INTERVISTA AI PELLEGRINI

INTERVISTA AI PELLEGRINI

Due significative interviste ci fanno capire meglio cos’abbia di mix1tanto speciale Medjugorje. Da un ex tossico-dipendente, ex-carcerato e considerato addirittura malato di mente ad una donna italiana che in mezza giornata è stata toccata al cuore da Maria e guarita completamente.

da: Ebook gratuito Ed. 2013 – A cura di: Dott. Mimmo Di Biase – Studio Psicoterapia Lanciano Psicologia e Medjugorje: il ritorno alle origini cristiane “MEDJUGORJE: LA PSICOLOGIA DELLA REGINA DELLA PACE”

G.S. dalla Croazia

Come mai sei qui a Medjugorje?

Veramente a me ha salvato la Madonna, ma proprio la Madonna di Medjugorje, Regina della Pace, perché io mi drogavo, prendevo eroina da dodici anni e vivevo da nove sulla strada e tante volte sono stato in carcere, manicomi, una vita sbagliata e proprio un giorno, dopo tanti anni di inferno, io ho iniziato a pregare, però a Spalato. Io non sapevo Ave Maria, io non sapevo, perché quando ero piccolo andavo in chiesa e dopo, quando ho iniziato a prendere pastiglie, alcool e tutte queste cose, ho dimenticato la famiglia, chiesa, tutto e allora dopo tanti anni, ho iniziato a pregare e pregavo col cuore, pregavo e piangevo, pregavo con lacrime. Ho perso la fiducia in tutti e ho perso la speranza perché allora non sapevo come si soldi1potesse uscire dalla droga, dall’eroina, perché tanti miei amici sono morti, il 90%, la mia generazione, nessuno è uscito dalla droga e allora io ho perso la speranza e tante volte ho pensato al suicidio, una volta ho preso la pistola, l’ho messa in testa e ho premuto il grilletto e il proiettile mi è rimasto in testa, e tagliato le vene tante volte e preso tanta eroina con pastiglie e alcool, perché non avevo speranza e quella vita mi è iniziata a pesare, perché anche mio padre mi ha sbattuto fuori casa nel 1982 e non avevo contatti con la mia famiglia: ero proprio solo come un cane.

Ma ti ha sbattuto fuori casa dopo che hai cominciato a drogarti?

Si, si, dopo sei mesi, dopo che l’ha saputo. Ma lui mi voleva aiutare, però a quei tempi per me l’aiuto era sono soldi, nient’altro. Lui non mi poteva dare tanti soldi quanto ne avessi bisogno e allora lui mi ha mandato la prima volta in carcere. Sono stato tre mesi, uscito peggio di prima e dopo messo in centro psichiatrico, perché mio padre pensava che i dottori mi aiutassero. Sono stato di là anche due, tre mesi, sono uscito anche di là peggio di prima e alla fine lui mi ha trovato un lavoro, perché pensava: va bene adesso va a lavorare, sta otto ore sul lavoro, con gente che lui conosceva. Però io sono andato di là e ho rubato tutto quello che potevo e fatto prestare tanti soldi che non ho restituito e alla fine andavo a lavorare un giorno e due giorni no e così sempre facevo casino e allora anche loro mi hanno sbattuto fuori dal lavoro. Ho rubato a casa tutto quello che avevamo anche e lui alla fine mi ha sbattuto fuori di casa. Così sono stato nove anni sulla strada. Quando ho iniziato a pregare, io pregavo: Madonna, ti prego, o mi prendi su con te, che voleva dire mi fai morire, o mi dai una mano per cambiare la vita. E dopo un po’, non so Man Behind Barsneanch’io, una settimana così, io ero di mattina in un giardino, guardavo le macchine così per rubare qualcosa ed è venuta una signora, ma proprio verso di me. Non sapevo chi fosse, non sapevo se restare o andare via, alla fine sono rimasto, è venuta lei: buon giorno, dice, cerco un ragazzo che chiamano Čiuh, tu lo conosci, puoi aiutarmi a trovarlo? Cercava me! Io la guardo e mi chiedo: chi è quella lì? E io dico: sono io. E lei ha iniziato a piangere e mi ha preso sottobraccio, siamo andati a fare un giro e lei era madre di un mio conoscente, anche lui drogato. La polizia l’ha preso mentre rubava e lui è finito in carcere e la madre spesso andava di là a visitare suo figlio ed è pazzesco questo, perché i drogati sono tanto egoisti e ogni volta che sua madre veniva lui le parlava di me: dai mamma, aiuta un mio amico che è sulla strada da tanti anni, lui tante volte ha provato il suicidio, ma è buono, dai aiutalo, perché anche ai genitori non frega niente di lui. E questa madre mi ha cercato e trovato in questo modo. Mi ha fatto la carta d’identità, perché io ero un barbone e alla fine mi ha comprato un biglietto del pullman per Medjugorje. Sono venuto a Medjugorje, sono andato fino al cancello, perché lei mi ha spiegato che a Medjugorje c’è una comunità di drogati, ma io non sapevo niente di comunità.

Ma sapevi già che la Madonna qui appariva?

Certo. Io pregavo anche quando non avevo i soldi dicevo: dai Signore, dammi qualche soldo per comprare la roba. Quando compravo la roba dicevo: dai Signore, fa che sia roba buona. E solo queste erano le mie preghiere. Ma poi per la prima volta ho pregato per cambiare la vita e la Madonna, proprio la Madonna di Medjugorje, perché alla fine io sono di Spalato, non sono di qui. È proprio strano perché sono rimasto qui, perché tanti ragazzi che entrano in comunità, dopo quando escono tornano al loro paese e giù trovano lavoro, si sposano e vivono una vita cielo1normale, qualcuno anche cade di nuovo, però il 90% torna al suo paese, ma io sono rimasto qui proprio perché qui ho trovato pace, ma proprio una pace profonda. Perché per tutta la mia vita, dentro il mio cuore, c’era odio, ma odio per tutti, odio per mio padre, odio per mia madre che è morta, odio per mia sorella che è morta, odio per mio fratello che è sordomuto, odio per i bambini, odio per i vecchietti, per i ragazzi, per le genti, ma odiavo tutto il mondo. La Madonna mi ha salvato la vita, ha proprio cambiato la mia vita, ma proprio il mio cuore, la mia mente, il mio comportamento con la gente, con le ragazze, con i bambini. Adesso voi mi vedete per la prima volta, non conoscete com’ero prima e non potete neanche immaginare com’ero. I miei pochi amici che ancora si drogano giù a Spalato, quando mi vedono dicono come sono prete!

Quando hai sentito questa pace?

Quando sono entrato in comunità io non capivo che mi ha salvato la Madonna, io pensavo al destino, tutto venuto solo così. E il primo anno, io ho perso sonno, non sapevo parlare, solo gridare, bestemmie e parolacce, sapevo solo questo, ma non sapevo niente, ero limitato in testa, non sapevo chi fosse presidente. Sono stato in manicomio due anni e mezzo e sono uscito e dopo cinque mesi ho ricominciato di nuovo a drogarmi e non potevo dormire, non potevo mangiare, non potevo far niente: ero proprio come uno scemo. Perché, quando sono uscito da questo manicomio, sono uscito con la diagnosi di paranoico-schizofrenico. E io non sapevo in comunità, il primo anno, chi fossi io, chi fosse Dio, cosa fosse la preghiera, cosa fosse la fede perché, da quando avevo vent’anni, non sono stato un giorno normale. Perché, prima dell’eroina, fumavo canne e prendevo pastiglie, mi ubriacavo, facevo proprio pietà, ma ogni giorno, neanche un giorno sono stato normale. In comunità, quando mi alzavo la mattina e guardavo allo specchio, non sapevo chi fossi e dopo, piano piano, i ragazzi mi hanno aiutato tanto. Io volevo tutto in fretta: cambiare modo di vivere, cambiare vita subito, oggi martedì, domani mercoledì, mi sveglio al mattino uomo nuovo e non capivo come ci fosse un passaggio, come dovessi andare piano, passo dopo passo. I ragazzi, suor Elvira, mi hanno aiutato tanto, perché io mi chiedevo: perché devo pregare tre rosari al giorno, io voglio solo togliermi dalla droga e nient’altro. E Elvira mi ha detto: se tu non vuoi pregare, tu siediti in cappella e non preghi, prego io e altri ragazzi pregano per te e dopo, piano piano, ho iniziato a dire un’ Ave Maria, poi due tre, ho detto una decina e, piano piano, ho fatto un cammino.

All’interno della Comunità Cenacolo come è strutturato il programma di guarigione?

Preghiera e lavoro. Quando c’è la preghiera c’è obbedienza, umiltà, amore, incontro l’uno con l’altro, anche con il lavoro.

E che lavori fate?

Ma tutto, muratura, animali, orto, falegnameria, pulizie, cucina, ma tutto, proprio una piccola città e io ho imparato in comunità a fare le icone e così tanti ragazzi che hanno imparato a fare i piastrellisti, adesso lavorano fuori. Martedì e venerdì c’è messa e domenica. Ogni sabato sera, prima era alle dieci, mentre adesso penso alle due di notte, c’è adorazione. Ogni giorno si legge e commenta la parola di Dio e si cerca sempre di parlare di sé, delle proprie cose negative, quelle positive devono vederle gli altri! E spesso vengono anche sacerdoti a fare catechesi, confessioni. È difficile, è più facile cambiare gli altri, ma cambiare se stessi è una cosa proprio…

Ti capitava di avere crisi di astinenza?

Io già da un mese e mezzo non dormivo. Ero proprio cambiato da fare pietà. Avevo crisi di astinenza ed epilessia, ma sono rimasto! Tante volte volevo andare via, però c’era una mano che mi teneva ed era lei e io dopo l’ho capito e anche adesso tante volte, quando vado a dormire e quando mi sveglio al mattino, penso a queste cose ed è stata proprio Lei e nessun altro. Potevo tornare a Spalato e vivere giù e trovare lavoro, ma io mi sento qui a Medjugorje come se fossi nato qui. Quando vado giù a visitare mio padre e mio fratello e i suoi figli, io vado felice, ma quando ritorno qua, mi sento a casa.

E quindi hai ripreso i rapporti con tuo padre…

Si. Quando sono uscito dalla comunità lui non sapeva, lui non voleva sentirmi, perché tante volte ho detto di cambiare vita, di non drogarmi più. Tante volte ho pianto, ma solo per prendere soldi e lui ha perso la fiducia, è normale e in un anno ci siamo sentiti al telefono poche volte. Lui voleva chiamare, ma io non volevo chiamare perché volevo proprio iniziare da zero e quando sono uscito dalla comunità avevo un paio figliol-prodigodi scarpe rotte, un paio di mutande, non avevo un giubbotto invernale, perché sono uscito proprio il giorno del mio compleanno, il 27 novembre 1997, non avevo niente, neanche mille lire, niente e ho trovato lavoro. Sono andato dai frati a chiedere un favore per trovare lavoro e il primo lavoro che ho trovato è stato giù nel bagno pubblico e dopo i frati mi hanno cambiato lavoro, un gradino di più, mi hanno dato scopa e così, pulivo le strade intorno la chiesa. In comunità ero stato operato alla schiena, ma non volevo dire ai frati che ero stato operato, perché avevo paura che non mi prendessero a lavorare e alla fine sono finito di nuovo all’ospedale per essere operato alla schiena a Mostar. I frati l’hanno saputo e mi hanno detto: ma tu sei matto, perché non lo hai detto? Ma questo perché non avevo tanta fiducia nella gente ancora e dopo quattro anni in comunità non avevo fiducia nei frati. Però loro, quando l’hanno sentito, mi hanno pagato l’ospedale e mi hanno fatto l’assicurazione, mi hanno fatto tutto. E dopo ho lavorato un anno nell’ufficio parrocchiale, prendevo appuntamenti per le messe e un giorno è venuto padre Slavko e mi ha detto: ho trovato un buon lavoro per te. E dopo è venuto a parlarmi un dottore di Mostar che voleva aprire un centro e aiutare tossici e lui cercava un ex tossicodipendente che, attraverso la sua storia, la sua vita, la sua esperienza, potesse dimostrare a questi ragazzi come si può uscire dalla droga. Io sono andato lì, ho fatto dei colloqui e adesso lavoro giù a Mostar. Lavoravo da due anni e mezzo e mi dava fastidio l’uso del metadone, perché un drogato non cambia la vita con le pastiglie, può togliere l’astinenza, ma solo questa, nient’altro, ma tutti i ragazzi che si drogano devono cambiare vita, come l’ho cambiata io, come l’hanno cambiata tanti ragazzi che sono usciti dalla comunità. E allora, a me dava fastidio, io volevo fare una comunità e dopo un po’, dopo due anni e mezzo, anche i dottori hanno detto di provare e il vescovo di Mostar mi ha regalato la sua terra. Abbiamo fatto la comunità e adesso c’è la comunità da quasi due anni, due anni il 4 febbraio, io lavoro come capo.

Questa comunità si basa sugli stessi programmi della Comunità Cenacolo?

Contadini_Antonino_Sartini_1930Tutte le comunità hanno programmi simili. Si alza alle sette, la barba ogni due giorni, poi messa, ci si confessa, si lavora. Più o meno è tutto uguale, ci sono poche differenze.

Nella Comunità Cenacolo si usa il metadone?

No, mai.

Neanche nella tua?

No, no, niente. Solo si parla, si lavora, così non c’è tempo di pensare alla droga.

E nella comunità di Mostar la preghiera ha un ruolo importante?

Si, si prega, Ma all’inizio a loro ho detto di pregare solo un rosario, perché tutti questi ragazzi sono venuti dalla strada, come me, e allora io ho detto di pregare un rosario e niente di più, perché non posso dire a un ragazzo che è appena venuto in comunità di pregare tre rosari, andare a confessarsi, sennò mi dice: ma vai al diavolo… E allora tutto piano piano e dopo tre mesi subito, quando si svegliano, prima dicono il rosario e dopo fanno colazione e vanno a lavorare. E sono venuto una volta alle due di pomeriggio e adesso ne pregano tre, ma tutto da soli, io non ho detto niente e così si vede il cambiamento. Sai, quando dico, tu devi, devi, devi, poi non va. Io sono là solo per indirizzare, ma lascio a loro tutto il resto, tante cose loro vedono da soli che non vanno e cambiano.

Tutto questo cambiamento tu lo attribuisci alla Madonna?

Ma chi mi ha cambiato? Sicuro da solo no. I ragazzi mi possono cambiare, però se io non ho qualcosa dentro di me che mi spinge, qualcuno che mi tiene, qualcuno che mi guida… Guarda, io non sono un sacerdote, io sono solo un ragazzo ex drogato che non è scemo, che non è schizofrenico e capisco perché tante cose siano successe, ma ragazzoanche la riappacificazione con mio padre, ma anche con gente a cui ho fatto tanto male, rubato cose, rubati tanti soldi e loro sono venuti da me e mi hanno perdonato, piangevano anche. Ma tantissime cose anche più piccole, impossibile che siano successe solo così, come dal caso, ma anche il mio cambiamento… Io adesso voglio, per gloria della Madonna, per gloria di Dio, aiutare altre persone e dimostrare a queste persone, non solo drogati, ma anche alcolisti, anche quelle persone che non si trovano nella vita e questo è per me un ringraziamento, fare sempre qualcosa per gli altri.

 

A.L. dall’Italia

È la prima volta che vieni qui?

No, è la quarta volta. La prima volta sono venuta nel 2000.

Perché sei tornata?

Qui ho scoperto il tesoro unico di spiritualità e di pace. Mi ha colpito il cuore e adesso, ogni anno, se posso vengo. Ti si sbrogliano dei nodi enormi che magari rischiavi di rimanere in terapia per molti anni, mentre qui in mezza giornata, praticamente risolvi tutto, in modo molto semplice, non traumatico, senza grandi drammi. Pensa che la Madonna mi ha trovato anche un lavoro per poter venire, con traversie particolari, che il caso, non esiste, perché troppo preciso è stato tutto, insomma, aiuta in un modo che nemmeno sogni.

Medjugorje ti ha cambiato la vita in qualche modo?

Mi ha cambiato la vita, perché prima non credevo, cioè andavo in chiesa, però vedevo le persone che mi sembravano piuttosto false, andavano però non credevano concretamente. Sono venuta qui a Medjugorje e ho visto gente povera, semplice, però sincera, quando pregava si voleva bene davvero: ingegneri con operai, le classi tutte statua chiesainsieme. Tutti gli anni torno e mi vengono le lacrime agli occhi: ci devi venire a Medjugorje, sennò non puoi capire. Poi ho sentito un forte amore tra le persone qui, che ci si riesce a capire anche senza tante parole, in modo molto semplice. Poi l’ora di adorazione, la preghiera in comune, il tuo creatore ti trasforma, cioè con un po’ di fede, un briciolo. Io non sono uguale a prima, mi ha aiutato tantissimo Maria, anche perché io ero proprio in un mare di problemi, se non c’era Lei a quest’ora non so dov’ero.

Segui i messaggi della Regina della Pace?

Si, ci provo. Fumavo, più di venti sigarette al giorno, a gennaio sono riuscita a smettere, cosa che ho detto: questo non ci riuscirò mai. Invece sono cose che neanche con la forza di volontà riesci a spiegare.

Hai visto i veggenti?

Ho visto Vicka, molto aperta, più degli altri, più disponibile. Gli altri hanno avuto subito i loro ritmi, lei invece si è data completamente.

Cosa pensi di loro?

veggenti4Mi hanno colpito tantissimo proprio perché erano normali, cioè vedono la Madonna tutti i giorni e sono più normali di me, cioè si fanno meno paranoie di quelle che ho io. Loro hanno una gioia, una trasparenza, una serenità, perché tanto prima o poi una persona la scopri, non è che può per ventidue anni fingere un comportamento. La serenità negli occhi, la emani dal corpo, anche se stai in silenzio e questo mi ha sempre colpito fin dalla prima volta che sono venuta a Medjugorje e mi hanno insegnato tantissimo, anche quando vedo le famiglie che hanno messo insieme nello Spirito.

Hai visto differenze tra la prima volta che sei venuta e adesso?

Ogni cosa che qui vedi la senti dentro di te, come un messaggio particolare. È come se tutto mi parlasse qui e ogni volta che vengo c’è un messaggio particolare.

Sei stata in altri luoghi di apparizioni?

No, vengo qua perché Lei appare qua. A Lourdes è apparsa e ha dato il suo messaggio e adesso sta apparendo qua in particolare. È dappertutto, però qua ha scelto di insegnarci di nuovo a pregare e riavvicinarci a Dio.

Hai visto fenomeni particolari?statua4

Particolare qua ho visto la fede delle persone, questo è il segno più grande: il riuscire, in mezza giornata, a risolvere problemi che ho messo dieci anni, cose assurde… Medjugorje mi ha dato tanto. Non so se conosci quella storia di quel ragazzo, tossicodipendente, suonava in un gruppo rock. La prima volta è venuto a Medjugorje, è entrato in chiesa, si è inginocchiato e si è messo a pregare, ha sentito un gran calore dentro di sé, s’è messo a piangere e non sentiva più lo stimolo alla droga, a bucarsi. È uscito fuori, si sentiva bene, rigenerato. Ha fatto le analisi appena tornato a casa: era come se gli avessero cambiato il sangue. E lui ha fatto questa canzone: “Ti prego abbracciami Gesù”.

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