CURIOSITÀ SU SANT’ANTONIO ABATE

CURIOSITÀ SU SANT’ANTONIO ABATE

Il 17 gennaio in moltissimi comuni d’Italia si benedicono antonioabateanimali, ma c’è anche chi li fa partecipare alla S. Messa. C’è addirittura chi dice che solo questa notte gli animali possano addirittura parlare.. ma cosa c’è di vero e da dove trae origine questa festa? Perchè i falò? E perché tanta importanza ai… maiali?

Nell’ambito della festa liturgica di S. Antonio Abate, a partire dallo scorso fine settimana ed ancora oggi si svolge in molte località d’Italia il rito della benedizione degli animali domestici e da cortile. Sant’Antonio Abate nella tradizione cattolica è infatti conosciuto come il santo protettore degli animali, tanto che anticamente nelle stalle si esponeva la sua immagine.

L’iconografia lo ritrae spesso circondato da animali domestici e non: maiali, cinghiali, serpenti ed aquile. Le raffigurazioni più comuni lo rappresentano insieme ad un maiale, anticamente simbolo del demonio, con al collo una campanella, simbolo della vita domestica degli animali ma anche della purificazione della carne. Si ritenevano gli animali così legati alla protezione di Sant’Antonio, che quando qualcuno di essi si ammalava era denominato “un santantonio”. A questo riguardo forse molti non sanno che per fare la porchetta si prendeva proprio “un santantonio”, e cioè un maiale con qualche difetto.

Sant'antonio abateAccanto a S. Antonio arde sempre un fuoco: il fuoco di S. Antonio“. La dolorosissima e pericolosa infiammazione virale era ed è comunemente così chiamata perché per la guarigione si invocava Sant’Antonio Abate, che aveva sopportato nel suo corpo piaghe dolorosissime scatenate da satana; un fuoco infernale, proprio come l’herpes zoster. Numerosi ospedali (Ospedali del Tau) sorsero in tutta la cristianità per curare questa terribile malattia. I corpi piagati venivano unti proprio con il grasso di maiale, e per questo motivo venne dato il permesso all’ordine degli Antoniani di allevare maiali anche all’interno dei centri abitati e gli stessi animali venivano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella.

In Veneto Sant’Antonio Abate è conosciuto anche con il nome di San Bovo o San Bò. La leggenda vuole che la notte del 17 gennaio, in suo onore, gli animali acquistino la capacità di parlare, similmente a quanto si narra avvenga nella notte dell’Epifania, ma guai ad origliare perché sarebbe di cattivo auspicio. In molte località d’Italia oggi gli animali domestici e da cortile parteciperanno alle celebrazioni. A Rodi Garganico, nella Parrocchia Chiesa Madre San Nicola di Mira, gli animali domestici e non, accompagnati dai proprietari prenderanno parte alla Santa Messa.

C’è un proverbio toscano che dice: “L’Epifania, tutte le feste le porta via, ma Sant’Antonino le ravvia”. Si tratta proprio di S. Antonio Abate, che dà inizio al Carnevale.

La festa in suo onore iniziava al mattino presto con il saluto familiare di grandi spari, che portavano subito nel clima della giornata. Si assisteva, poi, alla Messa solenne nella chiesa stracolma di gente vestita a festa e il tutto non era consueto in una società estremamente povera. Dopo la messa, c’era (e in alcune parti c’è ancora),il rito di uccelletti-di-sant-antoniomangiare il pane benedetto di S. Antonio, (vedi foto a fianco) del quale neanche una mollica doveva andare sprecata. Subito dopo, nello spiazzo antistante la chiesa, si svolgeva la benedizione degli animali. Era, questa,una occasione di divertimento da non perdere,una vera e propria festa, visti gli animali (in genere maialetti, buoi,asini, cani, gatti) così infiocchettati e puliti per l’occasione che si contendevano il premio del migliore. Nel pomeriggio,invece, la festa proseguiva, in genere, con il “palo della cuccagna”. Tanti giovani davano vita ad una gara entusiasmante su quel palo infinito, reso volutamente viscido per rendere la scalata ai premi mangerecci ancora più difficile.

Nelle Marche, la festa poteva avere il suo momento più intenso quasi sempre con un ballo popolare, specie con il saltarello, accompagnato, s’intende, da corni e tamburi sino a tarda notte. Ma in questa circostanza la solita nenia si convertiva in un tempo allegro, conforme alle esigenze del ballo. Parte integrante della festa di S.Antonio era, poi, considerato il fuoco. Secondo alcuni i riti attorno alla sua figura testimoniano un forte legame con le culture precristiane, soprattutto quella celtica e druidica. E’nota, infatti, l’importanza che rivestiva presso i Celti il rituale legato al fuoco come elemento beneaugurante, ad esempio in occasione delle feste di Beltaine e di Imbolc: quest’ultima ricorrenza, che veniva celebrata il primo febbraio, salutava la fine ormai prossima dell’inverno e il ritorno imminente della bella stagione,con le giornate che iniziano ad allungarsi.

benedizioneanimali

Una festa, dunque, di origini antichissime, festeggiare la quale significava,ogni anno, scatenare le forze positive e, grazie all’elemento apotropaico del fuoco, sconfiggere il male e le malattie sempre in agguato. Una festa di buon auspicio per il futuro e all’insegna dell’allegria.

Ma una delle feste piu’ belle si tiene a Soriano nel Cimino, nel Lazio, con la benedizione degli animali e la sfilata nel centro della cittadina del viterbese del carro del ”Signore della Festa”. A Bagnaia, sempre nel viterbese, viene accesa una enorme pira, alta otto metri per circa 30 di diametro, che brucia per tutta la notte tra il 16 e il 17 gennaio. E, sempre la sera del 16 gennaio, due enormi torcioni di cinque metri di altezza tradizionalmente vengono accesi a Collelongo (Aquila).

Anche in Sardegna per la ricorrenza si fanno enormi falo‘, ma il fuoco piu’ grande che viene accesso nel bacino del Mediterraneo, e’ la Focara di Novoli, in Puglia. E’ alto 25 metri, per 20 metri di diametro, ed e’ eretto con migliaia di fascine di tralci di vite arrivate da tutta la regione.

Da segnalare, infine, la ‘Battuglie di Pastellessa‘ che si tiene ogni anno a Macerata Campania, in provincia di Caserta, il 17 gennaio, in cui viene riproposta l’antica tradizione delle ”Battuglie”: botti, tini e falci utilizzati come strumenti musicali per produrre la caratteristica sonorita’ meceratese, denominata appunto Pastellessa o Pastellesse.

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Fonti: http://www.petsblog.it/ sito dell’ANSA  /  http://www.cancelloedarnonenews.com /  http://semperamicus.blogspot.com/2009/01/s-antonio-abate-protettore-degli.html

 

 

2 thoughts on “CURIOSITÀ SU SANT’ANTONIO ABATE

  1. Bellissima la storia
    di S.ANTONIO
    sapevo c’era là benedizione degli
    animali. Ms ls storia non la sapevo grazie Maddalena

  2. Roberto, io ringrazio te per aver lasciato commento e soprattutto di aver letto la storia di S. Antonio Abate! Non solo si benedivano gli animali ma anche il pane ! io infatti ho preso il pane benedetto ieri sera ( sabato , in modo che anche i bambini del catechismo lo avessero ) L’ho ripreso anche oggi che è stato distribuito x tutti coloro che si sono recati alla Santa messa ( ma io avendolo avuto ieri e quello di oggi l’ho regalato ad’una famiglia ) Detto ciò; i ringraziamenti di merito mio caro Roberto li devi fare all’autrice che prepara meticolosamente tutti questi meravigliosi articoli e altro… Comunque grazie anche da parte mia perchè ne faccio parte negli aiuti! Grazie di cuore Roberto, un abbraccio anche a tua madre e sempre uniti nella preghiera. Buona serata a tutti !

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