San Giuseppe Manyanet y Vivès

SAN GIUSEPPE MANYANET Y VIVÉS

Fondatore (1833-1901) 17 dicembre

B. GIUSEPPE MANYANET Y VIVèS2Nel Centenario della sua morte, Giovanni Paolo II ha ribadito l’importanza di evangelizzare oggi la famiglia e fortificare il matrimonio con la gran forza pastorale che scaturisce dalla proposta e l’esempio della Sacra Famiglia, come fece il Beato.

Giuseppe Mananet y Vivès nacque a Tremp, nella diocesi di Lèrida in Catalogna, il maggiore di nove fratelli, figlio di Antonoi Mananet, agricoltore, e della moglie, Bonaventura Vivès. All’età di vent’anni entrò nel collegio Piarista di Barbastro, poi studiò nei seminari di Lérida e Seo de Urgel. Fu ordinato sacerdote nel 1859. Dopo dodici anni d’intenso lavoro al seguito del vescovo José Caixal e al servizio della curia diocesana, si sentì chiamato da Dio alla speciale consacrazione religiosa e a fondare due congregazioni con la missione d’imitare e propagare il culto della Famiglia di Nazareth e di procurare la formazione cristiana delle famiglie, specialmente con l’educazione e l’istruzione cristiana dei ragazzi e dei giovani e con il ministero sacerdotale.

Lavorò per cinque anni nella sua città natale, poi a Barcellona, dove divenne ben conosciuto come confessore, direttore spirituale e catechista. All’età di trentun anni fondò una scuola residenziale per  ragazzi, la congregazione dei Figli della Sacra Famiglia, e in seguito ne fondò due per ragazze, l’Istituto delle Figlie Missionarie della Sacra Famiglia di Nazareth. Ebbe un grande interesse per i bambini e per la vita famigliare. Prendendo la Sacra Famiglia come esempio, pubblicò molte opere di teologia pastorale, che affrontavano la questione dei valori famigliari e, nel 1899, due anni prima della sua morte, fondò Beato_Jose_Giuseppe_Manyanet_y_Vives_Bil giornale La Sagrada Familia.

Scrisse: «un’educazione e un’istruzione saldamente cattolica è i l mezzo più semplice, valido, pratico per riformare la famiglia e la società». In questa attività rappresentò un ampio movimento in Spagna nella seconda metà del XIX secolo.

L’ultimo quarto di secolo vide la fondazione di un gran numero di nuove congregazioni religiose, in modo particolare di catechisti, e la Chiesa ristabilì la sua posizione di educatrice principale dei giovani, specialmente delle ragazze. Fiorirono le associazioni laiche che veneravano in modo speciale la Sacra Famiglia e S. Giuseppe.

Descrisse così la loro ispirazione: «I nostri centri vengono chiamati della “Sacra Famiglia” perché Gesù, Maria e Giuseppe non sono solo patroni e protettori ma anche modelli da imitare, per la virtù e l’amore per il lavoro, poichéquesto era i l principale scopo della vita privata di Gesù nell’umile casa di Nazareth». Manyanet e le sue opere ispirarono l’architetto Antonio Gaudi nel progettare la vasta chiesa della Sagrada Familia, dedica scelta dalla congregazione dei devoti di S. Giuseppe. I lavori iniziarono nel 1883, ma la chiesa rimase incompiuta. Una associazione per la beatificazione di Gaudì si è costituita a Barcellona.

Giuseppe soffrì di una malattia cronica, alcune piaghe del costato rimaste aperte per ben sedici anni – ch’egli chiamava “le misericordie del Signore”,  ma osservò scrupolosamente la regola che aveva stabilito per la sua congregazione. Si dice che durante la notte si alzava spesso per terminare il lavoro che non era Beato_Jose_Giuseppe_Manyanet_y_Vives_Criuscito a concludere durante il giorno. Non rifiutò mai un bambino che avesse bisogno di educazione, anche se i genitori non erano in grado di sostenere le spese. Trovò il tempo di visitare le famiglie povere e gli ammalati negli ospedali. Anche se dovette affrontare molte opposizioni nel suo lavoro, la gente che lo conosceva diceva che possedeva una gran dolcezza di spirito, anche verso i suoi oppositori, e che fu molto amato. Le ultime parole furono le giaculatorie che tante volte aveva ripetuto in vita come: Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il cuore e l’anima mia

Morì a Barcellona il 17 dicembre 1901 e fu beatificato da papa Giovanni Paolo II il 25 novembre 1984. Tra i bei frutti della sua vita emergono 19 religiosi e un giovane ex-allievo che morirono a causa della loro fede e vocazione nella persecuzione religiosa della Spagna del 1936-39, in processo di dichiarazione di martirio. Nel Centenario della sua morte, Giovanni Polo II ha ribadito la importanza di evangelizzare oggi la famiglia e fortificare il matrimonio con la gran forza pastorale che scaturisce dalla proposta e l’esempio della Sacra Famiglia, come fece il Beato. Il Nuovo Martyrologium Romanum pone la data al 17 dicembre. E’ stato proclamato santo da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.

Fonti: Il grande dizionario dei santi di Alban Butler /  http://www.twimc.it/