tempo delle Crociate esisteva sulla costa adriatica pugliese, all’altezza, in linea d’aria, della chiesa-convento benedettino allo Sterpeto, un approdo, ora completamente interrato, chiamato enfaticamente “porto del Papa”, da dove partivano e facevano
ritorno imbarcazioni usate dai crociati. Niente di più probabile che un gruppo di crociati, di ritorno dall’Oriente, abbia lasciato in quella chiesa un’icona mariana, portata dalle terre delle Crociate.

Una seconda constatazione è che durante i lavori dell’ultimo Beata Vergine Maria dello Sterpeto3restauro dell’Icona (1979) è comparsa, in alto a destra, una traccia pittorica di cornice che può risalire, nel suo disegno e nei suoi colori, al tempo delle Crociate. Ora proprio quest’ultimo particolare può essere un punto di partenza e fornirci elementi per un’ulteriore ipotesi, più vicina alla verità storica. Essa poggia sul fatto che l’arte del restauro, se condotto con competenza, ha sempre dato una mano scientificamente autorevole per raggiungere la verità sull’origine di dipinti. Si può formulare quindi una

Quarta ipotesi: nella seconda metà del ‘500, su di una tavola composta da cinque pezzi di diversa estensione, risalente al tempo delle conquiste crociate (sec. XII?), fu raschiata la primitiva immagine mariana, incastonato un precedente volto bizantino della Vergine e rifatto il resto del disegno pittorico. Con ulteriori rimaneggiamenti e interventi restaurativi si è arrivati all’attuale rappresentazione della Divina Maternità. È l’ipotesi suggerita — autorevolmente — da chi ha curato l’ultimo restauro, il Dott. Michele Giove, della Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Bari. Egli confermò ciò che da altri era stato constatato, e cioè che il volto della Vergine era di fattura diversa dal resto del disegno pittorico, che rivela senza dubbio un’impostazione cinquecentesca, mentre il volto bizantino apparteneva probabilmente ad un’altra tavola ed eseguito con una tecnica usata largamente nel ‘300. In seguito l’Icona fu sottoposta ad almeno tre restauri: forse nel ‘700-‘800, nel 1949 e nel 1979.

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Sono conservati e gelosamente custoditi da circa il 1953 nel Santuario Maria SS. dello Sterpeto numerosi ex voto: tavolette votive che testimoniano la profonda devozione nei confronti della Vergine dello Sterpeto. Definiti da molti “documenti umani”, gli ex voto sono sostanzialmente storie di vita quotidiana di persone reali, sofferenti, che visto vano ogni ricorso ai rimedi terreni si rivolgono alla Regina degli Sterpi per impetrare grazia. Sono 140 oggi le tavolette votive presenti nel Santuario, molte negli anni sono andate disperse, altre si sono rovinate a causa dell’umidità.

LE GRAZIE RICEVUTE

Seguono tematiche differenti:

Malattie: dalle 23 presenti la più antica risale al 1846. Tutte a testimonianza che quando il dolore strappa lamenti disperati, se ci si rivolge con fede a Maria, anche le più profonde lacerazioni scompaiono.

Naufragi: navi salpate per la guerra, per lavoro, uomini che senza il provvidenziale intervento di Maria dello Sterpeto non avrebbero potuto riabbracciare le loro famiglie. È del 1849 la tavoletta votiva più antica tra le 14 conservate.

Caduti dai balconi: per lo più bambini, vivaci e imprevedibili prontamente sollevati da angeli inviati da Maria. Tra i 17 custoditi è del 1895 il più antico, il più recente del 1998.

Incidenti con i carri: risale al 1853 il più remoto. 20 situazioni diverse caratterizzate da immediatezza delle immagini nel rappresentare l’affettuosissima e amorosissima protezione di Nostra Signora dello Sterpeto.

Incidenti stradali: è la categoria degli ex voto più numerosa (40) e più attuale.4beata vergine dello sterpeto
Sicuramente diversi dal 1934 ad oggi, differenti nei tratti pittorici e cromatici ma in tutti è espresso in ogni caso un unico messaggio: “Grazie, o Madre, per averci teso la tua dolce mano”.

Sono inoltre presenti 11 tavolette votive raffiguranti incidenti sul lavoro, 3 bruciati, 3 caduti nei pozzi, 1 palazzo crollato ed altri.

A volte ambigui, altre di facili interpretazione, sono in ogni caso un tesoro inestimabili, un archivio di fede, arte e cultura. Testimonianze visibili di una sacralità che si svela, di una religione non solo popolare, abituali accidenti che capitano ai vivi, come ricordare un adagio popolare, accomunati da un totale abbandono devozionale a Maria SS. dello Sterpeto che sotto il suo manto tutti protegge.

di Deborah Scaringella

Dove ora sorge il maestoso e moderno Santuario diocesano di Maria SS. dello Sterpeto, a circa tre chilometri sulla via che da Barletta porta a Trani, esisteva, sin dal Medioevo, un’antica chiesetta, che, per tradizione, si ritiene facesse parte di un modesto cenobio di monaci Basiliani. Dal 1670 la chiesa di S. Maria dello Sterpeto venne affidata al clero secolare dalla Congregazione dei SS. Apostoli di Roma. Una volta proclamata la Madonna dello Sterpeto Patrona e speciale Protettrice di Barletta nel 1732, come riconoscimento di aver risparmiata la città dal terribile terremoto di 4sterpeto-barlettaquell’anno, la vecchia chiesa, ridotta ormai a una fatiscente cappella, venne demolita per far posto ad un nuovo edificio, che corrisponde al vecchio Santuario, attualmente in via di accurato restauro.

Per il secondo centenario (1732-1932) della proclamazione della Madonna dello Sterpeto a Protettrice della città, fu progettato e costruito un monastero accanto al Santuario, per accogliere il ritorno dei Padri Cistercensi. Nel 1951 i Padri Giuseppini di Asti accettarono la direzione del Santuario, avviando nuove realizzazioni strutturali e iniziative pastorali. Intanto si avvertiva la necessità di un tempio che contenesse il numero sempre crescente dei pellegrini. Nel 1968 si dava inizio alla costruzione del “nuovo Santuario”. con una capacità di oltre tremila fedeli, non perde una particolare carica di misticismo: l’attenzione è concentrata verso la stele-trono in cui è esposta l’Immagine della Vergine.

Nei locali sotterranei è stato allestito un museo della devozione popolare verso la Vergine, unito alla sala degli exvoto. Oggi il Santuario dello Sterpeto, è senza dubbio un grande centro di spiritualità e di preghiera, meta di migliaia di fedeli che vi accorrono per la celebrazione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, per giornate di ritiro e incontri, per ascoltare una parola amica nelle difficoltà della vita, soprattutto per deporre nel cuore della “Mamma bella” i segreti e le lacrime dell’anima e chiedere fiduciosamente grazie e protezione.

Preghiera a Maria SS. dello SterpetoBeata Vergine Maria dello Sterpeto4

O Regina del cielo e della terra, Madre di Dio e Madre nostra, Maria, volgi i tuoi occhi misericordiosi su noi miseri figli tuoi. O nostra speciale Protettrice, che nel passato hai manifestato la potenza della tua materna protezione soccorrendo nei loro bisogni, quanti, vicini e lontani sono ricorsi a Te con fiducia, esaudisci le nostre preghiere  e vieni in nostro aiuto. Estirpa, o Maria, estirpa il maledetto peccato. Conserva nelle nostre famiglie la fede, la tranquillità, la pace e l’amore. Benedici il nostro mare, le nostre campagne, i nostri lavori e non ci abbandonare nell’ora della morte. Maria SS. dello Sterpeto prega Gesù per noi.

Fonte il sito ufficiale: http://www.santuariodellosterpeto.it/santuario/index.html

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