VALTORTA 40a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO

Maria_Valtorta

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (40a parte)

da pag 442 alla fine del 7° volume

In questi passaggi Gesù approfondisce molto il rapporto relazionale degli uomini tra loro e con Dio.  Una lezione sui rapporti con i famigliari e amici e su come riappacificarsi. Ma anche sulle perversioni della mente umana delle quali parla con la Maddalena. Un momento di sconforto di Pietro che viene consolato da Gesù.

[…] la misericordia è sempre premiata, anche se è un sol calice d’acqua dato in mio nome, ma la misericordia usata ai fanciulli, salvandoli non soltanto dalla fame, sete, freddo, ma dalla corruzione del mondo, è infinitamente premiata…

“Non temete. Prima potrà cessare di splendere il sole, che Gesù si dimentichi di chi spera in Lui”.

(I cugini di Gesù)Ci ami così? Ma noi per tanto tempo ti abbiamo offeso e deriso!…(Gesù)“E’ il passato. Non è più. Siate fedeli per l’avvenire e in verità vi dico che in Terra come in Cielo è cancellato il vostro passato”.

[…]Vi siete lasciati male l’ultima volta. Rappacificatevi ora. Loro e voi avete torto e ragione. Ognuno riconosca il suo torto e non alzi la voce sulla sua parte di ragione”.

“Tu taci. L’unica medicina per calmare le ire. Taci con umiltà e pazienza e, se senti che non puoi più tacere senza sgarbi, te ne vai. Saper tacere! Saper fuggire! Non per viltà, non per mancanza di parole, ma per virtù, per prudenza, per carità, per umiltà. Nelle dispute è così difficile conservare la giustizia! E la pace dello spirito. Qualcosa scende sempre ad alterare nel profondo, a intorbidare, a fare del frastuono. E l’immagine di Dio che si riflette in ogni spirito buono viene offuscata, svanisce, né più si possono sentire le sue parole. Pace! Pace tra fratelli. Pace anche coi nemici. Se essi sono nemici nostri, sono amici di Satana. Ma vorremmo divenire noi pure amici di Satana, odiando chi ci odia? Come potremmo portarli all’amore se fossimo noi fuori dell’amore?  discepoliVoi mi direte: “Gesù, Tu lo hai detto già molte volte e lo fai, ma sempre sei odiato”. Lo dirò sempre. Quando non sarò più con voi, ve lo ispirerò dal Cielo. E vi dico anche di non contare le sconfitte, ma le vittorie. Lodiamone il Signore! Non passa luna che non segni qualche conquista. Questo deve notare l’operaio di Dio, giubilandone nel Signore, senza il rovello che quelli del mondo hanno quando perdono una delle loro povere vittorie.”

“… chi crede in Me formerà con Me il nuovo Tempio, dal quale scaturiscono le acque salutari delle quali parla Ezechiele.”

[…] Un nuovo diluvio, di altro liquido che pioggia non sia, laverà il mondo dando Vita. E, per un misterioso atto di grazia, gli uomini potranno esser parte di quel diluvio santificatore, unendo le loro volontà alla mia, le loro fatiche alla mia, le loro sofferenze alla mia. 

[…] In verità vi dico che dopo di Me non cesserà la Fonte, perché Io non morrò ma vivrò e, dopo che me ne sarò andato, andato e non morto, ad aprire le porte dei Cieli, un Altro verrà che mi è uguale e che completerà la mia opera facendovi comprendere quello che vi ho detto e incendiandovi per farvi “luci”, posto che avete accolto la Luce”.

Si può uccidere in molti modi i fratelli. Con l’arma e con la parola, o con qualche azione malvagia. Come un riferire, a chi perseguita, i luoghi del perseguitato, il levare ad un infelice un asilo di conforto… Oh! In quanti modi si uccide… Ma l’uomo non ne sente rimorso. L’uomo, e questo è il segno della sua decadenza spirituale, ha ucciso il rimorso”.   

volto37[…] La ricerca di Dio, perché è buona, dà sempre tutti gli aiuti e gli ardimenti. Le paure, le cose basse sono il retaggio di chi sogna basse cose. […]La storia sempre si ripete. Questo è sempre luogo di prova. Per i buoni, per i cattivi.  Ma tutta la vita è una prova alla fede e alla giustizia dell’uomo.  

[…] E’ sempre la volontà dell’uomo che fa compiere il bene o il male. E sulla volontà dell’uomo getta le sue luci la volontà di Dio e i suoi vapori velenosi la volontà di SatanaSta all’uomo accogliere la luce o il veleno e divenire giusto o peccatore.

… siate sapienti della vera sapienza, che è saper difendere il proprio io dalle azioni che disonorano l’uomo.

[…] La vera religione sta in questo, non nei sacrifici vani e pomposi. Ubbidire ai precetti di una morale perfetta, di una virtù senza difetto, usare misericordia, fuggire ciò che disonora l’uomo, lasciare le vanità, le divinazioni dell’errore, gli auguri bugiardi, i sogni dei malvagi, come dice il libro sapienziale,usare con giustizia i doni di Dio, ossia la salute, la prosperità, le ricchezze, l’intelletto, il potere, non avere superbia che è segno di stoltezza, perché l’uomo è vivo, sano, ricco, sapiente, potente finchè Dio glielo concede, non avere desideri smodati che talora portano sino al delitto. Vivere, in una parola, da uomini e non da bruti, per dignità anche verso se stessi.

(Gesù e la Maddalena) La lussuria è tanto in chi pecca che in chi desidera peccare. Ricordati, Maria, la prima parola del tuo Maestro, quando ti ha chiamata maddalena.4dall’orlo del precipizio dove eri: “Il male non basta non farlo. Bisogna anche non desiderare di farlo”. Chi accarezza pensieri di senso, e suscita con letture e spettacoli cercati appositamente e con abitudini malsane sensazioni di senso, è ugualmente impuro come chi commette la colpa materialmente. Oso dire: è maggiormente colpevole. Perché va col pensiero contro natura, oltre che contro morale. Non parlo poi di chi trascende a veri atti contro natura. L’unica attenuante di costui è in una malattia organica o psichica. Chi non ha tale scusante è di dieci gradi inferiore alla bestia più lurida.

[…] chi manca di affetto per la sua donnaed anche per la figlia sua propria, è per novanta parti su cento responsabile della colpa della sua donna o della sua creatura e ne risponderà per esse. Tanto l’affetto stolto, che è soltanto stupido schiavismo di un uomo ad una donna o di un genitore ad una figlia, quanto una trascuratezza d’affetti, o peggio una colpa di propria libidine che porta un marito ad altri amori e dei genitori ad altre cure che non siano i figli, sono fomite ad adulterio e prostituzione e, come tali, sono da Me condannati. Siete esseri dotati di ragione e guidati da una legge divina e da una legge morale. Avvilirsi perciò ad una condotta da selvaggi o da bruti dovrebbe fare orrore alla vostra grande superbia. Ma la superbia, che in questo caso sarebbe anche utile, voi l’avete per ben altre cose.

Per quanto uno sia colpevole, va sempre trattato con rispetto e carità. Non gioire del suo annichilimento, non accanircisi contro neppure con sguardi curiosi. Pietà, pietà per chi cade!

maria-maddalena-madonnaVà in pace, Maria di Maria, e non voler più peccare neppure nelle inezie. Sotto il manto di Maria non stanno che cose pure.  Ricordalo.

[…] Due cose è essenziale avere per poter essere veri maestri e degni di essere maestri. Prima cosa: una vita austera per se stessi, di modo da poter giudicare senza le ipocrisie di condannare negli altri ciò che a noi si perdona. Seconda: una paziente misericordia per dare modo alle anime di guarire e di fortificarsi.

L’uomo incontra per primo giudice l’uomo. Solo l’essere che vive spiritualmente sa incontrare per primo Iddio. Ma la creatura che è già giunta a vivere spiritualmente non cade incolpa grave. La sua parte umana può ancora avere debolezze, ma lo spirito forte veglia e le debolezze non divengono colpe gravi. […] Voi dovete essere il termine di paragone, la misura di ciò che è Dio, così come un picciolo è la parte che fa capire la ricchezza di un talento.

Io non servo l’io di Gesù di Nazaret, ma servo il Padre mio. Voi pure servite il Padre vostro. Perciò i suoi interessi, non i vostri, devono esservi sacri, anche se possono procurare dolore o lesione ai vostri interessi umani. Abbiate spirito di abnegazione e di ubbidienza. Potrà accadere che Io vi chiami o vi ordini di stare dove siete. Non giudicate il mio ordine. Quale che sia, ubbidite, credendo fermamente che esso è buono ed è dato per il vostro bene. Non abbiate invidia se alcuni saranno chiamati e altri no da Me. Voi vedete … Alcuni si sono staccati da Me e Io ne ho sofferto.Erano quelli che ancora volevano regolarsi con la loro menteLa superbia è la leva che ribalta gli vecchiospiriti e la calamita che me li strappa. Non maledite chi mi ha lasciato. Pregate perché torni…

(Un vecchio a Gesù)Perché l’uomo è tanto cattivo?” “ Perché ha ucciso il suo spirito. E con lo spirito la sua capacità di sentire il rimorso di essere ingiusto”.

(Gesù a Pietro che si trova in un momento di sconforto) Guardavi l’orizzonte… e la tristezza te lo ha offuscato. Il presente come un turbine ha alzato nuvole paurose e ti ha celato il sereno ricordo pieno di promesse e di speranze, e ti ha impaurito. Simone, tu soggiaci ad una di quelle ore di tristezza e di tedio che la nostra natura umana incontra sul suo cammino. Nessuno ne è esente. Perché queste ore le suscita chi odia l’uomo. E tanto più l’uomo serve Dio, e più Satana cerca di impaurirlo e stancarlo per staccarlo dal suo ministero. Tu anche soggiaci ad un’ora di stanchezza… Il continuo martellare della persecuzione sul tuo Maestro ti affatica.  E infine – e non sai che non sei tu, ma che è il Tentatore – tu ascolti una voce che ti sussurra: “E domani? Che sarà domani?…”

“Amico mio, e credi tu che, se anche tu avessi a… non essere perfetto in quell’ora, il Signore, che è giusto, non peserebbe il tuo errore col peso del tuo amare e volere presenti? E temi che questo aureo amare e volere possa esser meno pesante della tua momentanea imperfezione e insufficiente ad ottenerti indulgenza da Dio, e con l’indulgenza tutti i soccorsi per tornare te, il mio Simone diletto?”

Non c’è altro da fare per riacquistare pace, forza spirituale, amore, compatimento… anche verso noi stessi. La preghiera fuga i fantasmi di Satana, ci fa sentire vicino Dio. E con Dio vicino, tutto si può affrontare e sopportare con giustizia e merito.

[…] E’ stato necessario che Io vestissi una carne per persuadere l’uomo che, volendo può essere casto e santo in tutti i modi. Ed è stato necessario  che Io prendessi degli uomini, così, quelli che col loro spirito risposero all’appello del mio spirito, senza guardare se erano ricchi o poveri, dotti o ignoranti, cittadini o paesani. Li prendessi così come li trovavo, e il mio e loro volere li trasformasse lentamente in maestri di altri uomini. L’uomo può credere all’uomo, all’uomo che vede. E’ difficile all’uomo, tanto decaduto, credere a Dio che non vede. Non erano ancora terminati i fulmini sul Sinai e già ai piedi del monte l’idolatria era sorta… Non era ancora morto Mosè, il cui volto non si poteva guardare, e già si peccava contro la Legge. Ma quando voi, trasformati in maestri, sarete come esempio, come testimonianza, come lievito fra gli uomini, essi non potranno più dire: “Sono dei discesi fra gli uomini e noi non li possiamo imitare”. Dovranno dire: “Sono uomini come noi. Certo in loro sono gli stessi istinti e stimoli nostri, le stese reazione, eppure essi sanno resistere agli stimoli e istinti, e avere altre reazioni ben diverse dalle nostre brutali”. E si persuaderanno che l’uomo si può divinizzare, solo che voglia entrare nelle vie di Dio. Osservate i gentili e gli idolatri. Tutto il loro Olimpo, tutti i loro idoli li fanno forse più buoni? No. Perché essi, se sono increduli, dicono che i loro dèi sono fola; se sono credenti, pensano: “sono dèi e io uomo”, e non si sforzano di imitarli. Voi dunque cercate di divenire altri MeE non abbiate frette. L’uomo si evolve lentamente da animale ragionevole in essere spirituale. Compatitevi! Nessuno, tolto Dio, è perfetto.

Ma non ci muori. Tu non muori mai, non è vero, Maestro?” chiede con uno strano risolino Giuda di Keriot (l’Iscariota)  “Io morirò e risorgerò come è detto. Molti uomini moriranno, senza esser morti in quel giorno. E mentre i giusti risorgeranno, anche se morti da anni, i viventi nella carne, ma dallo spirito definitivamente morto in quel giorno, non risorgeranno. Bada di non essere tu di questi”.  “E tu bada di non farti sentire a ripeter che risorgerai. La dicono una bestemmia”, ribatte Giuda di Keriot. “E’ verità. E la dico”.