Apparizione di Petrella

Apparizione di Petrella 

31 maggio 1562

La veggente in questo caso si chiama Persiana, una fanciulla di 3Santa Maria Apparì Petrella13 anni che raccogliendo ciliege si trova in difficoltà e inizia a recitare il rosario. La Madonna appare, l’aiuta, fa maturare le sue ciliege e lascia l’impronta del Suo piede oltre a numerose grazie…

Da Giampietro Faina e da Camilla, nasce a Petrella tra il 1549 e il 1550 una fanciulla di nome Persiana. Nulla si sa della famiglia Faina. Risulta solo che possedeva un campo ai piedi del colle culminante con la chiesa di San Rocco, nel punto dove questo, addolcendo il declivio, si lega alla vallata dove un tempo era la “Curtis del Brollo” ed il Colle Dordonis, dove, all’epoca, già quasi cadente, se non diruta, si ergeva ancora la piccola chiesa, una volta monastica di S.Angelo.

Il 31 Maggio del 1562, Persiana, quasi tredicenne, si reca nel suo campo, sicuramente uscendo dalla Porta Orientale di Petrella e percorrendo la strada che dai pressi di San Rocco scende fino alla valle. Nel suo terreno c’è un albero carico di ciliege che, però, in quel periodo a Petrella ancora sono acerbe.

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La ragazza sale sull’albero e riempie il suo grembiule di frutti acerbi. Ma quando la giovane tentò di ridiscendere dall’albero iniziarono per lei serie difficoltà: un lancinante dolore al braccio le impediva ogni movimento utile per la non facile discesa. E’ a questo punto che la fanciulla, presa da comprensibile timore, trasse dalla tasca la corona del Rosario che portava sempre con sé. Iniziò con grande devozione la preghiera, quando la sua vista fu colpita da una visione: una candida Signora le si avvicina e l’aiuta a scendere dall’albero, prendendola per il braccio dolorante. Il dolore cessa all’istante. È a questo punto che la giovane, quasi per ringraziare la Signora, le offre i frutti acerbi.

La Signora accetta l’offerta, ma, appena tocca le ciliege, immediatamente queste diventano mature. E a questo punto che Persiana riconosce nella bianca Signora la Madre di Cristo, la quale, accompagnandola verso la via che conduce a Petrella.

Le trasmette un messaggio originale quanto attuale ancor oggi.

La vergine ordina alla fanciulla di chiedere al suoi concittadini conversione, penitenza, preghiera, rispetto per il sabato come giorno consacrato alla Madonna, frequenza dei Sacramenti. Giunta Persiana, sempre accompagnata dalla Madonna in un punto in cui la strada mulattiera è segnata a monte da un limite di tufo proprio mentre la Vergine è sopra allo stesso tufo, un’orrenda bestemmia contro Dio risuona da parte di alcuni giovani intenti a giocare nella piazza antistante la chiesa di San Rocco. E a questo punto che la visione scomparelasciando sul tufo l’impronta del piede.

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La fanciulla torna a Petrella e riferisce l’accaduto. Sicuramente il racconto avrà messo a rumore l’intero centro, spargendosi per le località vicine. Il dubbio in questi casi è d’obbligo, ma i frutti maturi e l’impronta avranno certamente costituito un valido punto d’appoggio a quanto Persiana riferiva. Nel giorni immediatamente successivi a quella domenica 31 Maggio, uno storpio di Varco Sabino, un tale Scrocca ed un cieco di San Salvatore attualmente in comune di Fiamignano, recatisi a pregare nel pressi del ciliegio, vennero guariti dalle loro infermità. È a questo punto che la popolazione passa dallo scetticismo all’entusiasmo, iniziando subito a costruire un tempio nel luogo dell’Apparizione.Più tardi Persiana la rivedrà in cielo circondata da grande splendore.

L’autorità ecclesiastica non tardò ad interessarsi della vicenda di Petrella. Nel 1564 Persiana venne interrogata da un inviato del Vescovo di Rieti, cardinale Rocco Antonio Amulio, Don Stefano Castellino, dal canonico reatino Don Fabrizio Antonilli e da Don Dionisio Vicentini agente del cardinale stesso, nella cappella della Beata Filippa Mareri a Borgo San Pietro. Accanto alla giovane sono la Badessa del Monastero e due anziane Monache. Otto mesi dopo, il cinque febbraio del 1572 il cardinale Amulio, dopo essersi accertato dell’ultimazione – o almeno della copertura – del santuario di S. Maria Appari, ne autorizza il culto.

Con l’inizio del culto di S. Maria Appari, giungono a Petrella anche i frati Minori Conventuali. I primi giungono da Rieti e sono fra Giovanni Silvestrelli da Rieti e fra Giovanni da Pesaro. Costoro, all’inizio, prendono posto nel Santuario, ma il visitatore interdice loro l’uso della chiesa per dormire. Per questo che vengono ospitati dalla contessa Orinzia e da Marzio suo figlio nel Palazzo ducale di San Rocco, che, nel 1606 viene, come abbiamo visto, donato da Marzio Colonna perché venga adattato a convento. I frati ebbero in cura anche il Monastero delle 3Petrella Salto e la roccaClarisse di Borgo San Pietro, tanto che nel 1652 furono le suore stesse a chiedere con pressante lettera alla Santa Sede, la conservazione del convento di Petrella che avrebbe dovuto essere soppresso in forza della costituzione apostolica “Instaurandae” di Innocenzo X. Il convento, infatti, restò in vita fino al primi decenni del secolo XIX. Successivamente, anche per l’abbandono dei frati, chiesa e convento caddero in decadenza e divennero a poco a poco cava di pietre per le costruzioni dei quartieri di Petrella fuori le mura. Ma di esso resta non solo la memoria, continuata dal nome del palazzo comunale, che nel secondo dopoguerra ne ha preso il posto conservando il nome di Palazzo San Rocco, ma anche e soprattutto alcune tradizioni, come la festa di S. Antonio da Padova, celebrata a Petrella con grande solennità il 13 Giugno e che certamente ebbe origine proprio dal convento di San Rocco.

Don Onorio Pace dal 1940 si prodigò in iniziative per lo sviluppo del Santuario, culminate negli anni 1962-63 nelle grandiose celebrazioni del 4° Centenario delle apparizioni che si conclusero con la solenne incoronazione del Bambino e della Vergine da parte dei Vescovo di Rieti Mons. Nicola Cavanna. Teatro di solenni celebrazioni è stato ancora il santuario mariano nel 1987, quando si è verificata la felice coincidenza del 425° Anniversario delle Apparizioni con l’anno mariano indetto da Papa Giovanni Paolo II.

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Il Santuario di Santa Maria Appari, in occasione della festa, solennissima, che ogni anno si celebra l’ultima domenica di Maggio, è centro di numerose manifestazioni di grande valore folkloristico. La vigilia della festa, infatti, alla sera, una solenne processione si snoda dalla chiesa di S. Andrea al Santuario, con l’artistico bassorilievo ligneo raffigurante l’Apparizione. Dopo la Messa solenne della festa, sempre caratteristica e affollata è la distribuzione delle ciliege, a ricordo del primo miracolo, che precede la solenne processione che dal Santuario raggiunge Petrella e che negli ultimi anni si è arricchita dì una chilometrica infiorata, che ha anche i suoi momenti artistici. La gente risponde procurando quintali di fiori, dai colori svariati: ginestre, rose, foglie verdi, profumi, fiori candidi d’acacia. Al mattino della festa, in ore antelucane due folti gruppi di volontari cominciano a preparare il tappeto fiorito, illustrato da disegni simbolici. E, così, che qualche tempo prima della Messa il chilometrico tappeto è pronto: la processione vi passerà sopra e, quasi a ricordare il tacito e spaurito rientro di Persiana a Petrella con il grembiule carico di ciliege miracolosamente mature, l’effigie della popolana di Petrella, la cui memoria è più viva di quella di conti, principi e grandi personaggi della Storia locale, rientra, affiancata a quella della Vergine, su un tappeto di fiori, esprimente entusiasmo e gratitudine dei posteri, verso una piccola ed ignota fanciulla che è entrata in modo forte nella Storia del territorio.

Fonti: www.comune.petrellasalto.ri.it/ http://www.mariadinazareth.it/www2006/Apparizioni/Apparizione%20Petrella.htm